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MEMORIE
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
MEMORIE
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
VOLUME I - 1922
GENOVA
Stabilimento Tipografico G. B. MARSANO — 1922 —
14*^172
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https://archive.org/details/bollettinodella541922soci
GUELFO CAVANNA
GUELFO CA VANNA
La Presidenza della Società entomologica italiana, nel- l’iniziare la pubblicazione delle Memorie che, in omaggio alla recente deliberazione, vengono ad aggiungersi al Bollettino^ crede doveroso tributare un modesto omaggio a Guelfo Ca- vanna che, per molti anni, fu attivissimo redattore delle pub- blicazioni sociali.
Guelfo Cavanna, nominato nel 1874, appena ventiquat- trenne, professore aggregato alla cattedra di Zoologia ed Ana- tomia comparata dei Vertebrati nel R. Istituto di Studi su- periori in Firenze, si ascrisse subito alla Società entomologica e dava bentosto prova della sua attività partecipando assidua- mente alle sedute e facendovi interessanti comunicazioni sugli studi da lui già compiuti, sicché nel maggio 1875 ne veniva nominato sostituto segretario e segretario effettivo nelTanno seguente. Egli tenne quell’ufficio sino al 1893, anno n cui si trasferì a Roma quale Ispettore superiore nelle scuole medie, per essere poi nominato Provveditore agli studi prima a Ma- cerata e poi a Lucca, ove restò sino al 1913 per ridursi poi a vita privata in Firenze, ove egli moriva il 18 dicembre 1920.
Guelfo Cavanna restò sino aU’ultimo giorno della sua retta e nobile vita un appassionato entomologo* ed un affe- zionato socio del nostro sodalizio, nel quale teneva ancora l’ufficio di Consigliere. Il periodo nel quale egli ebbe le fun- zioni di segretario, sotto la presidenza di quell’illustre e ge- niale naturalista che fu Adolfo Targioni Tozzetti, va annove- rato come il più brillante della nostra vita sociale, la quale pur troppo d’allora in poi andò sempre declinando. Ci augu- riamo che il porre questa nuova fase di pubblicazione sotto
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rauspicio del nome di Guelfo Cavanna segni Tinizio di un’era di rinnovata attività della società nostra.
Guelfo Cavanna fu zoologo nel vero senso della parola, dotato di ampia cultura nei varii rami delle scienze da lui coltivate, come attestano i libri di testo da lui dettati per le scuole secondarie, insuperabili ancora per chiarezza e preci- sione, nei quali egli teneva conto di ogni più recente osser- vazione e scoperta che avesse carattere di serietà, rifuggendo dalle teoriche sofìsticherie e mantenendosi scevro dagli errori madornali che si leggono in qualche scritto di zoologi più recenti. Ma se egli si poteva dire eclettico nella sua cultura, l’entomologia era pur sempre la scienza da lui prediletta ; con essa può dirsi aveva iniziato la sua carriera occupandosi di Aracnidi con varii scritti pubblicati nel nostro Bollettino nei 1876, e con quella quasi la finiva a quaranta anni di distanza, con una nota sugli Euscorpius inserita nel Monitore Zoologico del 1916, e fra i lavori manoscritti da lui lasciati incompiuti avvi anche una Monografia degli Scorpioni* italiani.
Pur trovandosi addetto a un istituto nel quale appari- scenti specie esotiche avrebbero potuto attrarre la sua atten- zione, egli preferì limitarsi allo studio della entomologia di casa nostra, che offre sempre abbondante messe da radunare e fu appassionato raccoglitore di artropodi nostrani, recandosi a ricercarne sui due più elevati monti della Calabria, il Vul- ture ed il Pollino, che potevano dirsi allora quasi inesplorati e le sue raccolte gli offrirono materiale per parecchie note da lui pubblicate nel Bollettino, talune in collaborazione con altri, sui Coleotteri, gli Emittori, i Formicidi e i Miriapodi di quella regione, come pure meritano di essere ricordate quelle sui ^Coleotteri, Emitteri ed Ortotteri di Lavajano, in provincia di Pisa. Descrisse anche, sempre nel nostro Bollet- tino, un nuovo genere di Scolopendridi di Sardegna e studiò il dimorfismo sessuale degli Aracnidi.
Molto apprezzate furono anche le sue ricerche sui Pic- nogonidi da lui eseguite, neU’inizio della sua carriera, nella Stazione Zoologica di Napoli, delia quale fu uno dei primi frequentatori.
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Per la indole della sua mente e per Tinfluenza che eser- citava su lui la continua dimestichezza con Adolfo Targioni. Tozzetti, fu anche portato ad occuparsi di questioni di ento- mologia applicata, diffondendo notizie sugli insetti nocivi alla vite e ad altre piante coltivate e promuovendo la costituzione del Consorzio antifillosserico toscano.
Fra i lavori inediti ed incompiuti che Guelfo Cavanna lasciò dietro di sè, oltre alla già ricordata monografia degli scorpioni, alcuni, che sono ricordati nel cenno biografico pub- blicato dal prof. Balducci negli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, si riferiscono ad argomenti ento- mologipi, quali: La Cicala nei greci e nei latini, Le Api di Aristotile, I Lathrodecius ed il loro veleno, i quali servono ad attestare non solo la scienza entomologica, ma anche la vasta cultura classica posseduta da Lui.
Nel ricordare la memoria di Guelfo Cavanna e l’opera da Lui data alla nostra Società abbiamo creduto di compiere un sacro dovere, il quale ci impone anche Tobbligo di fare ogni sforzo perchè l’indirizzo che noi ci proponiamo di se- guire sia tale da meritare, se Egli fosse ancora in vita, la sua approvazione.
R. Gestro.
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Il CRAMBUS GRAPHELLUS Const. in Italia PEL CONTE Emilio Turati
(Tav. I)
Allorché nel 1919 trovai in un lotto di Microlepidotteri mandatimi da classificare dal Dottor Attilio Fiori un Crambus che io non avevo mai veduto prima, raccolto a Casinalbo, vicino a Modena, nella villa stessa della famiglia Fiori, non tardai a riconoscerlo pel Crambus graphellus Constant, la di cui figura a Tav. 9 Tomo IV (sesta serie) 1884 degli Annali della Società Entomologica di Francia concordava perfetta- mente con Tesemplare emiliano.
Avvisati tosto della mia scoperta tanto il Dottor Attilio Fiori, quanto il Signor Alessandro Costantini, il primo potè r anno seguente raccogliermi alcuni altri esemplari di quella specie, il secondo ne ritrovò subito nella collezione alcuni, che passavano sotto il nome di salinellus Tutt. e di contami- nellus Hb.
Grazie alla cortesia dei due egregi amici ho potuto così avere sott’occhio una^piccola serie interessantissima di questa rara specie, che non appare nemmeno nel catalogo commer- ciale (Lista 58), pur così repleto, della Casa Staudinger-Bang Haas ; specie nuova per V Italia, e che, secondo quanto gen- tilmente mi comunica l’ illustre specialista Abate Giuseppe De Joannis, si può ormai dire, in seguito alla mia scoperta italiana, « occupi verisimil mente tutta la regione mediterranea con prolungamento verso TAtlantico ».
Infatti il distinto lepidotterologo parigino mi autorizza a dichiarare, eh’ egli possiede in collezione la specie del Porto- gallo (Setubal); dell’Algeria (Philippeville, Sidi Fermah, M.te Babor); del Marocco (Casablanca), dove è molto abbondante
Memorie della Soc. Entom Ital. Voi. I
1-3. Crambus graphellus Const. cT cf 4-8. Crambus graphellus Const. 9 9 9-10. Crambus salinellus Tutt. d" cf 11-13. Crambus contaminellus Hb. cT cf
14. Crambus contaminellus Hb. ab. 9
15. Crambus contaminellus vernellus Costui, cf
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in ottobre ed assai variabile (i) ; di Siria (Akbes). Egli poi ha personalmente verificata la determinazione di esemplari raccolti sulle coste delTAtlantico alle Sabbie d’ Olonne (Van- dea) ed anche più entroterra, fino a Niort (Deux-Sèvres).
L’ egregio amico mio Comandante Daniel Lucas V ha preso ad Auzay (Vandea).
E sempre V epoca di apparizione della specie è agosto- ottobre.
Constant aveva descritto la specie su di un unico esem- plare maschio del Golfo Juan (Varo).
Gli otto esemplari che mi stanno davanti furono presi al lume in località pochi chilometri distanti fra di loro e vi- cinissime alla città di Modena, in perfetta pianura, e cioè a Saliceta, a Villa Poppi, ed a Casinalbo. Sono 5 cTgT e 3 9 9-
Quattro (due del Dottor Fiori di Casinalbo ed una
9 del Signor Costantini di Villa Poppi sono rispettivamente del 5 settembre 1920 e del settembre 1906. Una 9 del Signor Costantini porta la data Saliceta agosto 1906 e l’altra solo l’anno 1906. I g^gT sono: uno di Casinalbo del Dottor Fiori con la data 5 settembre 1908, ed è il primo da me visto, ben caratteristico ed identico alla figura di Constant ; uno di Saliceta colla indicazione agosto 1906, ed uno di Villa Poppi coir indicazione settembre 1906 del Signor Alessandro Costantini.
Nella sua corrispondenza con me a proposito del Cram- bus graphellus Const., del quale non si conoscono ancora i primi stadi nè le abitudini di vita, Costantini parrebbe voler ritenere questa una specie paludicola. Infatti egli mi scrive sulla cattura dei suoi graphellus^ che « quelli di Villa Poppi « entravano certamente dal contiguo argine del fiume Sec- « chia, ove le piene hanno fatto impaludare dei tratti di « sponda, ora tutti canneti e giunchiglie. A Casinalbo vanno « al lume da dei tratti pure paludosi adiacenti ai canale dei « Molini ».
(i) Chrétien nel fase. XIX 2. a parte della Lepidoptèrologie Compaiée di Obeithiir ap parso nel giugno 1922, Io segi^iala pure di Casabianca fine ottobre 1918.
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La descrizione originaria di Constant pel suona come segue : « Espansione : 26 mm. — Ali anteriori arrotondate air apice, d’ un grigio leggermente giallastro, attraversate vi- cino alla loro estremità da una riga nerastra, che parte obli- quamente dalla costa, e s’ arrotonda in curva elissoide, paral- lela, nel suo insieme, ai contorni dei margine esterno deH’ala. Questa riga, prima di raggiungere il margine posteriore, forma sulla prima nervatura inferiore un angolo rientrante molto acuto, il di cui vertice si prolunga in linea ondulata e spezzata fino all’ inserzione dell’ ala nel torace. Un punto di- scoidale nerastro,, abbastanza grosso, posto sulla riga che parte dal vertice dell’ angolo, e sormontato da una seconda macchietta più vaga e d’una tinta meno oscura Una riga di sei punti terminali segue la base della frangia, che è dello stesso colore del fondo dell’ ala, colla punta estrema dei suoi peli biancastra. Tutte le nervature indicate in tinta più chiara del fondo » .
« Ali posteriori d’ un grigio più pallido delle anteriori sopratutto vicino alla base ».
« Il disotto d’ un grigio unito senza righe nè disegni, le posteriori più chiare nella regione anale. Torace del colore delle ali anteriori; addome d’un grigio più chiaro ».
E continua : « Il Cr. graphellus è vicino del Cr, conta- minelhiSy ma se ne distingue facilmente per le sue ali ante- riori arrotondate e non acute alV apice ; pel suo colore più grigio e appena tinto di giallo ; per 1’ assenza della riga me- diana; per la forma della subterminale perfettamente arroton- dala e non angolosa 0 spezzata nella sua parte superiore; per r angolo inferiore di questa riga molto più acuto e posto sulla prima nervatura, mentre che è situato sulla seconda nel contamindlus. Aggiungo che quest’ ultimo ha le righe meno distinte e meno inspessite che il graphellus ».
L’« assenza della riga mediana » e tutto quanto nella descrizione si riferisce alla « riga ondulata e spezzata » attra- versante r ala fino al torace, col punto discoidale e la mac- chietta nerastra è meno felicemente descritto, poiché questa
li
riga, riunita qualche volta da un sottile tratto oscuro coll’an- golo rientrante della riga antemarginale (« subterminale ») è precisamente la riga mediana quasi ad arco di circolo aperto verso la costa, che comprende come ispessimento il punto discoidale (?) e la macchietta nerastra. Questa riga apparisce più distintamente nella femmina, ed è ben diversamente di- sposta nel contaminelhis^ ma è assai rassomigliante nei sali- nellus Tutt. Essa è più o meno segnata anche nei maschi emiliani.
Quanto alla Constant non conosceva, e che
non mi risulta sia stata descritta ancora o figurata, essa ha come in molte specie di Crambus un taglio d’ ala più stretto del e più acuto nell’apice. La sua riga mediana è un po’ più crassa che nel specialmente nella parte dove è ispes- sita dal cosidetto punto discoidale e dalle macchiette ad esso sovrapposte. Il colore varia nelle femmine più che nei maschi dal lutescente al grigio bruniccio.
Il Crambus salinellus Tutt. ha col graphellus Const., come si è detto, comune la forma della riga mediana arcuata, ma questa è più marcata e crassa anche nel (^ . Il taglio dell’ ala anteriore è più corto e più tozzo che nel graphellus Const. ed il colore è più bruno-castaneo.
Non v’ è confusione possibile del graphellus Const. nè col contaminellus Hb., nè col salinellus Tutt. Eppure un po’ ne era stata fatta dai vecchi autori sul nome di contaminellus Hb., finché il Tutt vi ha tagliato corto col descrivere sali- nellus, specie propria dell’Europa settentrionale, e cioè della Germania, dell’ Inghilterra e della Scandinavia.
La confusione del resto 1’ avea già rilevata il Catalogo Staudinger-Rebel 1901, che riporta a salinellus Tutt la figura di Hùbner 442 9 {inquinatelld) la quale, per la prima riga trasversa non arcuata ma a risalto mediano, sembrerebbe piut- tosto da ascrivere ad un contaminellus', la figura di Duponchel N. 4 Tav. 283 Voi. X (contaminellus') e le figure di Herrich Schàtfer 88 e 89 (contaminellus).
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Lo stesso Catalogo 1901 vorrebbj che la descrizione di contaminellus fornita da Zeller a pag. 43 dei suoi « Chiloni- darum et Crambidarum genera et species », si riferisse al salinellus di Tutt. Infatti Zeller accenna a « strigis duabus brunneis in medio incrassatis, posteriore angolata », ma della anteriore nulla dice, quindi « non angulata », il che è il carattere della linea mediana di salinellus Tutt.
Queste differenze fra contammellus e l’altra specie, che di poi nominò il Tutt, Zeller non le aveva afferrate, poiché per contaminellus indica come « ottime » le figure 88 e 89 9 di Herrich Schaffer, mentre sono veri e propri sali- nellus Tutt, come abbiamo visto che il Prof. Rebel ha indi- cato nel Catalogo 1901.
Ancora Zeller vorrebbe riferire a contaminellus la figura 264 di Hubner (Tinee II) indicata col nome di immistella che ha bensì il taglio dell’ ala e le due righe trasverse ed il colore bruno (troppo oscuro però) del contaminellus ^ ma ha le antenne corte, come spezzate a metà, e sopratutto i palpi brevissimi che non corrispondono a quelli del genere Crambus. Rebel nel Catalogo ha preferito ignorare affatto questa immi- stella Hb.
Una « var. b. » di contaminellus « alis totis fusco obum- bratis » è indicata da Zeller. Costantini ha rilevato questo carattere in esemplari di contaminellus Hb. da lui raccolti in giugno a Reggio Emilia, ch’egli ascrive ad una prima gene- razione che chiama f. vernellus (i. 1.). Oltre al fondo oscu- rato delle ali in confronto degli esemplari di agosto-ottobre più giallognoli o rossicci egli vi trova « un taglio d’ ala più « panciuto, e in isfumatura la linea mediana delle ali poste- « riori^ che manca alla forma, anche più piccola, deli’ au- « tunno ».
Questa opinione dell’ avere il contaminellus Hb. due ge- nerazioni, o non piuttosto una generazione continuata dalla fine giugno all’ ottobre, come accade in moltissime specie di lepidotteri, il di cui schiudimento avviene scalarmente in se- guito ad un maggiore o minor tempo di letargo pupale, dovrà essere provata da allevamento di laboratorio.
Ma intanto Costantini vorrebbe inferirne che anche il graphellus Const. a guisa del contamimllus Hb. potrebbe avere due generazioni da noi. Gli esemplari raccolti finora nel nostro paese non giustificano una simile supposizione, tanto più che negli altri paesi, anche più meridionali del nostro, dove fu raccolta questa specie, come si è visto sulla autorevole indicazione dell’Abate De Joannis, la data di appa- rizione della specie è agosto -settembre (ottobre nel Marocco).
Ritengo prezzo dell’opera il riprodurre qui le 9 9 sieme ai Gf’Gf, e perchè si possano più facilmente rilevare le diversità fra graphellus Const., saline llus Tutt e contaminellus Hb. aggiungerò anche le figure di queste ultime due specie.
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TENEBRIONIDEN AUS DER CYRENAICA (Col.)
Von A. ScHUSTER, Wien. IV.
Herr Dìrektor Prof. R. Gestro sandte mir eine Anzahl von Tenebrioniden von Bengasi, in der Cyrenaìca, Eìgentum des Museo Civico di Storia Naturale in Genova, zur Bestim- mung, die teils neu sind, teils wegen des Fundortes bemer- kenswert erscheinen.
Die meisten dieser Arten wurden von dem um die Fauna der Cyrenaica hochverdienten Herrn R. P. Dr. Vito Zanon gesammelt.
In der Cyrenaica stossen zwei Faunéngebiete aufeinander, das àgyptisch -syrische und das algerisch-tunesìsche ; es ist daher begreiflich, dass sowohl agyptisch-syrische Arten als auch algerisch-tunesische Arten vorkommen. Ausserdem sind natùrlich auch endemische Arten vorhanden.
Ich gebe im nachfolgenden ein Verzeichnis der Arten dieser kleinen Sendung, das als Vorarbeit einer Tenebrioniden Fauna der Cyrenaica dienen Kann :
Erodiiis barbarus Sol. Im Gebienschen Katalog auch vom Senegai angegeben, nach Reitter, B. T. 71 auch in Al- ^ gier und Tunis.
Eradius Festae m. n. sp. Die Beschreibung erscheint auf Wunsch des Herrn Dr. E. Festa, der diese Art fing, im « Boll, dei Musei di Zool. ed An. Comp. di Torino ».
Curimosphena (Himatismus) villosa Haag, die bekannte, ùber das ganze Mittelmeergebiet, Guinea und Angola verbreitete Art.
Zophosis algeriana Sol. Nordafrika.
Hionthis tentyrioides Mill. Àgypten und Syrien. Tentarla cyreaaica m. Nach Stiicken von Bengasi (leg. Dr. Kiaptoch) beschrieben.
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Tentyria cyrenaica v. subpunctafa m. n. v. Unter den typischen Stiicken der cyrmaica mit stark ausgebildeten Punktreihen der Flùgeldecken, waren auch 2 Stùcke, bei denen diese fast vollstàndig verschwinden.
Adesmia Faremonti Lue. Algier.
Adesmia monilis Klug. Àgypten und Syrien. Die vorlie- genden Stùcke sind viel gròsser als die agyptischen ; einzelne cf erreichen 21 mm. Untereinander variieren sie sehr stark hinsichtlich der Tuberkelreihen der Flù- geldecken. Es sind Stùcke vorhanden mit sehr dichten Tuberkelreihen, andere mit Reihen, bei , denen auf der einen oder auf beiden Flùgeldecken mehrere Tuberkeln fehlen und schliesslich solche, bei denen nur einzelne wenige Tiiberkeln vorhanden sind, so dass diese Stùcke ein ganz fremdartiges Aussehen bekommen. Freund Gebien, Hamburg, dem ich diese Stùcke zUr Ansicht sandte, bezeichnete sie als « Riesenform der moniliSy die nicht nur in der Skulptur, sondern auch in der Bildung der Unterseite recht veranderlich ist. ».
Adesmia Zanoni m. n. sp. Ich sandte auch diese Art an Gebien, um mich zu vergewissern, ob es nicht etwa eine mir unbekannte nicht palàarktische Art sei. Er schrieb mir, dass auf sie auch die Beschreibung keiner exoti- schen, z. B. Somali- oder arabischen Art passe.
Stenosìs filiformis F. Algier, Marokko. Die Stùcke tra- gen zwei Zettel: filiformis und Quedmfeldti, Letztere Art kann es aber unmòglich sein, weil diese runde Punkte der Halsschildes hat und vorliegende Stùcke làngliche besitzen.
Morlca Schweinfurthi Qued. Morica Pharao Rtt. ist sy- nonym mit Akis Schweinfurthi Qued. wie ich bereits anderweitig festgestellt habe. Kommt hauptsachlich in Agypten vor.
Morica grossa L. Spanien, Syrien, Àgypten, Tunis.
Akis Gestroi m. n. sp.
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Scaurus vicinus Sol. Nach Reitter B. T. 72 in Sizilien, Spaniel!, Algier, Tunis. Auch auf Malta.
Genera hìspida Forsk. Sizilien, Syrien, Arabien, Nordafrika.
Pimelia cornata King. Àgypten.
Pimelia derasa King. Àgypten, Syrien.
Pimelia bengasiana m. n. sp.
Pimelia sp. ? i Stùck einer wahrscheinlich auch neuen Art, aber leider so schlecht erhalten, dass ich nìcht ein- mal feststellen konnte, ob es eine Piesterotarsa sei. Die Fliigeldecken zeigen Spuren einer weisslichen Behaarung.
Blaps Requieni v. cyrenaica Seidl. Die Stammform in Algier und Marokko.
Blaps Requieni v. substriata Sol.
Blaps Wiedemanni Sol. Àgypten und, nach Seidlitz, in Algier.
Blaps sulcifera Seidl. Aus der Cyrenaica beschrieben. Der Blaps sulcata Cast, aus Àgypten sehr àhnlich, aber durch das dachfòrmige Prosternum und die Form der Flùgel- decken abweichend.
Blaps approximans Seidl. ? Tunis, Nur i 9 vorhanden, daher nicht sicher bestimmbar.
Blaps Doderoi m. n. sp.
Gonocephalum perplexum Lue. Nordafrika und Syrien.
Opatroides punctulatus Bruii. Mittelmeergebiet, Centra- lasien etc.
Crypticus nebulosus Fairm. Algier, Marokko.
Tribolium ferrugineum F. Kosmopolit.
Tribolium confusum Duv. Europa.
BESCHREIBUNG DER NEUEN ARTEN
Adesmia Zanoni n. sp.
^ lang eifòrmig, auf der Scheibe der P'iugeldecken ziem-
iich flach. 9 fiach hinten birnfòrmig erweitert, stark gewòlbt.
Schwarz, matt, mit glànzenden Rippen der Fliigeldecken.
Kopf grob punktiert, Kopfschild von den Fuhlerhòckern
nach vorne allmàhlich verengt, vorne fast gerade abgestutzt.
I?
Oberlippe frei, eìnfach. Eine tiefe, quere Kehlfurche fehlt. Mandibeln scheinbar einfach, der zweite Spitzenzahn befìndet sich auf der Unterseite. Fiihler gestreckt, dìe Basis des Hals- schildes etwas iiberragend. Halsschild grob, fast grubig, wie bei monilis King, punktiert. Basis beiderseits neben den Hin- terwinkeln flach gebuchtet, mit schwach vorgezogener Mìtte. Prosternalfortsatz hinter den Vorderhiiften . niedergebogen. Flùgeldecken beim àhnlich gebiidet wie bei Solieri Lue., bei beiden Geschlechtern an der Spitze steli abfallend ; mit 3 Rippen, einer einfachen, fast glatten, gekielten Seitenrand- (Schulter-) Rippe, zwei Dorsalrippen und einer sehr stark aus- gepràgten Supplementàrrippe, die beilàufig in der Mitte zwis- chen der Naht und der ersten Dorsalrippe an der Basis be- ginnt und schràg verlaufend im dritten Viertel die Naht er- reicht. Alle Rippen, auch die Supplementàrrippe scharf Kiel- fòrmig erhaben, fast glatt, mitunter schwach gekerbt. Meìst ist die supplementàrrippe bis zur Naht vollstàndig, mitunter .aber ist sie im letzten Tede nur durch unterbrochene Tuber- keln angedeutet. Am seitlichen Abhange keine Rippe. Die Naht schwach Kielfòrmig erhaben. Die Zwischenràume sind nicht bei alien Stùcken gleichartig tuberkuliert, bei den mei- sten auf dem ersten Zwischenraum mit einer unregelmàssigen Reihe mehr minder grosser Tuberkeln, auf dem zweiten mit wenig zahlreichen, unregelmàssig angeordneten mittelgrossen Tuberkeln, zwischen Supplementàrrippe und Naht wenige ge- reihte kleinere Tuberkeln ; sàmtliche Zwischenràume ausserdem mit wenig zahlreichen kleinen Kòrneni. Bei einzelnen Stùcken sind die grossen Tuberkeln der Zwischenràume schòn gereìht an die Dorsalrippen angelehnt. Epipleuren verwischt punk- tiert, mitunter undeutlich quergerunzelt. Beine lang. Hinter- und Mittelschienen im Querschnitt ovai, die Kanten stumpf. Vorderseite der Hinterschienen leicht abgeflacht und schwach gefurcht. Schienen mit kurzen Endspornen. Endsporne der Hinterschienen das erste Tarsenglied nicht ùberragend. Erste
Mem. Soc. Ent. It., I. 1922.
2
18
Glied der Hintertarsen verlàngert, so lang wie das zweite und dritte zusammen. Das ganze Abdomen ziemlich dicht gekòrnt, das erste bis dritte Sternit an der Basis mit mehr minder starken Làngsfurchen.
Long. 12-15 V2 ^ 9-io> 9 IO- Il mm.
Cyrenaica : Bengasi.
Die Art gehòrt zu Adesmia s. str. und zwar in die Gruppe tripolitana-Solieri -affinisi von denen sie sich durch den grob punktierten Halsschild und durch die scharf aus- gepràgte Supplementàrrippe unterscheidet.
Akis Gestro! n. sp.
Schwarz, matt, vom Habitus der Akis Goryi Guér. Kopf breit, sehr fein punktiert, beiderseitig mit einer ziemlich tiefen Làngsfurche. Halsschild sehr fein, zerstreut punktiert, der vor- dere Teil der Scheibe ausgehòhlt, der Vorderrand in der Mitte fast gerade, die Vorderwinkel spitzig, vorspringend ; an den Seiten schwach .gerundet, gegen die Basis ausgesch- weift, die Seiten rànder schwach aufgebogen, oben schwach gefaltet ; die Basis gerade, Hinterwinkel stark zugespitzt, beim cf betràchtlich lànger als beim 9 • Flùgeldecken lànglich ei- fòrmig niedergedrùckt, nach rùckwàrts schwach erweitert ; Schultern verrundet ; mit einer scharfen dùnnen Randrippe, auf welcher sich in ziemlich weiten Zwischenràumen nach hinten gerichtete, mehr minder zugespitzte Hòcker befìnden ; nur mit einer, in der Mitte zwischen der Randrippe und der hinten schwach Kielfòrmige erhabenen Naht befindlichen Dor- salrippe, die nach riickwàrts nach innen, gegen die Naht zu, gerichtet ist ; zwischen der Dorsalrippe und der Randrippe eine weitlàufìge Reihe verschieden grosser, zugespitzter Tu- berkeln ; zwischen Dorsalrippe und Naht ohne Spur yon Tu- berkeln ; die Oberseite glatt. Epipleuren breit, schwach ge- wolbt, glatt.
- Long. 22-23 Lat. 9 V2 "
Cyrenaica : Bengasi.
.. Die Art gehòrt in die nachste Verwandtschaft von A,
1§
Goryi Guer. voti der sie sich durch die vorne stàrker ausgè- hòhlte Halsschild-Scheibe und durch die Tuberkelreihe zwi- schen Borsai und Randrippe unterscheidet.
Es liegen mir 2 gT i 9 vor. Bei dem einen ^ sind die Halsschild-Hinterwinkel mehr nach aussen gerichtet, bei dem zweiten hingegen schnabelfòrmig nach hinten gezogen.
Herrn Direktor Pruf. R. Gestro als Zeichen meiner Dank- barkeit fùr sein liebenswùrdiges Entgegenkommen gewidmet.
PimeGia derasa Klug.
Die syrischen Stiicke dieser Art weichen von jenen aus der Cyrenaica stark ab. Ich war versucht letztere fiir eine neue Art zu halten, da sie in einigen wichtigen Punkten mit der Beschreibung von Sénac nicht ùberreinstimmen. Sénac sagt in seiner Monographie II, p. 25 : « légèrement déprimée sur le milieu du dos » und von den Flùgeldecken : « le pre- mier intervalle est presque entièrement lisse, les autres pré- sentent quelques fines granulations subsérìalement disposées longitudinalement ».
Diese und die ùbrigen Angaben passen volkommen auf syrische Stiicke.
Klug beschreibt in Symb. phys. II, 1830, nr. 7, t. ii, f. 7 àgyptische Stiicke (von Alexandrien), ' die ich leider nicht gesehen habe und sagt : « Elycra dorso laevia^ late- ribus punctata, punctis rarissimis elevatis, quadrilineata, linea prima fere tota, secunda basi obsoleta^ ad apicem dmticulata, tertia quartaque elevatis defiticulatis »,
Diese Beschreibung passt auf die Stiicke aus der Cyre- naica und, wie mir Herr Agostino Dodero, Genova, mitteilt, stimmt auch die Abbildung von Klug vollkommen auf die Stiicke von Bengasi.
Daraus ergibt sich nun folgendes : Die àgyptischen Stii- cke stimmen mit jenen aus der Cyrenaica ùberein und bilden die echte P. derasa Klug. Die syrischen Stiicke, die wahr- scheinlich Sénac beirn Entwurf seiner Beschreibung vorlagen, weichen in folgenden Punkten ab.: Die Oberseite ist nicht*
^0
gewòlbt, sondern abgeflacht, die Rippen sìnd stàrker, beson- ders gegen die Spitze sehr stark vortretend^ die ersten 3 Zwischenràume sind nicht ganz glatt, sondern kòrnig punk- tiert, der erste und zweite vereinzelt, der dritte mit zahlrei- cheren kleinen und einigen gròsseren Kòrnern.
Ich nenne die syrische Form ; derasoides.
Reichlicheres Material wird es ermòglichen festzustellen, ob hier 2 verschiedene Arten vorliegen.
Pimelia bengasiana n. sp.
Mehr minder glànzend, im Habitus P. errans M\\\. (i) àhnlich. Kopf sehr weitlàufig fein punktiert. Fùhler schlank, mit gestreckten Gliedern, Glied 9 so lang als breit, Glied 3-5 ohne lange Haarbewimperung ; die Basis des Halsschildes nicht ganz erreichend. Halsschild gewòlbt, breiter als der Kopf, und etwas breiter als eine Flùgeldecke, an den Seiten voll- stàndi g gerandet und ziemlich stark gerundet, nach hinten twas mehr verengt als nach vorne, fast herzfòrmig ; Vo rder seite in der Mitte gerade, mit schwach vorspringenden Vor- derwinkeln ; Hinterseite gerade, fast ohne Hinterwinkel. Scheibe glatt, mit einzelnen feinen Punkten, an den Seiten mit zer- streuten, ziemlich grossen, flachen Tuberkeln. Prosternalfort- satz nicht ùber die Vorderhùften vorragend, lanzettfòrmig, an der Spitze meist mehr minder deutlich halbmondfòrmig oder winkelig ausgerandet. Mittelbrust einfach Kissenfòrmìg herabgewòlbt. Fliigeldecken kurz und breit eifòrmig, an den Seiten schwach gerundet, mehr minder stark gewòlbt, ah stelle der Dorsalrippen mit nicht sehr dicht stehenden, grossen, abgeflachten, eifòrmigen Tuberkeln ; die erste Borsai reihe bis zur Basis reichend, zur Spitze die Tuberkeln weitlàufiger und kleiner, etwas vor der Spitze verkùrzt ; die zweite Dorsalreihe ge- wòhnlich kùrzer als die erste,. mitunter mit der ersten zu- sammentreffend ; die Humeralreihe, beilàufìg von der Hàlfte der Fliigeldecken an, mit stàrker hervorragenden, fast zahn-
(1) Obwohl P. bengasiana der orientalis Sén. am àhnlichsten ist, ziehe ich P, errans um Vergleiche heran, weil Ittztere Art in den Sammlungen haufiger vertreten ist.
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formigen Tuberkein, so lange oder etwas lànger als die erste Dorsalreihe ; Marginalrippe abgesetzt, gekerbt, gegen die Spitze schwach gezàhnt. Erster und zweiter Zwischenraum mit unregelmàssig gereihten Tuberkein, die beilàufig halb so gross sind wie die der Dorsalreihen, ausserdem mit nicht zahlreichen, unregelmàssig verteilten kleineren Kòrnern ; der dritte Zwischenraum vorne mit einer kurzen Reihe gròsserer Kòrner, im ubrigen mit ziemlich zahlreichen kleinen Kòr- nern. Die falschen Epipleuren mit zerstreuten kleinen Kòr- nern. Zwischen den Tuberkein und den Kòrnern der Flugel- deckenscheibe bleiben gròssere Zwischenràume frei. Abdomen dicht gekòrnt, das vorletzte und das Analsternit an der Basis glatt. Beine normal. Die 4 hinteren Schienen auf der Unter- kante weit uber die Mitte gefurcht, die abgeflachte Hinterseite nicht tomentiert, die Hinterkante tief gefurcht. Die 4 hinteren Tarsen nicht zusammengedruckt, seitlich nicht abgeflacht, ringsum kurz beborstet.
Long. 17-21 mm. - Lat. 12-13
Cyrenaica : Bengasi.
Die Art gehòrt zu Pimelia s. str. und ist von P, orien- talis Sén., mit der sie am nàchsten verwandt ist, durch den fast herzfòrmig verengten Halsschild, der bei orientalis schwach gerundet verengt ist, durch die starke Wòlbung der kiirzeren, viel weniger dicht skulptierten Flugeldecken, die viel weniger stark hervortretenden, mehr verwischten eifòrmigen Tuberkein der Dorsalreihen, die bei orientalis zahnfòrmig sind, den wie oben geschilderten Prosternalforsatz, der bei orientalis hinter den Vorderhùften steil abfàllt und in der Mitte gefurcht ist, verschieden.
Es liegen mir 8 Stiicke vor, von denen einzelne .stark glànzen, andere matt sind. Die Tuberkein der Dorsalreihen sind meist gross und lang eifòrmig, mitunter aber sind sie hòckerartige.
Blaps Doderoi n. sp.
Schwach glànzend, die ganze Oberseite der Quere nach stark gewòlbh Kopf und Halsschild sehr fein, zerstreut punk
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tiert ; Kopfschild breit ausgerandet, jederseits deutlich winke- lig vorgezogen ; Kinn vo) ne sehr schwach oder gar nicht eingedrùckt, nicht ausgerandet ; Fiihler kurz, die Basis des Halsschildes nicht erreichend. Halsschild an den Seiten schwach gerundet und vor der Basis schwach ausgeschweift, mit ver- rundeten Vorder- und schwach stumpfwinkeligen Hinterwin- keln. Prosternum zwischen den Vorderhùften dicht und rauh punktiert, mit tiefer Rinne in der Mitte, der Fortsatz hinter den Vorderhtiften steil abfallend und in einer kurzen, schna- belfòrmigen Spitze endigend. Fliigeldecken lànglich-eifòrmig, mit stellenweise fast geradlinigen Seiten, etwas mehr nach hinten am breitesten ; sehr fein, zerstreut punktiert, auf der Scheibe mit mehr minder deutlichen Spuren von Furchen, gegen die Spitze mit deutlichen Furchen und schwach rip- penfòrmig erhabenen Zwischenràumen ; der Rand in den letz- ten zwei Fiinfteln von oben nicht sichtbar ; hinten sehr hoch und steil abfallend ; der schwanzfòrmige Fortsatz beim kurz, I mm. lang, fast parallelseitig, schwach nach abwàrts gebogen, mit spitzwinkeligem Hiatus, oben nicht quergerun- zelt, vereinzelt punktiert, unten gemeinschaftlich ausgehòhlt, quergefaltet. Beim ist ein Bùrstenfleck vorhanden, der ziemlich starke Rocker liegt zwischen Vorderrand und Mitte des ersten Sternites, vor dem Rocker mit 1-2, dahinter mit zahlreichen Querfurchen, das zweite und dritte Sternit gerun- zelt und mit feinen, kòrnigen Punkten besetzt. Epipleuren nach hinten fast gleichbreit. Hinterschenkel stark, Mittel- schenkel schwach gekerbt ; Hinter- und Mitteltibien ge- krùmmt, erstere stàrker. Das unter den Klauen vorragende Elide des Klauengliedes dreieckig und zugespitzt.
Long. 30-34 mm.
Cyrenaica : Bengasi.
Das Kinn ist zwar vorne mitunter sehr schwach einge- driickt, aber doch viel weniger als bei den Arten der Grup- pen 6-1 1 der I Abtéilung nach Seidlitz. Die Art gehòrt we- gen des zwischen Mitte und Vorderrand des ersten Sternites liegeiiden Hòckers und wegen des deutlichen schwanzfòrmigen,
parallelseitigen Fortsatzes der Flugeldecken in die 4 Gruppe der I Abteihing nach Seidlitz und in dieser wegen der steil abfallenden Flugeldecken und dem gerunzelten zweiten und dritten Sternit zu divergens Faìrm. und nef;auensis Seidl. (i) Mit letzterer Art ist sie am nàchsten verwandt und durch folgende Merkmale zu unterscheiden. Der Halsschild ist an den Seiten weniger gerundet, die Flugeldecken sind stàrker quergewòlbt, hinten noch steiler abfallend, der Prosternal- fortsatz ist nicht scharfkantig, sondern steil abfallend,' der Hòcker hat vorne keine Làngsfurchen.
Der Hauptunterschied liegt aber in der Bildung der schwanzfòrmigen Fortsatzes der Flugeldecken. Dieser ist bei Doderoi n\xx halb so lang, àhnlich gebaut wie bei Edmondi Sol., allerdings nicht so stark herabgekrùmmt bei nefzaii- ensis hingegen so gebaut wie bei gigas Limi.; bei Doderoi ist er oben nicht, unten stark querfaltig, bei nefzauensis oben stark, unten nicht querfaltig.
Es liegen mir 4, bis auf die Gròsse und die Halsschild- randung ubereinstimmende (-f vor. Fin Stòck ist auf der Oberseite sehr undeutlich punktiert.
Ich erlaube mir, diese Art Herrn Agostino Dodero, Ge- nova, zu Ehren zu benennen.
(1) Dr. Seidlitz schreibt irrtùmlich ne/rauensis, die Oase heisst aber < Nefzaua * wie mir H^rr Direator Prof. Gestro mitteilte. »
GLI APION (CATAPION) ITALIANI di Arturo Schatzmayr, Trieste.
Il sottogenere Catapion è un complesso di forme abba- stanza omogenee, le quali sono, per tale ragione, più facili a riconoscere che a definire.
Le caratteristiche che lo distinguono dagli altri sotto- generi sono:
Elitre elittiche, la loro larghezza massima si trova circa nel mezzo. Questo carattere, che è assolutamente costante, è, da principio, un po' difficile ad afferrarsi bene, per cui, prima di passare alla classificazione degli Apionini, è necessario d’imprimerselo nella memoria. Si può acquistare in ciò una certa pratica, confrontando attentamente la struttura delle elitre del smictilus con quella p. e. del Unm, d^lV intermedium o del loti.
Esse possono essere allungate o brevi, a strie strette e superficiali o larghe e profonde, e sono nella 9 > solito, un po’ più larghe che nel nere, in una sola specie europea azzurre ed in altra, non italiana, rosso-brune; la pubescenza, raramente squamuliforme, è distribuita regolarmente; gli omeri sono sempre bene marcati, lo scudetto p’ccolo, normale.
Rostro, meno che in una specie delle Sporadi, senza dicroismo sessuale, di struttura normale, curvato, nel cf rela- tivamente grosso, nella 9 lungo, più sottile e lè antenne, per correlazione, pure più lunghe. Solco antennale più o meno bene sviluppato, mai prolungato alla parte inferiore della testa; clava normale.
Testa piuttosto breve; occhi piani o sporgenti; fronte talora impressa; spazio interoculare quasi sempre carenulato (v. burdigalense).
Torace più o meno cilindrico o conico, di solito strozzato anteriormente,
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Le zampey nelle specie italiane, sono nere; alcune specie della seconda sezione, specialmente i gT gT» hanno le tibie, di solito le anteriori, parzialmente o interamente giallo-brune.
Tarsi di lunghezza normale, uguali nei due sessi.
La fossetta mediana del metasterno non è sempre più profonda nel che nella $ .
Dimorfismo sessuale debole.
Per l’incostanza della struttura dei singoli organi e del- l’aspetto, inoltre per l’assoluta mancanza di caratteri marcati, le specie del sottogenere Catapion sono molto difficili da divi- dere dicotomicamente. I lavori fino qui presentatici dai diversi autori peccano di troppa rigidezza, poiché in essi, di solito, non vengono considerate le forme aberranti, nè i bastardi molto frequenti in questo sottogenere. Questa tendenza a variare ostacola molto una sollecita e sicura classificazione dell’insetto, non solo, ma lo rende talora irriconoscibile per le anomalie individuali che ne cancellano la struttura originaria.
A queste difficoltà si aggiungono quelle create da espres- sioni inesatte, adottate da certi autori nelle loro descrizioni. Parlando p. e. deW atomarium^ lo si definisce come « um die H'àlfte khmer » della metà più piccolo, del vicinum^ la lun- ghezza del quale misura in media 2,6 mm. Invano si cerche- rebbe un atomarium della grandezza di soli i’3 mm. !
Un inevitabile inconveniente lo riscontriamo anche nel differente apprezzamento delle dimensioni fatto dai diversi autori. Mentre troviamo chi descrive il rostro del seniculus ‘9 come lungo quanto testa e torace riuniti, vi è altri che invece lo ritiene considerevolmente più lungo, e così via.
Altri ostacoli ancora concorrono a rendere vieppiù difficile la classificazione degli Api on, fra. cui la manìa di alcuni autor di descrivere nuove specie su individui unici, senza che questi presentassero caratteri morfologici tali da rendere scusabile la descrizione.
Con Wencker s’è fatto un passo innanzi. Nella sua mo’ nografia degli Apion (L’Abeille I, 1864) egli si dimostra sereno nei giudizi e parco nella creazione di nuove specie; Desbrochers
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segna nel Frelon (1893-1896) invece un regresso nella cono- scenza di questo genere. La leggerezza con cui egli definisce le vecchie specie e crea le nuove, e la superficialità dèlie de- scrizioni di nuove specie inceppano ostinatamente la via alla mèta che lo studioso si prefigge di raggiungere, rendendo- gliela aspra e piena d‘insidie.
Bedel, nella sua breve tabella degli Apion (Coléoptères du Bassin de la Scine, Ann. Soc. Ent. Fr, 1888, Publication hors serie) manifesta tutta la perspicacia di cui è dotato.
Schilsky, nella sua monografia nel Kiist. u. Kraatz, Die Kàfer Europa’s 1902-1906, seguendo Eppelsheim (Seidlitz, Fauna Transsylvanica, 1891) venne a portarci un po' di nuova uce, specialmente colla sua geniale divisione dei sottogeneri, il cui coordinamento sistematico però è completamente errato. Egli si è mostrato all’altezza del compito assuntosi, e le sue tabelle, per quanto concise, sono chiare e bene esposte. Pec- cato che la stampa ne sia poco curata; gli errori vi pullulano.
Specializzatosi da anni negli Apionini di tutto il mondo, Hans Wagner ha dato prova, nei suoi diversi e sparsi lavori, di essere profondo conoscitore di questo gruppo.
Reitter, nella « Fauna Germanica » (1916) ha commesso l’errore di seguire Desbrochers, innalzando V Oxy stoma Dum. a genere. Del resto il lavoro corrisponde alle esigenze per cui fu creato.
Nel compilare la presente tabella ho badato di attenermi ai caratteri esteriori delle specie e, per quanto possibile, a quelli visibili negli insetti preparati secondo l’attuale usanza. Certamente per una facile classificazione è necessaria almeno una mediocre preparazione.
Affinchè lo studioso abbia una generale visione di questo sottogenere, oltre alle forme italiane che studiai accuratamente e coscienziosamente, ho citato tutte le altre della regione paleartica, alle quali’ però non mi dedicai più di quanto non fosse necessario per formarsene un’idea.
Per ciò che riguarda la nomenclatura, io mi sono attenuto 3.Ì nomi accolti generalmente dagli autori. Esumare i sinonimi senza un fondato motivo è, secondo me, tempo perso.
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Le abbreviazioni che adottai per esprimere i gradi di parentela fra L’una e l’altra forma sono le seguenti: sbsp. == sottospecie (razze geografiche, locali, event. biologiche o prin- cipi di nuove specie, come le chiamerebbe Darwin); ab. — aberrazione (più o meno leggere e comuni differenze (croma* tiche o morfologiche) individuali, collegate da passaggi tra il tipo e la forma aberrante); an. == anomalia (differenze più o meno spiccate che si riscontrano eccezionalmente negli indi- vidui, e non collegate da pa;ssaggi). L’abbreviazione var., di cui troppo si abusa, l’adotterò solamente in quei casi in cui, per una ragione o l’altra, non sarò in grado di stabilire il valore dell’affinità che passa fra l’esemplare variante ed il tipo.
Più innanzi ho enumerato le aberrazioni ed i bastardi, in modo che ulteriori osservazioni di tale genere possono venir segnalate e distinte da numeri progressivi in continuazione ai numeri da me già esposti.
Allo scopo di agevolare la classificazione dei Catapion italiani ho dato alla fine della tavola analitica, un’altra breve tabella accessoria basata su caratteri facilmente afferrabili.
Con questo mio modesto lavoro intendo iniziare la pub- blicazione di una serie di tavole analitiche dei nostri coleotteri, nella speranza anche di vedermi imitato dai colleghi italiani e di dare così un maggiore impulso ai nostri languenti periodici, perchè non è necessario di trascurare la propria casa, per ammirare quella degli altri.
E’ mio obbligo infine di ricordare pubblicamente tutti quei signori colleghi che vollero in diversi modi dare corte- semente il loro appoggio al presente mio lavoro. Essi sono- Otello Chenda, dott. Ed. Gridelli, Carlo Lona, Candido de Mayer, dott. Gius. Messa, dott. Carlo e Giorgio Ravasini, A. Siega e dott. H. Springer (tutti di Trieste); Guido Depoli (Fiume); Maria de Canussio (Fola); dott. A. Andreini, Agost. Dqdero e C. Mancini (di Genova); dott. G. Della Beffa, dott. F. Capra e F. Muzzi (di Torino); A. Falzoni (Bologna); Enrico Ragusa (Palermo); Pietro Novak e dott. Ed. Karaman (Spalato); dott. Staudacher (Lubiana); Otto Leonhard (Dresda) e I. Clermont (Parigi).
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Sono riconoscentissimo in modo speciale poi ai miei amici Ernesto Circovich e dott. Giuseppe Mùller; il* primo perchè mi è stato fedele compagno nelle mie caccie e mi ha ceduto tutto il materiale raccolto; il secondo perchè ha messo a mia disposizione le sue annotazioni raccolte pazientemente da oltre due decenni, ed al dott. Ferdinando Solari. Questi, oltre airavermi inviato il materiale più prezioso della sua collezione, mi fu largo e generoso di saggi consigli, i quali mi conferma- rono quanto profonde sieno le sue cognizioni entomologiche.
Il merito sarà adunque suo, se il presente lavoro dovesse incontrare il favore degli entomologi italiani: mia la colpa, se non ho saputo profittare degnamente dei suoi consigli.
Per rispetto al diritto di priorità, prima ch’io passi alla divisione analitica dei Catapion, pubblico la seguente diagnosi, pervenutami dai signori A. e F. Solari.
Àpion (Catapion) calabrìcum Solariy «. sp. A. corsico Desbr. simillimuniy tamen capite multo latiore, oculis praecipue in 9 subglobosisy prominuliSy fronte distincte depressa^ deinde capite a rostro distinctissime separato, thorace breviore, pro- fundius punctato, lateribus perparum rotundato, elytris minus ovalibus, humeris calloso-prominulisy rostro in paullulum longiore ac nitidiore, in 9 sensim longiore et multo minus curvato, distinguitur .
Calabria [Gerace, legit G. Paganetti- Hummler\
Per la forma della testa il calabricum si distingue facil- mente dal corsicum Desb., al quale, peraltro, è molto affine. Nel calabricum la testa, in posizione naturale, risulta molto larga (almeno lunga quanto larga) e di forma quadrata, a causa degli occhi globosi e sporgenti; inoltre essa è, nel suo complesso, molto appiattita onde la sua curva risulta molto diversa da quella del rostro. Nel corsicum invece gli occhi sono ovali e punto sporgenti, la testa è molto più stretta, meno larga che lunga, la sua curva si confonde con quella del rostro.
Somiglia anche estremamente al puhescens YiSxhy y che ha pure la testa larga, gli occhi sporgenti, la fronte depressa; se ne distingue per il rostro visibilmente meno curvato, tanto nel che nella 9 » ^ forma più allungata. Inoltre nel pubcscens 9 rostro è più corto della testa e del torace riuniti, nel calabrictim è visibilmente più lungo, per quanto di poco. Il calabricum ha infine gli elitri più lunghi (lunghi quanto nel corsicum^ e gli omeri più sporgenti, gli occhi delle 9 9 globosi e più sporgenti.
Il natricis Planet ha il rostro molto più largo alla base che alfapice, la testa molto meno larga che nel calabricuniy gli occhi ovali, non sporgenti.
Il curtulum è considerevolmente più piccolo ed ha il rostro completamente differente.
Dall' ononiphagum Schatzm. e dal stmculus Kirby si distingue facilmente per la vestitura del corpo molto meno abbondante e per la forma della testa, dalla 9 primo anche per la forma caratteristica del rostro che, w^Vononi- phagum, descrive una curva irregolare, la quale si accentua sempre più quanto più ci si avvicina alla sua estremità.
A. e F. Solari.
TAVOLA ANALITICA DEI CATAPION ITALIANI
I. Sezione (specie dominanti : pubescens seniculus).
Elitre a striatura normale o fina, talora superficiale, inter- valli molto più larghi delle strie.
In una sola specie {natricis) le strie delle elitre sono larghe e profonde; grintervalli però sono molto convessi e, come nelle altre specie di questa sezione, non hanno margini acuti. Normalmente, anche nel (^, le tibie sono nere. Segmento anale a punteggiatura molto densa; se più rada, gl’intervalli dei punti sono lisci, od a zigrinatura finissima, quasi micro- scopica, formata da strie parallele. Metasterno ed i due primi segmenti, nel mezzo, molto più finemente punteggiati che ai
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lati, il primo di regola liscio, o con punteggiatura indistinta. Solo nel burdigalense e nel seriatosetosulum, entrambi col rostro meno che equilungo (^) e più largo nella porzione basale che nella distale, queste parti del corpo sono punteggiate anche nel mezzo. (Confr. la II sezione a pag. 39).
1. L’unica specie italiana con elitre azzurre. Struttura del corpo come quella del pubescenSy del rostro, come del seriatosetosulum. Corpo nero, : Rostro molto grosso, un poco assottigliato verso l’apice, fortemente curvato, opaco, punteggiato, peloso e molto meno che equilungo. 9 : Rostro poco più lungo, ma più sottile e più lucente. Lo spazio che passa tra il ’ margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è poco (9) ^ sensibilmente (cf) più breve di quanto è lungo l’asse degli occhi.
Testa grossa, opaca, fronte assolutamente piana, spazio interoculare senza carenatura distinta, a punti fini, ma profondi. Torace a punteggiatura nè troppo grossa, nè troppo densa, gli spazi tra i punti zigrinati. Elitri un poco lucenti, a strie piuttosto fine. Metasterno e i due primi segmenti addominali muniti, anche nel mezzo, di punti fini e sparsi. Lungh. 2’4-2’7 mm. (^).
Alsazia, Paesi mediterranei, Caucaso, Siria, Algeria, (loc. class. Bordeaux, Fréjus).
La pianta albergatrice è ancora sconosciuta.
Italia: Venezia Giulia (Barcola, Roiano e S. M. Madda- lena Inf. presso Trieste ! Parenzo ! Pola !) (^); Dalmazia (Dugo- polje presso Spalato, Cattaro!); Puglie (M. Gargano!); Napoli, Messina (secondo Desbr. Frelon 56); Sicilia (sec. Ragusa, Nat. Sic. 1906, 17).
Sinonimi: s&micyaneum Muls. Rey, Opusc. IX, 1859, 7. talpa Desb. Mitt. Schweiz. Ent. Ges. Ili 1870, 185.
(1) Equilungo, termine ch’fo propongo ai colleghi italiani per evitare la tediosa ripetizione « lungo quanto testa e torace presi insieme > e con il quale intendo dire che la linea retta, che passa tra l’apice del rostro ed il margine anteriore dell’occhio è tanto lunga, quanto è lunga la linea fra questo ed il margine anteriore del torace. Questa misurazione io l’ho fatta sempre al profilo destro dell’insetto.
(2) Sempre compreso il rostro .
(3) Le citazioni delle località e delle piante sono prese dalla bibliografia: il punto esclama tivo seguente una di queste citazioni indica che la località od anche le piante furono da me stesso accertate.
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Wencker, Ann. Soc. E. Fr. (3) VI, 1858, 237. blirdigalense.
— Elitre nere. . . . . . . * » . 2.
2. Rostro della 2 > di profilo, circa equilungo o
più corto. Elitre meno allungate . . . . 3.
— Rostro della 2 distintamente più che equilungo; me- tasterno e talora anche i due primi segmenti addo- minali punteggiati soltanto ai lati. Elitre più allungate. 5.
3. Rostro grosso, fortemente curvato, nella 2 lucido ma poco più lungo e più sottile che nel cf, alla metà basale più largo che a quella distale. Strie ed inter- strie delle elitre munite di rigide setole bianche, la cui lunghezza talora varia un poco, a seconda della località. Inferiormente la punteggiatura è più forte che nelle specie affini e regolarmente distribuita. Dif- ferisce dal puhtscens per la struttura e la lunghezza del rostro in ambo i sessi, per le antenne che sono inserite più verso la base del rostro, per la testa più stretta e punto o molto leggermente depressa, per la pubescenza del corpo molto più grossa e più ordi- nata e per la punteggiatura della parte inferiore del corpo; dal curtulum per la struttura del rostro, il torace un poco più largo, molto più fortemente e densamente punteggiato, le elitre più larghe e molto più fortemente striate, per il rivestimento del corpo più denso, i singoli peli più grossi e disposti più ordinatamente e per la punteggiatura del metasterno e dei due primi segmenti addominali.
Secondo Schilsky (Die Kàf. Eur. 39, 41), il seriatoseto- sulum avrebbe talora le elitre a riflessi metallici. Non vidi mai individui d’un simile colorito.
Lungh. 2-2’3 mm. Paesi circum mediterranei (loc. class. Nizza, Andalusia).
La pianta su cui vive è ancora sconosciuta; le 2 9 sem- brano molto più rare dei
Italia: Venezia Giulia (S. M. Maddalena Inf. presso Trieste! Pirano! Parenzo! Cdiersol); Dalmazia (Salonal Poljica
presso Spalato!); Emilia (Forlì!); Toscana (Firenze! Arezzo!); Sicilia ! Abruzzi (Gran Sasso ! Cerchio ! M. Gargano).
Schilsky, riferendosi ad una notizia di Kiesenwetter (Die KàT Eur. 39, 41 a) cita questa specie della Siria, ciò che è indubbiamente errato.
Sinonimi : neapolitanum Desb. Mitt. Schw. Ent. Ges. Ili, 1870, 200.
Wencker, L’Abeille I, 1864, 179. serìatosetosulum. li griseosetulosum Desbr. Op. I 1874-75, 29, erroneamente ripor- tato nel catalogo Wagner e nei successivi col nome di griseosetosulum-, è indubbiamente un Catapion e forse il seriatosetosulum stesso. L’au- tore, che crea la specie, secondo la sua abitudine, su di un solo in- dividuo, non fa alcun confronto con le specie affini, ma per il rostro più grosso alla base, cilindrico, glabro e brillante, per la pubescenza abbondante, formata di corte setole un po’ sollevate, disposte in serie sulle elitre e rese confuse dagli analoghi peli delle interstrie, è cer- tamente affine al precedente. Impressione frontale e sporgenza degli occhi nulle. Torace quadrato, senza alcuna strozzatura anteriore. sconosciuto. Egitto (ex Desbrochers).
— Rostro più sottile, di grossezza uniforme; peli normali, fini; metasterno punteggiato solo ai lati; i due primi seg- menti addominali nel mezzo quasi lisci, o molto più leg- germente punteggiati che ai lati , . . .4.
4. Testa distintamente depressa, infossata, quadrata o più larga che lunga; occhi sporgenti. La fossetta interoculare è, di regola, marcata, in rari casi essa è appena accen- nata. Rostro della 9 equilungo, un individuo della
Valle del Vippaco ed un altro di Vallombrosa (Firenze)
10 hanno un tantino più lungo, abbastanza fortemente curvato, lucido e, rispetto al corpo, piuttosto gracile. Elitre larghe, a strie normali, omeri prominenti. (^: Rostro molto più breve dì quello della 9> grosso e rugoso e pubescente quasi fino all’apice. Nel (visto di profilo) l’inserzione delle antenne dista dal margine anteriore degli occhi tanto quanto è lungo l’asse di questi; nella 9 questo spazio è poco più lungo. Un individuo di Palermo è simile al corsicum e non differisce da questo che per
11 rostro più breve. Lungh. 2-2’7 mm.
èà
Europa, Sìria, Algeria. Vìve su Salìx vitellina^ cinerea, repens e purpurea!
Abbastanza frequente in tutta Tltalia: Venezia Giulia! Vene- zia Propria! Emilia! Liguria! Isole del Carnaro ! Dalmazia! Castel di Sangro! Palermo! M Gargano. Sardegna! Lazio! Biologia: Corti, Riv. Col. It. I, I9c>3»
Sinonimi: civicum Germ. Mag. Ent. II. 1817, 234.
salicis Gyllenh. Schònh. Gen. Spec. Cure. I. 1833, 286.
Kirby, Trans. Linn. Soc.-Lond. X, 1811, 350. pubescens.
gemuluin Faust, D. E. Z. 1885, 29, 186. Aspetto del pubescens, fronte piana, elitre di un verde metallico, spesso con riflessi azzurro, gnoli. Rostro della lunghezza del torace ) o poco più lungo (9)- curvato. Zampe nere. Lungh. 2’2-2’3 mm. Turkmeni a ( Margelan ), Dshisak, Aulie-Ata, Ak-Dshar (loc. class.). Ex Faust.
Sinonimi: soricinum Desbr. Le Frelon IT, 1892-93, 108 e V, 247 mus Desbr. 1. c. VI, 1896-97, 25.
turkestanicum Desbrochers, Le Frelon, 1895-96, 249. Meno convesso del gemulum, primo aiticolo del funicolo appena ingrossato, quasi due volte più lungo che largo, testa più piccola, occhi leggermente ma distintarpente sporgenti. Torace più finamente punteggiato. Scudetto stretto Anziché puntiforme. Turkestan, (ex Desbrochers).
Doriae Desbrochers^ Le Frelon III, 1893-94, ^ ^ Mon. 248. Estre- mamente vicino al gemulum, ne differisce per la forma della testa che è grande, punteggiata; fronte larga, occhi più grandi, non pro- minenti, rostro bruscamente curvato. Il corpo è più robusto, il torace è più strozzato anteriormente, di modo che i lati sono un po’ arro- tondati. Zampe, compresi i femori, rosse. Lungh. 2’2 mm. Persia, (ex Desbrochers).
acuticlava Desbrocheis, Le Frelon X, 1901-1902, 159. L’autore non lo confronta con la specie affine, lo cita solamente come « proche de soricinum *, che è il gemulum Faust. Insetto a densa e lunga pube- scenza grigia. Testa larga, occhi piani. Antenne gracili, inserite sul primo terzo basale del rostro, clava lunga, acuminata. Rostro abba- stanza sottile, fortemente curvato, circa della lunghezza del torace. Caucaso (i 9)' Fa lunghezza del rostro però fa supporre che si tratti di un d”. La descrizione, come si vede, è vaga, (ex Desbrochers). — Fronte piana, testa più stretta, ma gli occhi, specie nel cTi sporgenti quasi al pari del pubescens; elitre più strette, a
Mem. Soc. Ent. It., I., 1922.
3
M
strìe più fine, talora molto deboli. Torace più stretto, un po’ arrotondato ai lati, a punteggiatura più fine e più sparsa. • Rostro lucido, poco più lungo del torace, a puntr rari e fini e pubescenza sparsa. J : Rostro distin- tamente meno che equilungo. Inferiormente il curtitlum è molto più finamente punteggiato del pubescens. Metasterno liscio nel mezzo, segmento anale, specie nel (^, molto \ finamente punteggiato. Lo spazio che passa tra il margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è più breve di quanto è lungo l’asse degli occhi. Lungh. 2-2’4 mm.
Schilsky (Die Kafer Eur. 39, 39) dice : « von pubescens und seniculus durch langeren Rùssel unterschieden » (’). Si
tratta d’un lapsus calami. Il rostro del curtttlum è più breve di quello dei summenzionati. Secondo il detto autore (1. c. 43, XXXXVII), e credo abbia ragione, la v. frontale di Desbrochers, proveniente da Genova, non è che una aberra- zione del curtulum o del pubescens e va posta in sinonimia, anche per la ragione che Desbrochers, a pag. 162 della sua monografia, descrive un altro frontale, della Siria, dichiarato dai più competenti autori pure quale razza del curtulum. Secondo F. Solari (i. litt.) il frontale genovese sarebbe molto affine 2.VII ononiphagum Schatzm. Ne dubito, perchè quest’ul- timo non ha nulla di comune col curtulum. Comunque ecco come l’autore distingue il suo frontale genovese dal curtulum: Rostro meno sottile, meno lungo, fronte infossata, torace a lati subparalleli. Il frontale Desbr. (Le Frelon, Mon. 162) della Siria (i (f) differirebbe dal curtulum per la testa per- fettamente conica, il torace un poco meno corto, ad orlo anteriore distintamente rilevato, per le strie delle elitre molto meno fine. Caratteri questi, di regola, poco costanti. Il Wagner nei suoi cataloghi lo riporta come var. del curtulum.
Paesi circummediterranei. Non si conosce ancora la pianta su cui vive.
(1) Si differenzia dal pìibescens e senicidtis per il rostro più lungo.
Italia: Venezia Giulia (Fola! Medolinof); Toscana (Ca- stelnuovo Garfagnana !); Sicilia (Ficuzza ! Palermo! Mistretta 1); M. Gargano. Camerata Nuova! M. Amiata! Napoli! Filet- tino! (Lazio). Sardegna!
Sinonimi: Curtisi Wenck. (nec Walton) L’Abeille I, 1864, 178.
(v.) frontale Desbr. Le Frelon, 1900-901, IX, 83. Desbrochers, Mitt. Schweiz. E. G. Ili, 1870, 203. curtulum.
5. E’ specie propria. Nella descrizione originale considerato come sbsp. del seniculus. Differisce dalle specie seguenti per la forte e irregolare curvatura del rostro nella 9 • Il (f ha il rostro poco meno che equilungo, peloso, opaco. E’ più corpulento del seniculus^ ha le elitre più fortemente arrotondate ai lati. Si distingue da questo inoltre per il tratto punteggiato della testa, che sorpassa di molto il livello del margine posteriore degli occhi; il (f per le antenne più grosse, più brevi e costantemente nere o picee, la 9 oltre che per la struttura del rostro anche per Tarticolo basale delle antenne, che non è più lungo di quanto è largo il rostro all’inserzione delle stesse. Nell’aspetto ricorda il corsicum, ne differisce, nei solo per le antenne più grosse, le elitre più allun- gate e gli omeri meno prominenti, ma dalle 9 9 ■ corsicum è ben distinto, oltre che per le differenze testé citate, per il rostro che è considerevolmente più curvato e per il primo articolo del funicolo quasi globulare.
Il segmento anale è fortemente punteggiato.
Si distingue dal natricis oltre che per la forte e irrego- lare curva descritta dal rostro, anche per la grossezza più uniforme dello stesso; dal calabricum per la testa più stretta e gli occhi meno sporgenti. Lungh. 2’2-2’9 Vive ?>\x\V Ononis spinosa!
Italia: Venezia Giulia (S. Daniele del Carso! Dutto- glianq! (loc. class.), Monfalcone !); Liguria (Sampierdarena: Belvedere! Isoverdè, M, Greto, Albissola! i dubbio); Emilia (Razzano! Forli!) M. Pagano! Castel di Sangro. Gli individui
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della Liguria differiscono dal tipo per lo spazio interoculare un po’ depresso e gli omeri un po’ più prominenti, quello 9 del M. Pagano per il rostro un tantino più sottile.
Schatzmayr, Bull. Soc. Ent. It. 1919, 42. ononiphagum.
— La curvatura del rostro è normale anche nella 9 •
6. Testa larga, occhi sporgenti, fronte depressa. Metasterno
senza punti nel mezzo, i due primi segmenti muniti di punti fini ma distinti. (Confr. la descrizione a pag. 28). E’ un corsicum colla testa del pubescens. Óltre che dalla località citata dagli autori, conosco esemplari di Cimina (pure nella Calabria) e di Pachino (Sicilia), i quali hanno il capo bensì più largo e gli occhi più prominenti del tipico corsicum, ma meno del calabricum. Questa oscilla- zione dei caratteri principali che distinguono le due specie, mi faceva supporre che il calabricum fosse una sottospècie del corsicum, ma dinanzi al fermo convincimento dei signori Solari che, certo meglio di me, avranno saputo valutare il grado di parentela che passa fra le due forme, ho dovuto riconoscere anch’io il calabricum come specie propria.
A. e F. Solari, Mem. Soc. Ent. It. 1, 1922, p. 28 calabricum.
— Fronte piana, testa più stretta, occhi non sporgenti 7.
7. Strie delle elitre larghe e profonde, a punti molto grossi,
le interstrie sono molto convesse, poco più larghe delle strie e lucentissime. Differisce inoltre dal corsicum, a cui somiglia molto, per le dimensioni un po’ maggiori, per il rostro più lungo e più sottile in ambo i sessi, per il torace meno largo e per le elitre più allungate, più appuntite all’apice. Il rostro del gT è nella porzione basale un po’ più largo che verso l’apice, molto rugoso, a punti densi e grossi e peli lunghi abbastanza più distintamente visibili nella parte inferiore che nelle specie affini. Anche nelle 9 9 > bene conservate, questo carattere è marcato. Il collega F. Solari mi fece vedere un individuo cf del M. Pagano con la striatura simile a quella dei tipi francesi; lo stesso ha però le elitre più strette ancora e più lunghe ed
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il rostro di grossezza un po’ più uniforme, senza la caratte- ristica dei peli bene distinta. — Segmento anale densamente punteggiato. Lungh. 2*8 2*9 mm. Fralìcia (Guiers, Soissons (Aisne), Saclas! (Seine et Oise), Grenoble, Sorcy (Mense), Camp de Chàlons). Vive Orioni s natrix,
Italia: M. Pagano.
Planet, Ann. Soc. Ent. Fr. 1917, 154. natrìcis.
— Strie strette, a punti fini, interstrie piane, larghe e poco brillanti ......... 8.
8. E’ un pubtscens con le elitre più allungate, il rostro distin- tamente più lungo, la testa più stretta e non depressa. Occhi non molto sporgenti; questa prominenza è un po’ variabile, quindi il carattere citato dallo Schilsky (Die Kàf. Eur. 42, 40) e cioè che gli occhi della 9 sono prominenti, mentre quelli del lo sono distinta- mente, non s’adatta ad ogni individuo, non solo, ma io osservai talora proprio l’inverso. Nel cT rostro è gene- ralmente poco meno che equilungo (secondo Schilsky 1. c., poco più lungo del torace), nella 9 molto più lungo e più sottile (Desbrochers, Le Frelon V, 251, non è esatto definendolo, « dt la longmur de la téte et du prothorax >). Differisce dal seniculus principalmente per iP corpo più largo e più robusto e gli omeri molto più prominenti. Segmento anale fortemente punteggiato. Lungh. 2’5-2’9 mm. (^). L’A. corsicum è, circa dal 42° 30’ lat. in giù, molto più frequente del semculus; dalla bi- bliografia risulta che il seniculus vive, qua e là, assieme col corsicum.
Italia media, meridionale, Sardegna, Corsica (loc. class.). La pianta su cui questa specie vive non è stata ancora accer- tata. Sicilia (Mistretta ! Madonie ! Palermo!); Toscana (Pergine di Arezzo! Arcidosso! Castelnuovo Garfagnanà!); Lazio! Ca- labria (S. Giovanni in Fiore! (Cosenza) Cimina ! (individui che per la forma della testa si avvicinano al ealabricum A. e F.
(i) Alcuni individui della Sardegna (Lula, Dorgali) sono piccolissimi mm.) ed hanno elle itre strette quanto il seniculus.
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Solari); Emilia (Spilamberto ! c un esemplare un po’ più stretto dei siciliani, dei dintorni di Forlì!) Puglie (M. Gar- gano). Napoli ! Sardegna ! (ovunque frequente).
Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1888, CXCHL corsicum.
subpubescens Wencker, l’Abeille I, 1864, 176. Somiglia molto al corsicum, ne differisce per gli occhi assolutamente piani, la testa più breve, un po’ conica, per il rostro più lungo e per la pubescenza del corpo molto rada. La $ ha il rostro mglto brillante, gracile e circa I ^2 volte più lungo che testa e torace riuniti. Lungh. 2’6-2’8 mm. Algeria (Bone, loc. class.; Chellala). Esaminai tipici esemplari della collezione Solari.
— Più gracile del precedente. Elitre strette ed allungate, : Rostro di lunghezza abbastanza costante, un po’ meno che equilungo, grosso, solo due volte più stretto della base della testa, peloso e punteggiato quasi fino all’apice. Un individuo di Castelnuovo (Dalmazia) ha il rostro un po’ più breve e gli occhi più sporgenti. I tipi d\ Vienna (Eichkogel) hanno invece il rostro quasi equilungo. An- tenne raramente tutte nere, inserite a distanza maggiore della lunghezza dell’asse dell’occhio; 9 • Rostro molto più gracile, più lucido e più lungo, circa tre volte più stretto che la testa alla base; antenne nere o picee, rara- mente giallo-rossiccie come nel .
Occhi leggermente sporgenti, la punteggiatura della testa sorpassa, all’indietro, di poco il livello dei margini posteriori degli occhi. Nella 9 l’articolo basale delle antenne è più lungo di quanto ò largo il rostro all’in- serzione delle stesse. Il torace varia un po’ di lunghezza, ma non è mai molto più largo che lungo. Le elitre tanto nel (-f che nella 9 sono strette ed allungate, gli omeri poco prominenti. Qua e là si presenta qualche esemplare con le elitre meno strette del normale. In genere il serà- culiis è variabile ed il classificarlo talora non è facile.
La pubescenza del corpo, negli individui bene con- servati, è abbastanza lunga, sottile e densa. La punteg- giatura del segmento anale è pure variabile e non di rado si presentano esemplari con questo segmento quasi liscio.
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Lungh. .'^-2’7 mm. (Secondo Reitter, Fauna Germanica V, da 2 a 3’5 mm.) La var. jaffense (Le Frelon V, 250) è stata fondata da Desbrochers su due sole 9 9 biella Siria (Jafìfa, Gomorra). Differisce dal tipo, secondo l’autore, per la testa meno grossa, per il rostro d’un quarto più lungo, opaco, punteggiato sino all’apice e per l’articolo basale delle antenne più lungo. Per var. Maieri Desbrochers (1. c. IX, 82) intende un seniculus colle tibie anteriori un po’ curvate. L’autore lo descrive come specie (dei dintorni d’Amburgo) affine al pu- bescens, col quale, però, a causa del rostro lungo, nulla ha che fare. Il Maieri non è che una semplice aberrazione del seniculus.
Europa, Algeria, Tunisi, Siria, Anatolia, Turchestan, Siberia, Manciuria.
Vive su Trifolium pratense ! medium, Melilotus offici- nalis, Ononis sp. ? (secondo Kleine, Ent. Blàtt., 19 io, 317). Nella metà settentrionale dell’Italia questa specie è ovunque più frequente che in quella meridionale.
Sinonimi: murinum Everts, Nat. Sic. II, 1889, 252; palpebratum Gyllh. S:hònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 258; plebejum Germ. Mag. Ent. II, 1817, 215; pusillum Steph. 111. Brit, IV, 1831, 179; setosum Wenck. l’Abeille I,- 1864, 180; tenuis Gyllh. Faun. Suec. Ili, 1813, 57.
Biologia: Frauenfeld, Verh. Zool. Bot. Ges. Vienna, 1866, 963.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 61. seniculus.
Konigi Desbrochers, le Frelon VI, 1896-97, 26. Somiglia molto al- seniculus; ha la testa più larga, il torace cilindrico, il rostro meno curvato più ingrossato alla base e la gola munita di un piccolo dente, questo dente però è talora poco evidente o nullo nel Tiflis (Caucaso) ex Desbrochers.
II Sezione (Specie dominanti: atomarium ed elongatum). Elitre a striatura larga; i punti nelle strie sono grossi e pro- fondi e non intaccano il margine delle interstrie; queste piane, a spigoli acuti. Antenne, di regola, inserite più vicino alla base. Segmento anale senza punti, oppure, verso l’apice, a
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punti deboli e radi, i quali però non mascherano la scultura del segmento, che è formata di densa e regolare granulazione opa:a, il metasterno ed i primi segmenti addominali sono ovunque fortemente punteggiati.
1. Elitre molto brevi, poco più lunghe che larghe, oppure,, se allungate, 1’ insetto raggiunge raramente i 2 mm. Anche nel le zampe sono ordinariamente nere. 2.
— Insetto stretto ed allungato, di dimensioni maggiori (da
2 a 3*3 mm.). Specialmente i hanno ordinariamente
almeno le tibie anteriori e le antenne, meno la clava, giallo o bruno-rossiccie. (Fa eccezione il samai ense c\\q\\3. zampe ed antenne nere) . . . . . 7.
2. Rostro della 9 distintamente più che equilungo . 3.
— Rostro nella 9 massimo equilungo ... 6.
3. Lunghezza ordinaria delhinsetto da mm. 2’5 ^ a 2’6- 2’8 9 • I <^Glla Val Susa (Exilles) sono generalmente più piccoli (2’35-2’4 mm.) . Omeri sporgenti; episterni raramente a pubescenza più densa del resto del corpo. Insetto variabile, al pari ddV atomarium. 9 • Rostro talora considerevolmente più che equilungo (i esempi, di Bisterza, Venezia Giulia). In alcune 9 9 della Val Susa il rostro è quasi equilungo. cf : Rostro molto più breve, più tozzo e più rugoso. Antenne, eccetto la clava, spesso giallo- rossiccie.
Un (-f di Monfalcone ha il rostro più breve e più grosso di un del Dobratsch (Villaco), e gli omeri più prominenti. Torace ora larghissimo, ora più conico e più stretto. Elitre brevi, a omeri prominenti, ma nè la struttura delle prime, nè la sporgenza delle seconde sono assolutamente costanti.
Differisce à-dXV aiomarium in sostanza solamente per le sue dimensioni in media maggiori, gli omeri di regola più prominenti, il rivestimento del corpo meno appariscente, i singoli peli più brevi e più fini e per il rostro del cf un po’ più grosso. I piccoli esemplari della Val Susa non sono diffe- renziabili dai grandi atomarium del Genovesato, che per la pubescenza meno marcata. Esaminai 2 esemplari dell’^ . ori-
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gatti d. St. Jullien de Raz, che non differiscono dal tipo che per gli omeri un po’ meno sporgenti. In un abbondante ma- teriale si riscontrano spesso simili aberrazioni, le quali possono formare, in certe località, anche piccole razze.
L’an. stilcithorax Desbr. (Le Frelon, 9, 82) fu descritta come varietà su un unico catturato più di 20 anni fa presso Amburgo e d’allora, per quanto mi consti, mai più rinvenuta. Si distingue dagli individui normali per il rostro un po’ più lungo e per il solco mediano toracico esteso in avanti sino oltre la metà del torace (ex Desbrochers).
Europa, Siberia, Algeria, Siria. Vive su Mentha aquatica^ arvensis, Lotus corniculaXus , Thytnus serpyllum, Origanum vulgate e Nepeta cataria. Non è comune.
Italia: Venezia Giulia (Bisterza! Tarvisio! Monfalcone! Mossa!); Dalrnazia (Muc! Mossor! Biocovo!); Emilia (Forlì!); To'scana (Montrone!); Liguria (S. Stefano d’Aveto! Staglieno!); Piemonte (Val Susa: Exilles!); Alto Adige (Bolzano, secondo Gredler, Die Kàfer Tirol’s); Sicilia (secondo Ragusa, Nat. Sic. 1906).
Biologia: Kieffer, 111. Zeitschr. fùr Ent. 1899, 4, 7*
Sinonimi: incrassatum Germar, Mag. Ent. 1817, 2, 140, loti Gyllenhal (nec Kirby) Fauna Suec. 1813, 3, 60; origani V. Planet, Ann. Soc. Ent. Fr. LXXXVI, 1917, 155*
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. 1808, 9, 25. VÌcinum. caucasìcum Hochhut, Bull, Soc. Nat. Moscou 1847, 20, 463. L’au- tore dà una assai vaga descrizione di questa forma caucasica, della quale non ci si può fare un’idea nemmeno approssimativa. La sua posizione sistematica è imprecisabile, perchè l’autore confronta il caucasicum con il vicinum e lo stolidum., due specie appartenenti a ben differenti sottogeneri. Un simile nome, che da 75 anni si trascina nella letteratura senza che il suo valore abbia potuto essere stabilito nè prevedibilmente mai -più si potrà stabilire, causa la deficiente descrizione originale, va radia^ dalla nomenclatura entomologica.
praecarium Faust, Stett. Ent. Zeit. 1889, 50, 225. La posizione sistematica di questa specie non è ancora ben precisata. Secondo Schilsky (Die Kàfer Eur. 39, 66) il praecarium dovrebbe essere un affine del minimum., dal quale differirebbe per la pubescenza del corpo più densa, il rostro più lungo e per la più forte convessità.
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delle elitre, dal vicinum differirebbe principalmente per le elitre di forma conica. Secondo Wagner (Miinch. Kol. Zeit. Ili, 198) invece questa specie è consanguinea del vicinum e AqW atomarium e ciò per il rostro sottile e lungo, per il torace strozzato all’apice e alla base e per gli ang- li posteriori acuti come in quest’ultimo. Lungh. s’i-s’s mm. Hagi (Giappone). Ex Faust.
Hilleri (‘) Schilsky, Die Kàf. Eur. 39, 67. Molto simile al praeca- rium dal quale differisce per le antenne lunghe, giallo-rossiccie, per la grossezza uniforme del rostro e per il torace bruscamente stroz- zato all’apice. Lungh. 2’3 mm. Hagi (Giappone), ex Schilsky.
— Massima lunghezza del corpo 2*4 mm. Rivestimento dello stesso più abbondante che nel vicinum. Episterni, di re- gola, ricoperti di squamulazione più densa . . 4.
4. Faccette degli occhi più grosse. Il rostro della 9 è ro- busto, aU’inserzione delle antenne è tanto grosso quanto è lungo l’articolo basale delle stesse o più grosso ancora. Differisce dal vicinum per le dimensioni minori, per la densa e lunga pubescenza subsquamiforme delle elitre, la quale ricopre, inferiormente, gli episterni. La pube- scenza ha talora un colore che ricorda quello del rive- stimento deir^. holosericeum. Il rostro nella 9 non è forse più breve, ma molto più grosso che nel vicinum. Torace a fondo un po’ meno opaco che in questo ed a margini delle interstrie delle elitre un po’ meno acuti. T)dXVatomarium, al quale è somigliantissimo, si differenzia per il rivestimento ancora più spiccato, per le faccette degli occhi un po’ più grosse e principalmente per il rostro della 9, che è molto più robusto. Inferiormente non differisce punto édW atomarium.
Desbrochers (Le Frelon IV, 157, sub 6) dice:
« pube scene e des élytres en séries peu nette s ou nulle s » ,
Schisky (Die Kafer Eur. 42, 44) parla invece così:
« auffàllig durch die stark markirte Haarreihe auf den Interstitien der Deken » , (trad. : caratteristico per i peli sulle interstrie delle elitre disposti in serie ordinatissime). Probabil- mente hanno ragione tutti e due. Inoltre Desbrochers (1. c.
(1) Del Giappone va notato ancora il gnseofyub^scens., Roelofs, Ann. Soc. Ent Belg. XVII, 1874, <1* cui non ho visto la descrizione.
I
158, sub II) descrive le antenne del consors come « pàles »; gli esemplari da me esaminati avevano le antenne nere.
Credo che uno studio, esplicato su abbondante materiale del consors, ci condurrebbe agli stessi risultati ottenuti nelle specie affini e forse ci convincerebbe che il consors non è che una razza insulare- del vicinum o deWatomarium.
La subspecie algerina Solariorum Wagner (Ent. Blàtt, 1908, 105) è stata descritta su un unico individuo ($?), che si distingue dal tipo per il rostro un po’ più sottile e più lungo e le antenne proporzionalmente più sottili.
Lungh. 2’3-2’4 mm.
Corsica, Sardegna (Fluminimaggiore ! in coll. Dodefo). Sembra molto raro e la pianta su cui vive non è ancora conosciuta.
Desbrochers, Op I, 1874-75, 31. COnsors.
— Faccette degli occhi più piccole, rostro più gracile. Rara- mente raggiunge la lunghezza del precedente . 5.
5. Corpo più breve, omeri prominenti, torace distintamente più largo che lungo. UA. atomarium, pur presentando una certa costanza di forma negli individui della stessa provenienza, è variabilissimo tra gli individui di località diverse, anche se talora queste non sono divise che da lievi distanze, tendendo così a formare piccole razze. Magnifico esempio questo del principio della selezione naturale e della divergenza dei caratteri.
Per evitare ripetizioni adotterò nella presente descrizione le seguenti abbreviazioni di località, delle quali ho esaminato esemplari di A, atomarium:
B = Bjelasnica (Bosnia); ÌD = Dobratsch (Carinzia); E = Eichkogel presso Vienna; G = Gropada (Carso di Trieste); Gr = Graz (Stiria); L = Lipizza (parco erariale presso Trieste); M = Montoggio (Genova); Mo = Monfalcone (cittadina della Venezia Giulia); S = San Daniele (Carso di Trieste); SM — S. Maria Maddalena Superiore (versante lito- rale del Carso triestino); U = Unie (Isola del Carnaro); Z = Zara,
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cf : Rostro circa equilungo, di grossezza normale (B, D, E), un poco più grosso (G, M), più grosso ancora e più breve (Gr, L, S, SM, Z). Occhi or più, or meno sporgenti. Più piani e forse più piccoli ancora si riscontrano negli esem- plari raccolti sul B. Torace abbastanza largo, talora alFapice solo lievemente strozzato ed ai lati poco arrotondato. Gli esemplari di G hanno il torace più largo di quelli di SM, larghissimo poi è in quelli di B. La prominenza degli omeri è poco più costante già negli individui della stessa località. Poco prominenti sono nei Gr, L, Mo, S, SM, Z ed in alcuni deir E. La stessa cosa dicasi della lunghezza delle elitre. Non di rado vediamo 9 9 con le elitre più strette dei cTcf . I c/cf provenienti da D hanno le elitre appiattite sul dorso, ai lati sono parallele, le 9 9 invece le hanno molto brevi, quasi globulari come in quelle di B. Elitre relativamente strette hanno gl’individui delle località Gr, Mo, L, S, SM, Z.
9: Alcuni esemplari di E hanno il rostro poco più lungo del cf, ma più sottile; la maggior parte però lo ha distinta- mente più che equilungo. Quelli di G, SM, Z hanno il rostro un po’ più breve, quelli invece della località B lo hanno, in proporzione al corpo, molto sottile e più lungo di quello che lo hanno gli E. Gli esemplari Gr hanno, invece, il rostro gracile e appena più che equilungo. Nella sporgenza degli occhi e nella larghezza del torace le 9 9 variano quanto i cTcf. Anche le elitre sono or più or meno arrotondate ai lati. Gli M 9 hanno le elitre più lunghe dei cTcf, un po’ arro- tondate ai lati, sul dorso più convesse e all’apice alquanto appuntite. I D hanno le elitri molto brevi, quasi globulari come i B. Quelli di G hanno il torace largo e strozzato e le elitre meno allungate dei SM. Questi le hanno più allun- gate degli E. Le 9 9 B hanno il corpo tozzo, gli occhi piani e la testa larghissima. Merita menzione un esemplare di Unie (Carnaro), la cui struttura non mi permette di stabi- lire a quale sesso esso appartenga. Ha il rostro troppo lungo per il cT, ma troppo breve per la 9. Gli omeri sono meno prominenti che in quelli degli esemplari E ed il torace è larghissimo.
La parte inferiore àtW atomarìum è regolarmente pun- teggiata, ad eccezione, naturalmente, degli ultimi tre segmenti, che sono soltanto granulosi.
Lungh. B cf i’6, $ i’9 mm.; E l’ó-i’ps mm.; Gr i'6- i’7 mm.; M sino a 2*4 mm.; SM i’7*i’9 mm.; U 2’2 mm. Óltre che delle succitate località, esaminai ancora esemplari di Arbe (Dalmazia!); Tarvisio! Firenze! Lesignana! Forlì! Valestra! (Reggio Emilia); Torretta Albaiola! (Emilia) e della Val Pesio! (Alpi Marittime). Sembra lo si trovi anche in Sar- degna (Asuni).
Europa, Anatolia, Algeria. Vive su Thymus serpyllunif Cuscuta europaea ed è abbastanza frequente.
Sinonimi: pusillum Germar, Mag. Ent. II, 1817, 209; III, 1818, 43; acium QxyXih.. Schònherr, Gen. Spec. Cure. I, 1833, 257.
Kirby, Trans. Finn. Soc. Lond. IX, 1808, 59. afomarium. Hauser! Wagner, Munch. Kol. Zeit. 1906-908, III, 203. Differisce atomarium per le elitre più allungate, dal tunicense per il rostro più grosso e meno curvato, da entrambi per il suo colorito bruno e per Tultimo articolo dei tarsi molto più lungo. Lungh. i’6-2 mm, Buchara (Repeetk); Regione Transcaspica (Portkuju, Kopet-Dagh. Germab). Ex Wagner.
tunicense Desbrochers, Le Frelon 1894-95, 167. Forma interme- dia fra Vatomarium e Voblivium. Dal primo differisce per il torace un po’ più lungo e più stretto e per le elitre più allungate, dal se- condo, al quale è somigliantissimo, per il rostro più breve e molto più fortemente curvato. Lungh. i’5-i^8 mm Tunisi. (Ex Schilsky). S’identifica forse col minutisstmum Rsh.
— Omeri poco prominenti; cT molto stretto, quasi quanto il serpyllicola^ torace poco o punto più largo che lungo. Lo spazio che passa tra il margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è tanto grande quanto è lungo l’asse longitudinale degli occhi, visti di sopra. Questo ca- rattere, nelle $ $ , che distingue Voblivium ddiW atomarium e dal sefpyllicola, è abbastanza costante.
Diversamente ddXV atomarium, l’articolo basale delle an- tenne è, come nel serpyllicola^ non più lungo di quanto è largo il rostro all’inserzione delie stesse.
u
Rostro molto leggermente curvato, molto opaco alla metà od ai suoi prossimali, in conseguenza di microsco- pica, ma regolare e distinta rugosità, e senza traccia di pun- teggiatura, nel d' distintamente meno che equilungo, nella 9 non più lungo, ma molto meno curvato e più gracile che nelV atomarium. Il torace è meno conico che in questo, talora quasi cilindrico, con l’orlo anteriore poco o punto rilevato.
cT: Lungh. i’5-i’6 mm. Elitre strette, quasi parallele ai lati, come nel millum.
9: Lungh. i’65-2 mm. Elitre un poco più larghe, più arrotondate ai lati.
Struttura di transizione fra V atomarium ed il serpyllicola , In ambo i sessi gli omeri sono debolissimi, ma distinti. Europa Vive sul Thymus serpyllum e sale talora sino nelle regioni alpine. È raro.
Italia: Alpi marit. (Nava); Lombardia (M. Generoso, Campo dei FiorU [Varese]). Esaminai inoltre esemplari del- l’Eichkogel (Vienna).
Schilsky, Die Kàfer Europa’s 1902, 39, 54. oblivium.
6. Grazie alla cortesia del signor Leonhard, fui in grado di esaminare un paio di esemplari del minutissimum prove- veniente dalla località classica : Andalusia (Grenada, Sierra Nevada). Essi si differenziano atqmarmm per il’ rostro della 9 circa equilungo o un po’ più breve, nel d più breve ancora, in ambo i sessi più sottile, cilindrico e glabro; per il torace più stretto, in proporzione alle elitre più piccolo, subcilindrico, a lati leggerissimamente arro- tondati nel mezzo, per le elitre un poco più strette dei più stretti atomarium e per le strie un poco più larghe. La pubescenza è bianca, grossa e seriata. Gli omeri però sono marcati più ancora che in certi individui angusti atomarium.
Nell’aspetto somiglia pochissimo al serpyllicola sensu "Wancker, Desbrochers et Reitter e le forme estreme, come ad esempio quella della località « Campo dei Fiori », fanno l’impressione di specie propria.
Eccone la descrizione: Rostro della 9 poco, ma distin- tamente meno che eqiiilungo, curvato, corpo stretto ed allun- gato a pubescenza molto più sottile e rada. Antenne, specie nel cT, inserite quasi al margine degli occhi. Torace cilindrico, a punti molto più fini che negli esemplari andalusi. Elitre non tanto lunghe, ma quasi altrettanto strette quanto w&W aciculare , a pubescenza molto fine e rada, omeri quasi nulli, cf : Rostro non più lungo del torace. Differisce àdXV obliviunt per il rostro più breve in ambo i sessi, per il torace cilindrico e più fina- mente punteggiato, per le elitre strette anche nella 9 > c per le dimensioni più piccole di quest’ultima.
Una forma di transizione tra questa e quella dell’Anda- lusia si trova nella Francia meridionale ( p. e. Lagrasse, Aude). Essa si distingue da quella spagnola per essere più stretta, da quella lombarda per le elitre un po’ più larghe, omeri più marcati, rostro $ più lungo e rivestimento del corpo più grosso. Io credo di non errare considerando il tenuitubus come la forma più stretta del minutissimum.
Mancandomi abbondante materiale per decidere sul valore filogenetico della forma del Wencker, la chiamerò per intanto var. serpyllicola (l’Abeille, I, 1864, 150). Europa media e me- ridionale. Vive sul Thymus serpyllum ed è raro.
Italia: Lombardia (Campo dei Fiori!); Alpi Marittime (Monte Frouté, Solari i. litt.).
Sinonimi: parvulum Muls. Opusc. IX, 1859, 5* " tubus Desbrochers, le Frelon, 1908, 83.
Rosenhauer, Thiere Andai. 1856, 232. minutìssimum.
fissile Faust, Hor. Soc. Ent. Ross. 1888, 22, 175. Nella sistematica, secondo Schilsky, va collocato nelle vicinanze del flavimanum, secondo Desbrochers vicino al rapulum. Wagner è del parere che il fissile sia bensì un Catapion^ ma che non abbia alcuna affinità col flavimanum e, naturalmente, meno ancora col rapulum. Egli dà una esatta descri- zione del fissile (Munch. Kol. Zeit. Ili, 197), ma, per precauzione non ne cita la posizione sistematica. Corpo relativamente tozzo, elitre un po’ allungate, quasi mozzate alla base, a causa degli omeri promi- nentissimi, quasi parallele ai lati, viste di sopra sembrano quasi quadrate. Torace relativamente piccolo, fortemente ristretto in avanti,
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alPapice quasi della metà più stretto che alla base. Lungh. 2*8 rnm. Siberia (Amur: Raddefka).
7. Rostro della 9 equilungo od appena più che equilungo.
Nel millum (tanto cf quanto $,) se anche- normalmente punteggiato e finamente peloso, pure sempre lucido; nel flavimanum esso è rugoso ed opaco, ma più breve del torace o circa della lunghezza di questo; nella 9 è equi- lungo o un poco più corto ancora. Rivestimento del corpo poco appariscente; zampe robuste, piuttosto brevi . 8.
— Rostro opaco tanto nel cf che nella 9 (v. longituhus della Spagna/ Nel primo, fortemente rugoso e peloso e molto più lungo del torace, nella 9 il rostro è gracile e ordi- nariamente molto più che equilungo. Zampe più lunghe e più gracili; rivestimento del corpo più abbondante, i singoli peli più grossi . . . . . . 9.
8. Rostro del cT lucido, un po’ più lungo del torace, curvato,
tozzo, di spessore piuttosto uniforme, quello della 9 luci- dissimo, glabro, curvato, a punteggiatura sparsa, un po’ più che equilungo. Episterni ricoperti di dense squamule bianche.
Insetto nero, opaco, le tibie anteriori del cf , di regola, per la maggior parte rossiccie, i femori più grossi che nel prece- dente; antenne, eccetto la clava, giallo-brune.
Le 9 9 hanno le antenne picce e le tibie bruno oscure o completamente nere.
Antenne inserite non più distante dagli occhi di quanto è lungo l’asse longitudinale degli stessi (9), o questa distanza è molto più breve (cf). Testa molto breve, larga, occhi spor- genti, nel cf molto più grandi che nella 9.
Torace circa largo quanto lungo, in seguito alla stroz- zatura apicale e basale, un poco arrotondato ai lati, a punti grossi, ma non troppo densi, ed interstizi opachi. Elitre di unghezza normale, interstrie più larghe delle strie. La parte inferiore del corpo è fortemente punteggiata, i punti sono grossi e abbastanza densi e lasciano, specialmente nel cf , uno stretto spazio liscio, talora triangolare, alla metà posteriore
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del metasterno. Segmento anale rugoso, raramente provvisto di punti radi.
Lo scorso anno ebbi la fortuna di catturare, nei dintorni di Capodistria, una coppia del millum in copula. Insospettito che il cf dello stesso passasse nella letteratura sotto altro nome, mi rivolsi a diversi colleghi perchè mi facessero per- venire V obtusipeiine di cui, come è noto, finora non si cono- sceva che il cf . Esaminatolo, potei accertare che V obtusipenne Desbr. nuli’ altro è che il millum cf. Nell’inviarmi il suo obtusipmne, il collega F. Solari, senza ch’io gli avessi parte- cipato i miei dubbi, mi faceva delle comunicazioni conformi. Lungh. 2’4-2’9 mm. Europa media, meridionale. Vive su Mentha spec. I cfcT sembra sleno molto più rari delle $$.
Italia: Venezia Giulia (Monfalcone! Mossa! Capodistria ! Ancarano! Salvore!); Alto Adige (secondo Gredler); Certosa di Pesio (Alpi Maritt.); Toscana (Monti apuani di Castelnuovo I); Umbria, Abruzzi (Castel di Sangro, Solari in litt.). Vidi inoltre individui dell’ Erzegovina (Jablanica !) e della Bosnia (Tuzlal.
Sinonimi: minulipes Wencker, l’Abeille, ^I, 1864, 145; cintraceum Wencker, 1. c., 146; cf obtusipenne^ Desbr. Frelon V, 221.
Bach, Kàf. N. u. M. - Deutschl. II, 1854, 198. millum. — - Rostro opaco in ambo i sessi; nel cT, visto di sopra, non o poco più lungo del torace, grosso, curvato soltanto un po’ alla base, parallelo, mozzato all’apice, nella 9 circa equilungo, leggermente curvato e un po’ più sottile. Il rostro varia un poco tanto nella grossezza che nella lunghezza. Gli occhi nel cf sono un po’ più grandi che nella 9. Episterni a pubescenza normale. Differisce dal millum per le dimensioni in media più piccole, le zampe un po’ più gracili, nel cf per la testa più piccola e per i femori non ingrossati. Il flavimanum 9 ha spesso le an- tenne giallo-rossiccie come il c?.
Lungh. 2-2’ 5 mm. Furono descritte ancora le seguenti forme :
Meni. Soc. Ent., I, 1922.
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an.? torquatum Wencker, TAbeille, I, 1864, 148. Corpo più grande, fronte larghissima, rostro gibboso alla base, i cT dei dintorni di Montpellier.
ab. latithorax Desbrochers, le Frelon 1894*95, 4, 171. Torace largo, strozzato all’apice e alla base, i 6' dell’ An- dalusia.
sbsp.? Uhagoni Desbrochers Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 3, 195. — Uhagoni Desbr. Mon. 171. Generalmente molto più grande del tipico flavimanum, tutte le tibie sono giallo-rossiccie, i femori neri, ad eccezione degli anteriori, che sono per la maggior part rossi. Europa media, meridionale. Per fissare il valore sistematico Uhagoni, sarebbe necessario di stu- diarne l’espansione geografica. Del resto Desbrochers (Frelon 16,99) lo considera uguale al torquatum,
sbsp. samarense, descritta dal Faust (Hor. Soc. Ent. Ross. XXV, 1891, 41 1) della Russia meridionale (Samara) come specie, differisce dal flavimanum solamente per le zampe nere, per la forma un po’ diversa del torace e per le elitre un poco più convesse. In considerazione della variabilità delle specie di que.sta sezione, sono d’avviso che questa forma non sia che una razza del flavimanum. Di questo parere, del resto, sono anche Schilsky (Die Kàf. Eur, 39, 49) e Wagner (Mùnch. Kol. Zeitschr. Ili, 191), il quale ha osservato indi- vidui colle zampe quasi irteramente nere, anch’essi della Bosnia.
Per stabilire, definitivamente il valore sistematico del samareuse è indispensabile studiarne abbondante materiale della regione Samarese.
Il signor Dodero m’invia per l’esame tre esemplari d’un Apion (i c/ e 2 9), provenienti da Meana di Susa (Piemonte) e portanti l’etichetta: « samareuse subsp. Doderoi Wagn. Cotypi ! » . Eccone la descrizione :
Zampe completamente nere. cT : Rammenta un robusto vicinum, ma il corpo è un po’ più allungato, però molto meno allungato che nel flavimanum. Rostro grosso e pube- scente, un po’ più lungo del torace. Antenne bruno-rossiccie,
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gli ultimi articoli del funicolo e la clava, neri. Testa molto breve, occhi grandissimi e prominenti, torace più largo che lungo, a punteggiatura grossa e molto densa, all’apice molto più stretto che alla base; in seguito alla strozzatura post- apicale e prebasale, i lati sono un po’ arrotondati. Elitre molto più brevi e più convesse che nel millum o flavimanum^ con omeri pronunciatissimi. $: Corpo più allungato, rostro un po’ più che equilungo, glabro, impuntato, opaco, solo all’apice lucente; torace meno largo che nel cf, a lati meno convergenti in avanti; antenne picee, più scure all’ apice. Lungh. cf : 2’5; 9 3’i mm.
\J Apion Doderoi, che per la sua struttura generale forma in certo quale modo un anello di congiunzione fra il gruppo millum, flavimanum e quello doWelongatum, leuco^ phaeatum ecc., (^) fa l’impressione di specie propria; purtroppo non sono in grado di esprimermi decisamente in merito, non essendomi stato possibile di esaminare i tipi di Faust.
Europa, Anatolia. Vive su Mentita aquatica, rotundifolia ed è abbastanza raro.
Italia: Venezia Giulia (Monfalcone l’Alto Isonzo!) Firenze! Sicilia, secondo Ragusa, Nat. Sic. 1906. Certosa di Pesi© (Alpi Mar.); Quartu S. Elena (Sardegna); Razzano (Emilia).
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863, 457.
Sinonimi: picicorne Steph. Man. 1839, 257.
Gyllenhal, Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 276.
flavimanum.
Delagrangei Desbrochers, le Frelon 1894-95, IV, 83, 173. Differisce dal flavimanum per il colorito delle zampe, abbastanza costante. Esse sono giallo-rossiccie, solo i femori sono neri nel mezzo. Lungh. 2^3 mm. Siria, Grecia, (ex Desbrochers).
Bruleriei Desbrochers, Opusc. 1874-55, I, 30. È simile al Dela- grangei, ma le elitre sono rosse. Turchia asiatica, Berutti (ex De- sbrochers).
arcirostre Desbrochers, le Frelon 1894-95, 4; ^^9- Differisce dal flavimanum per il rostro molto gracile, non più grosso che nel mi- nutissimum, regolarmente curvato e per le interstrie delle elitre tanto
(i) Secondo me, VA. Doderoì è affine al leuco phaeatum più che al flavimanum.
larghe quanto le strie, sconosciuto. Russia merid. (ex Desbrochers).
dllatìpes Desbrochers, le Frelon 1895-96, 5, 220. Caratteristico per i femori del molto ingrossati e per le tibie della 9 dilatate verso Tapice. 9’ Corpo allungato, zampe ed antenne nere; rostro equilungo, opaco. (/: Occhi più grandi, rostro meno che equilungo. Lungh. 9 3 mm. Caucaso (ex Desbrochers).
tenuirostre Desbrochers, le Frelon, Mon. 149. Differisce dai /lavi- manum per il rostro più gracile, di grossezza più uniforme, {(f) equilungo, torace quasi trapeziforme, a lati indistintamente arroton- dati e per le elitre un po’ più lunghe. Lungh. 2 mm. Tunisia, un solo cT (ex Desbrochers).
subfarìnosum Desbrochers, le Frelon, [896-97, 6, 23. Si differenzia dal dilaiipes 9 per il corpo più breve e più abbondantemente coperto d’una pubescenza biancastra. Rostro distintamente meno che equilungo. Lungh, 2*5 mm. Turchestan. (ex Desbrochers).
phocopus Eppelsheim, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1888, 380. Ricono- scibile da tutti gli affini per il rostro rosso, nero solo alla base e per le zampe, meno i tarsi, giallo-rossiccie. Lungh. 2 mm. Sporadi. (ex Schiisky).
angustipenne Desbrochers, le Frelon, 1895-96, 5, 222. L’autore suppone che questa forma non sia che la 9 obtusipenne . Siccome la posizione sistematica àeW obtusipenne è chiarita (vedi sub miUum), può darsi che V angustipenne sia effettivamente una specie buona. Ha le antenne più brevi del millum dal quale differisce inoltre per le tibie posteriori rossiccie e per le elitre molto più strette. Lungh. 2*3 mm. Spagna, (ex Desbrochers).
9. 1 caratteri principati che distinguono il letico phaeatiim -d' ddiWelongatum sono: occhi molto più grandi e più spor- genti; calli omerali molto più forti, sporgenti ed ango- losi; peli del corpo un poco più sottili; primo articolo dei tarsi anteriori un poco più allungato e le elitre più pa- rallele ai lati.
Io credo che le 9 $ di questa specie, o almeno quelle che gli autori ritengono per $ $ del leucophaeatum, non si possano distinguere con sicurezza da quelle àéX elongattim, che per la distanza che passa tra il margine anteriore degli occhi e rinserzione delle antenne, semprechè questo carattere sia costante. Questa distanza è nel leucophaeatum $ più breve, o almeno non'più grande di quanto è lungo Tasse degli occhi. Inoltre le $ $ del leucophaeatum hanno le elitre un po’ più brevi ed i peli più sottili di quelle doiV elongatum.
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Che poi la $ che qui descrivo sia proprio quella del letico phaeatum, non posso garantire. La soluzione ce la potrà dare solamente una coppia, colta in copula, ciò che, data la rarità della specie, non sarà cosa facile.
Sotto il nome di leiicophaeatum^ il signor A. Dodero, m’inviò un esemplare, proveniente da Crocefieschi (Liguria), il quale ha effettivamente la struttura delle elitre di questo, ma gli occhi più piccoli, il rostro grosso, glabro, molto più breve che quello dtWelongatum $, ma molto più lungo del cf di quest’ultimo o del leticopkaeattim. È tanto strano questo individuo, che non m’è possibile nemmeno di stabilire a quale sesso esso appartenga. Le antenne sono grosse e brevi, l’ar- ticolo basale è più breve di quanto è largo il rostro alla loro inserzione, (confr. 1’ A. Doderoi sub flavimanum.
Ebbi anche occasione di esaminare un obtusiusculum cT della Tunisia, classificato dallo stesso Desbrochers (in coll. Solari) ma non potei distinguerlo dal leucophaeattim cf.
Lungh. 2’2-2’8 mm. Francia meridionale, Spagna, Italia: Matera (Potenza o $!); Sicilia (P'icuzza ! Lentini! Fiori i $); Filettino! (Lazio); Zara! in coll. Mùller; Crocefieschi?! (Li- guria); Firenze! Montecatini! Un esemplare raccolto dal dott. Staudacher di Lubiana, proviene dalla Carniola (Velika Planina!). Secondo Wencker vive probabilmente sulla Salvia pratensis.
Sinonimi: obtusiusculum Desbrochers, le Frelon V, 1895- 96, 219.
Wencker, l’Abeille I, 1864, 183. leucophaeatum
pseudelongatum Wagner, Deutsch. Ent. Zeitschr. 190;, 766. — humerosum Desbrochers, le PTelon, 1895-96, 220. Più largo deWelon- gatum. Differisce da tutti i rappresentanti questa sezione per il rostro della 9> che è meno che equilungo, per gli omeri molto prominenti e principalmente per la pubescenza ispida al margine delle elitre, sconosciuto. Lungh. 2*5 mm. Russia meridionale, (ex Wagner), cylindricutn Desbrochers, le Frelon, 1895-96, 216. Sotto questo nome circolano nelle collezioni individui aberranti appartenenti spe- cialmente a\V elongaium, generando confusioni in chi studia il sotto genere Catapion, già per sè abbastanza complicato. ’
Ed è naturale che così avvenga, perchè alfinfuòri del Desbrochers, nessun altro entomologo mai lo descrisse e fautore stesso lo descrisse deficientemente.
Io ebbi occasione di esaminare due tipici esemplari (cfcT) del- l’Austria, di cui dò qui la descrizione. Le differenze citate dal De- sbrochers sono vaghe e di carattere poco stabile. L’A. cylindrictim fa effettivamente l’impressione di specie propria e si distingue da tutti gli affini, in primo luogo per il rivestimento delle elitre abba- stanza caratteristico negli individui bene conservati, I peli, anzi le squame, sono piuttosto larghe, molto corte e tanto sugli intervalli, che nelle strie, disposte in file assolutamente regolari. La serie nelle strie è formata di peli un poco distanziati l’uno dall’altro, di modo che la serie compatta dell’interstria, risalta maggiormente, dando alle elitre l’apparenza di una striatura biancastra.
Non mi meraviglio se Reitter non ha saputo distinguere questa specie àsàV elongatum (Fauna Germ. V, 249) ad onta che l’autore stesso gliela avesse classificata. L’esemplare inviatogli sarà stato indubbia- mente una delle aberrazioni summenzionate. Desbrochers, spesso, non era in grado di riconoscere, dopo un certo tempo, le specie da lui create.
I due esemplari da me esaminati differiscono ancora dàWelonga- ium per le dimensioni un po’ minori e per il rostro indistinta- mente più sottile.
Inferiormente il corpo è regolarmente punteggiato, il metasterno, al margine posteriore, è munito di una fossetta marcata ed il segmento anale è, verso l’apice, distintamente punteggiato. Il rostro del (j” è equilungo e nella struttura differisce poco da quello della 9 che, secondo Desbrochers, lo ha lunghissimo.
Lungh. ^ 2’55 mm, Austria! Germania settentrionale (secondo Desbrochers). Schilsky (Die Kàf, Eur. 43, LIV) cita il cylindricum della Dalmazia. Io credo che in Dalmazia si trovi soltanto il venus- iulum.
— Occhi del cf circa della grandezza di quelli della $, ma più sporgenti. In questa Finserzione delle antenne dista dal margine anteriore degli occhi più di quanto è lungo l’asse degli stessi . . . . . . . 10.
10. Insetto lungo da 2’6-3’3 mm. Distinto per il rivestimento squamoso del corpo. $: Rostro glabro, una volta ed un quarto più lungo che testa e torace riuniti e talvolta più lungo ancora, cT *. Rostro lucido solo all’apice, equilungo o un poco più breve. Elitre allungate, ovali. Nell’aspetto somiglia ad un grosso seniculus ed è variabile al pari di questo, ciò che trasse Desbrochers nell’errore di fondare, su singoli esemplari, diverse specie, alla cui validità non
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credo, almeno in parte. Gli esemplari di Lìpizza (Trieste), sono più gracili di quelli di Val Pesio; il rostro è più sottile e un poco meno curvato che in questi. Anche la sporgenza degli occhi e quindi la larghezza della testa, non sono costanti. Un individuo di Val Pesio ha le elitre poco, sì, ma distintamente più corte e più brevi che in altri esemplari della stessa località.
Di tre individui $ $ dei dintorni di Villaco (Carinzia), uno ha il rostro evidentemente più breve degli altri due. Il colore è pure variabile, specialmente nelle $9. Esse hanno le antenne e le zampe nere. Non di rado però le tibie sono rossiccie all’apice ed alla base.
Europa prevalentemente occidentale. Gran, Algeria (se condo Desbrochers, Frelon, VII, 36). Vive su Salvia pra- tensisy silvestris, Thymus serpyllum.
Italia: Alpi Marittime (Vai Pesio!); Liguria (Crocefieschi !) Val d’Aosta (Brusson !); Venezia Giulia (Lipizza! Sesana!);^ Emilia (Porretta Albaiola 1). Alto Adige (secondo Gredler). Esaminai inoltre esemplari del Dobratsch (Carinzia). Credo che l’espansione geografica di questa specie, ad oriente, non sorpassi il 16° o 17° long. Greenwich. Seidlitz nella sua « Fauna» non lo cita nè della Transilvania, nè dell’Ungheria.
Biologia: Fraunfeld, Verh. zool. bot. Ges. Vienna XVI, 1866, 964.
Sinonimi : ìncanum Boh. Schònh. Gen. Spec. Cure. V- 1839, 4141 ^nillum Gyllh. (nec Bach) Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 277.
Germar, Mag. Ent. II, 1817, 214. elongatum.
— Insetto più piccolo, più gracile (2’5-2’7 mm.). Ha circa l’aspetto del seniculus. Differisce inoltre àdXV elongatum per le elitre più strette e per i peli del corpo un poco più sottili, dal cylindricum principalmente per i peli più lunghi, più sottili e disposti, sulle elitre, meno regolar- mente. d'' : Rostro indistintamente più che equilungo. elitre parallele. 9: Rostro molto più che equilungo, più gracile e curvato, elitre un po’ meno parallele ai lati.
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La $ ha il segmento anale, almeno negli esemplari da me esaminati, più distintamente punteggiato che il tipico elongatiinty mentre il cT ha questo segmento munito di punti superficiali.
La descrizione dello ZMhtri 9 del Desbrochers s’adatta perfettamente alfindividuo cT di Zara che ho potuto studiare. Le 9 9 da me esaminate, corrisponderebbero anche alla de- scrizione del longitubus, se non avessero il rostro opaco. Sebbene Wencker consideri il suo venustulum come specie propria, io, ad onta deH’impressione a favore di questa tesi, da me riportata dall’esame degli esemplari che ho studiato, lo ritengo come una razza meridionale orientale d^W elongatum e ciò per la tendenza a variare che dimostrano le specie di questa sezione e perchè nei paesi ad oriente della longitudine * citata più sopra, per quanto mi consta, V elongatum non è ancora stato rinvenuto. Grecia (loc. class, del venustiilum)\ Russia meridionale (loc. class, dello Zuberi).
Italia: Zara! (i cT, coll. Mùller). Il signor Ferd. Solari inoltre mi comunica di possedere un esemplare di Val Seriana ed uno dei dintorni di Roma, entrambi somigliantissimi a quelli della Romania (Comana Vlascai, in coll. Solari) da me esaminati.
Sinonimo: Zuberi, Desbrochers, Mitt. Schweiz. Ent. Ges. Ili, 1870, 199.
Wencker, l’Abeille, I, 1864, 148. elongatum venustulum. longìtubus Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1889, XXXIV. Molto simile dXV elongatum-. ne differisce principalmente per il rostro bril- lante. Il cf è sconosciuto. Spagna (Grtnada), ex Desbrochers.
medium Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1891, p. LVIII. La 9 di questa specie ha il rostro più lungo di tutti gli affini. Corpo robusto, convesso, antenne a pubescenza ispida, zampe lunghissime. Lungh. 9 3’7> cf sconosciuto. Algeria (Teniet el Haad) ex Desbrochers.
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Ibridi ed aberranti da me sinora osservati
NELLE SPECIE DEL SOTTOGENERE CaTAPION.
Ibridi :
1) . senicuhis-seriatosetosulum. Un cf d’Ancarano (Capodistriaj
ha del seniculus la lunghezza e lo spessore del rostro, del seriatosetosuhcm la curvatura del rostro, la struttura della testa, la punteggiatura del torace e la disposizione dei peli sulle elitre. Queste sono più brevi che nel smi- culus, un po’ più lunghe che nel seriatosetosulum.
2) . seniculus- curtuhim. Un cT del Bosco Siana (Fola) ha il rostro
più breve del seniculus, più lungo e più rugoso del cur- tulu7n. Le elitre sono del primo, la striatura del secondo.
3) . seniculus-pubescens. Una piccola $ di Monfalcone ha la
testa ed il rostro del pubescefts, la prima un poco meno depressa e le elitre del seniculus.
4) . corsicum-puhescens. Una $, dei dintorni di Palermo, ha
la struttura del corpo del primo, il rostro del secondo.
Aberranti :
1) . seniculus. Una 9 d’Ancarano (Capodistria) ha il rostro
curvato quasi come V ononiphagtim.
2) . seniculus. Una 9 della stessa località e una coppia del
Bosco Siana (Fola), hanno le elitre larghe quasi come il corsicum.
3) . pubescens. Una 9 di Lucinico è robustissima ed ha la fronte
pressoché piana.
4) . pubescens. Un cT di Ùnie (Carnaro) è di grandezza normale,
la testa è però relativamente stretta e molto debolmente depressa.
5) . seniculus. Un d' di Monfalcone ha le elitre brevi come il
curtulum.
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Tavola analitica accessoria per la classificazione DEI Catapton italiani.
I.
2.
5.
6.
7-
9-
Elitre azzurre. burdigalense.
Elitre nere. 2.
Strie delle elitre normali, fine, intervalli molto più larghi delle strie, senza orli marcati; se le strie sono larghe, allora grintervalli sono fortemente convessi e lucidissimi. 3. Strie larghe, rozzamente punteggiate, intervalli stretti, piani, a spigoli taglienti. IO.
Elitre a peli seriati, brevi e sollevati, rostro più largo alla base che alfapice. " seriatosetosulum.
Elitre a peli aderenti. 4.
Spazio interoculare infossato, testa quadrata, occhi spor- genti. 5.
Spazio interoculare piano, occhi poco sporgenti, testa più stretta. 6.
$ : Rostro circa equilungo, cT più breve; elitre brevi.
pubescens.
9 : Rostro distintamente più che equilungo, o" circa equi- lungo, elitre più lunghe. calabricum.
Interstrie delle elitre poco più larghe delle strie, forte- mente convesse e lucide. Rostro inferiormente a pube- scenza distinta. ' natricis.
Interstrie piane e molto più larghe delle strie. 7.
$: Rostro a curvatura forte ed irregolare, più che equi- lungo. cf rostro più breve, antenne oscure, primo articolo del funicolo globulare, omeri poco sporgenti, ononiphagum- 9 Rostro a curva regolare e più debole. 8.
Strie delle elitre molto fine, talora superficiali, occhi spor. genti, $ rostro meno che equilungo. curtiilum.
Strie delle elitre più forti. $ rostro distintamente più che equilungo. 9.
Insetto più robusto, elitre più larghe, più arrotondate ai lafj. corsicum.
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— Insetto stretto, più gracile, ad omeri meno sporgenti.
seniculus.
IO. Elitre poco più lunghe che larghe, oppure l’insetto è di
lunghezza inferiore ai 2 mm. s- ii.
— Corpo allungato. 15.
11. Insetto da 2’3-2’8 mm. 12.
— Insetto più piccolo. 13.
12. Episterni ricoperti di densa pubescenza. 9 rostro più
grosso. consors.
— Episterni senza pubescenza distinta. 9 rostro più gracile.
vicinum.
13. 9* Rostro più che equilungo, nel cf circa equilungo. 14.
— 9 ’ Rostro meno che equilungo. cf circa della lunghezza del torace. Corpo più stretto, oppure molto stretto.
minuti ssimum.
14. Pubescenza del corpo grossa e densa, elitre molto brevi,
larghe. atomarium.
— Pubescenza del corpo fina e più rada, elitre più allungate. Articolo basale delle antenne non più lungo di quanto è largo il rostro aH’inserzione delle stesse. oblivium.
15. Rostro curvato, cilindrico e lucido, nella 9 un po’ più che equilungo. Episterni. a squamulazione densa e bianca.
millum.
— Rostro opaco. 16.
16. Rostro grosso, nella 9 equilungo, nel cT lungo
quanto il torace o poco più, episterni senza squamu- lazione. Jlavimanum.
— Rostro molto più gracile, nella 9 considerevolmente più
che equilungo, nel cf circa equilungo. 17.
17. cf Occhi fortemente sporgenti, grandi; 9* occhi più pic- coli; la distanza tra l’inserzione delle antenne ed i mar- gini degli occhi non è, nemmeno nella 9> grande di quanto è lungo l’asse degli stessi. leucophaeatum.
— Occhi più piccoli, nel gT un po’ più sporgenti che nella
9 . La succitata distanza tra l’inserzione delle antenne e gli occhi è, nella 9 > grande di quanto è lungo l’asse degli stessi. dongatum»
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SAGGIO SULLA FAUNA ARACNOLOGICA DELLA CARNIA E REGIONI LIMITROFE del Dr. Lodovico di Caporiacco
R/ Istituto Zoologico di Firenze
Chiunque si occupi di aracnologia, e prenda in conside- razione quanto fu scritto, in modo particolare, sugli Aracnidi italiani, constaterà come la regione Gamica, pur così interes- sante sotto tanti aspetti, e per la sua posizione fra la regione Alpina, la regione Pannonica e la regione Balcanica, e per varietà di terreni e di vegetazione, sia quasi affatto scono- sciuta, per quanto riguarda la sua fauna aracnologica.
Non si può dire davvero che tale lacuna delle nostre conoscenze derivi dal fatto che le Alpi non attirino gli aracno- logi, che anzi, le regioni alpine contermini furono studiate da molti e valenti specialisti, quali lo Hahn, il Koch Carlo e Koch Luigi, il Simon, il Thorell, il Bertkau, il Cambridge, il Bòsenberg, il Chyzer, il Culczinsky, il de Lessert; e per quel che riguarda in special modo la fauna aracnologica ita- liana, essa fu oggetto di particolari ricerche di ben noti stu- diosi, quali il Pavesi ed il Canestrini, cui seguirono molti altri, quali il Ninni, il Sordelli, il Cavanna, il De Carlini, il Cantoni.
Ma, con tutto ciò, la nostra regione venne sempre ne- gletta, ed è perciò che, trovandomi in Gamia nell’estate 1921, volli dedicare le mie vacanze alla raccolta di materiale che potesse servire per uno studio della fauna aracnologica car- nica; ed è in base al materiale così raccolto che io ho com- pilato questa noj;a. Trattandosi di forme fortemente legate alfambiente, e soggette, talvolta, a causa di esso, a interes- santi localizzazioni, faccio precedere l’elenco da brevi notizie riguardanti le condizioni fisiche, geologiche e botaniche, della regione.
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Assai varia è la regione Gamica, sia dal punto di vista deiraltitudine, sia da quello della costituzione geologica e della vegetazione. L’altitudine infatti varia da circa 300 metri sul mare, a 2781 m., altezza raggiunta dal Monte Coglians nello spartiacque Tagliamento-Gail, e forse superata di pochi metri da qualche cima non ancora misurata della catena fra Gail e Brava.
La catena spartiacque fra Gail e Tagliamento è costituita da un asse di roccie paleozoiche antiche e, prevalentemente da calcari, i quali nella parte occidentale, della Gamia propria si ergono, quali nude muraglie bianche, ad altezze che supe- rano i 2000 metri, sul confine fra Italia ed Austria. Solo poche erbe allignano nelle fessure delle roccie, e, nei punti più ripa- rati, si trovano piccoli nevai. A questa massa calcarea si appoggiano potenti strati di scisti carboniferi, formanti quasi contrafforte alla muraglia calcarea nella parte occidentale; nella parte orientale invece spesso gli scisti ricoprono quasi compieta- mente i calcari, che appaiono come spuntoni insignificanti, e formano essi la catena spartiacque. Questa zona scistosa che si estende presso a poco fino all’alto Degano e alto Piave, alla Val Galda, e alle conche di Paluzza e di Paularo, e che comprende gli alti bacini del Pàdola, Piave, Degano, But e Ghiarsò, è ricchissima di acque sorgenti ed è tutta coperta di vegetazione: campi e prati grassi sul fondo delle vallate; dense foreste dai 900-1000 a 1400 metri; più in alto pascoli d’alta montagna con zone di cespugli. Essenza predominante nei boschi di questa zona è l’abete rosso; più raro, nelle zone più elevate, e quasi mai abbastanza abbondante da formar bosco il larice. I cespugli, fittissimi, sono di alni e, più in su, di rododendri e salici nani.
Alla regione paleozoica di spartiacque segue a sud, una fascia di gessi, calcari e arenarie permo-triassiche : sono terreni piuttosto poveri d’acqua, presentanti fenomeni carsici poco pro- nunciati.
Questa zona comprende press’a poco tutto il resto della Gamia propria, cioè la destra dell’alta vai Tagliamento, la valle
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del Lumiei, la valle della Pesarina, la media valle del De- gano, il bacino della Vinadia, e il medio bacino della But e del Chiarsò; essa viene invece a mancare nel bacino dell’alta Fella. Questa zona presenta aspetti assai diversi.
L’alto Tagliamento è coperto di foreste di bosco ceduo (specialmente faggio) misto ad abete, nel fondo delle vallate) più su predomina l’abete misto a larice: poi compaiono i pascoli alpini. I bacini del Lumiei e della Pesarina sono co- perti di immensi boschi d’abete fino all’altezza di 1500 1600 m.; ad essi succedono i pascoli, che sì alzano fino sopra i 2000 metri. Qua e là (fra Lumiei e alto Tagliamento, fra Pesarina e alto Legano e alto Piave) spuntano isole di dolo- mia nude. Le valli medie del Legano, But e Chiarsò sono coltivate, sparse di prati e di campi, fino verso gli 800 m., fino a 1500 m. all’incirca predomina il bosco di faggio e di abete; salendo, troviamo gli alni, rododendri e ì pascoli. Il bacino della Vinadia si presenta invece come un tavolato calcareo poco alto (in media 900 m.) con una magra vegeta- zione, pochi alberi, e con solchi profondissimi, percorsi dal torrente e dai suoi affluenti.
Nel bacino della Fella invece, alla zona di scisti carboniferi s’appoggia immediatamente una regione di terreni quasi tutti calcarei triassici, dolomitici: essi franano facilmente e danno luogo a grandi falde di detrito, che vengono poi coperte da boschi di pini, abeti e faggi.
Le prealpi Clautane sono separate dalla Gamia propria da una zona' bassa collinosa o piana, sul Tagliamento. Questa zona, ove sorgono i centri principali della Gamia, è in qualche punto ristretta al solo greto del Tagliamento, ma talora è larga qualche chilometro, e allora è coltivata a campi o a prati. Nella parte più alta del Tagliamento invece, il solo torrente separa le Gamiche dàlie Glautane.
Le Glautane sono quasi tutte calcaree; triassiche nella parte settentrionale, Giura-Liassiche a Sud; solo nelle parti più esterne compaiono terreni più recenti. Questi monti selvaggi, alti (molte cime superano i 2500 m.) hanno l’aspetto tipico
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delle Dolomiti: immani torrioni scoscesi, muraglie giganti, cuspidi aguzze, ove vìvono a mala pena poche erbe, aggrap- pate al duro sasso; talora però le rupi sono tappezzate per grandi estensioni dal piccolo pino mugo. Le vallate sono riempite da enormi frane, recenti o antiche, coperte da boschi di faggio, abete e larice, il quale ultimo in vari luoghi si spìnge fin sopra i 2000 metri. *
Tutta la Carnìa è piovosissima, anzi è la regióne più piovosa d’Italia, e il clima, ordinariamente più rigido di quanto non comporterebbe Taititudine, sì risente di questa grande precipitazione atmosferica. Tutte le piante presentano i loro lìmiti di vegetazione assai abbassati, talunè anzi in modo straordinario, per varie centinaia di metri, e i coleotteri, unici animali nella nostra regione studiati sistematicamente dal punto di vista della loro distribuzione, presentano lo stesso fenomeno.
Come già dissi, la mia collezione venne fatta durante Testate del 1921. Nonostante impiegassi quasi tutta Testate a girare la Gamia, non potei, naturalmente, percorrerla dovunque: le mie collezioni si riferiscono quindi in special modo al medio ed alto bacino del Degano con il tratto di catena che fa da spartiacque fra Degano e Gail; ai monti della Vaicalda, al bacino del Lumie! ed alla parte settentrionale delle Clautane.
Allo scopo di avere una collezione che mi potesse dare un’idea quanto più esatta possibile della fauna aracnologica, non trascurai alcuno di quei metodi, che vengono consigliati al collezionista coscienzioso. La maggior parte dei ragni della mìa collezione furono raccolti da me; però vari amici e com- pagni di escursioni concorsero ad arricchire la raccolta; ad essi mi è grato manifestar qui la mia riconoscenza: uno spe- cialmente fra tutti è degno di menzione: voglio dire il Chiar.”‘° Prof Michele Gortani, il quale nelle sue frequenti gite a scopo di studio geologico, non trascurò mai di racco- gliere e di portarmi quanti esemplari gli capitavano fra mano, e a cui sono debitore di varie forme rare ed interessanti.
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Presento ora l’elenco dei ragni raccolti, con quelle notizie di carattere sistematico, corologico ed ecologico, che ritengo possano interessare chi si occupa di questo gruppo di Artro- podi. All’elenco, aggiungo tutte quelle considerazioni d’ordine generale e quelle conclusioni alle quali il mio lavoro mi ha permesso di giungere; nonché una nota bibliografica con l’elenco dei principali lavori da me consultati.
OPILIONES
P h a I a n g i i d a e
Liobunum C. Koch.
1. Liobunum limbatum (L. Koch).
Sui muri e sulle roccie, abbastanza frequente: Malga Pussa, m. 950, e Forcella Caserata, m. 1700 (Claut.), in Agosto; Casera Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri); conca di Sauris, m. 950, in Settembre.
Habitat: Savoia, Valais, Svizzera, Tirolo e Lombardia (Val Vigezzo).
2. Liobunum rupestre (Herbst).
Fra le erbe e sui cespugli, tanto nella zona boscosa, quanto nei pascoli d’alta montagna.
Abbastanza frequente: M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto) in Luglio; Col Gentile e Forchia, m. 1700-2000 (Ovaro), Luglio- Agosto; Bosco Lésis m. 1000 (Claut), Agosto; Casera Valz, m. 1200 (Forni Avoltri, Agosto; boschi della conca di Sauris, m. 900-1500 in Settembre.
^Habitat: Baviera, Svizzera orientale, Tirolo, Francia (?), Italia (Calabria).
Pro saipia L. Koch.
3. Prosalpia hibrachiata (L. Koch).
Frequente sulle cime più alte, fra i sassi; sotto la c'ma del Zellenkofel, m. 2100 (Paluzza), in Luglio; gruppo dei M7* Peralba, Avanza, fhiadénis e Cretabianca, m. 2000-2600 (Forni Avoltri e Sappada) in Agosto.
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Habitat: Catena alpina Secondo il Simon, tale specie si trova al disopra dei 2500 m. sul mare; come si vede, nella nostra regione discende notevolmente più in basso.
Phalangium L.
4. Phalanghim opilio (L.).
Un solo cf, su un muro, a Ovaro, m. 500, in Luglio.
Habitat: Tutta TEuropa.
PlatybiLmis C. Koch.
5. Platyhunus corniger (Herm.).
Un solo es. sui cespugli isolati nei prati di M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), in Luglio.
Habitat: nei boschi di Francia, Germania, Russia, In- ghilterra, etc., comune.
6. Platybumts bucephalus (C. Koch).
Frequente nella zona degli alni e nelle praterie d’alta montagna, per terra: M, Vaisecca, m. 2000 (Ravascletto) in Luglio; M. Torchia e Col Gentile, m. 1700-2000 (Ovaro) in Luglio; M. Pramaggiore, m. 2300-2450 (Claut) in Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri) in Agosto; Casera Razzo, m. 1700 (Sauris) in Settembre.
Habitat: centro della Francia, Galizia e Tirolo; ivi però esso abita nelle foreste di abete, ove a me non è mai acca- duto di trovarlo.
Oligolophus C. Koch à Fr. M.
7. Oligolophus moria (F.).
Frequente, nei cespugli o per terra, tanto nella zona de- boschi come in quella delle praterie alpine: M. Scuffia m. 1400^ M. Vaisecca e Crasulina, m. 2000 (Ravascletto) in Luglio- Mont di Miezz, m. 1200, è Col Gentile, m. 2000 (Ovaro) in Luglio e Agosto; Val di Suola, m. 1600 (Forni di Sopra), Agosto; Giogo Veranis, m. 2000 (Fornì Avoltri), Agosto; cima del Trogkofel, m. 2200 (Pontebba), Settembre; conca di Sauris, m. 950-1600, in Settembre.
Habitat: Montagne della Francia, Germania, Inghilterra, Scandinavia, Svizzera, Ungheria, Lombardia (Val Vigezzo).
8. Oligolophus pallicìtus (Ltr.)
Mem. Soc. Ent., I, 1922.
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Raro; per terra, nelle regioni dei pascoli alpini e delle cime: alta Val di Suola, m. 1800 (Forni di Sopra), Agosto, Cima del Peralba, m. 2690 (Forni Avoltri), Agosto; punta deirUcciell, m. 1800 (Sauris), Settembre; un es. nel bosco d’abeti del Buso presso la Maina, m. 1000 (Sauris) in Settembre,
Habitat: Francia, Svizzera, nei boschi d’abeti.
9. Oligolophus alpimis (Herbst).
Comunissimo, tanto nella regione dei boschi, come in quella dei pascoli e delle cime nude: Laghi Crasulina, m. 1800 e M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; M. Forchia, Col Gentile, Chiadin, m. 1510-2000 (Ovaro) Luglio-Agosto; Val di Suola, m. .l600-2000 (Forni di Sopra), Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; sotto i ghiacciai del Canili, m. 2200 (Raceolana), Settembre; Casera Razzo, m. 1700, F.^^^ Olbe, m. 1500, Cas.*^^ Palac’, m. 1500, Cas, Tintina, m. 1500, Latteis, 1400, La Marna, m. 900 (Sauris), in Settembre; bosco di Tualis, m. 500 (Comeglians), Settembre.
Habitat: Alvernia, Alpi Francesi, Pirenei, Svizzera, Un- gheria, Italia (Basilicata) nella zona delle foreste e delle praterie.
10. Oligolophus glacialis (C, Koch).
Un esemplare sotto la cima del Roszkofel, m. 2000 (Pontafel), in Settembre, un altro in Val Raceolana, m. 800, in Settembre.
Abita tutta la catena delle Alpi, e, secondo il Simon non discende mai al disotto dei 1800 m.; perciò suppongo che l’esemplare da me trovato in Val Raceolana vi sia stato trasportato, forse dalle acque, dalle cime del Canili o del Montasio, fra le quali, quasi a picco, è scavata Val Raceolana.
11. Oligolophus cinerascens (C. Koch).
Raro, tanto nei boschi d’abete, come nella regione dei cespugli: M. Scuffia, m. 1100-1400, e Cuell Pizzul, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Cas.’® Forchia, m. 1700 (Ovaro) Luglio e Agosto.
Habitat: Tutta la catena alpina.
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Nemastomidae
Nemastoma C. Koch.
12. Nemastoma chrysomelas (Herm,).
Due giovani, uno sul Col Gentile, m. 2000 (Ovaro), l’altro a di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), sotto i sassi.
Agosto.
Habitat: Alpi, Francia, Germania, Inghilterra; dal mare alle più alte cime.
CHERNETES
Cheliferidae
Obisium Leach.
13. Obisium alpinum (C. Koch).
Un solo esemplare, sotto i sassi, a Valdajer, m. 1600 (Ligosullo) in Luglio.
Habitat: Valais, Tirolo, Boemia.
ARANEAE
CRIBELLATAE
Dictynidae
Amaurobius C. Koch.
14 Amaurobius claustrarius (Hahn).
Fra i sassi e sotto le corteccie, nella regione dei boschi, e nelle abitazioni: nelle case, a Mione, m. 712 (Ovaro) e ad Ovaro, m. 500, Luglio-Settembre; nei boschi di Sauris, m. 900- 1200, Settembre; sotto i sassi alla Maina, m. 950 (Sauris)^ Settembre.
Habitat: Tutta la catena alpina, Ungheria, Toscana, Si^ cilia, Russia meridionale, America' settentrionale.
In vari individui di questa specie è notevole il colorito; l’addome è di color bruno, le parti fulve, assai scure, ridotte a due macchie longitudinali in avanti, e a 4-5 larghi accenti di dietro.
15. Amaurobius similis (Blackw.).
Nei prati di media montagna: M. Scuffia, m. 1400 (Ra. vascletto). Settembre; Casera VaUnia, m. 1400, e casali
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Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio- Agosto; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Italia (Lombardia, Calabria).
16. Amaurobius fenestralis (Stroem.).
Nei boschi di abeti e nella zona dei cespugli abbastanza comune: M. Scuffia, m. 1200, e Casera Tardnd, m. 1620. (Ravascletto) in Luglio; Cas.*^^ Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto; il Buso, m. 950 e Pern Thal m. loop (Sauris) in Settembre.
Habitat: Tutta l’Europa.
17. Amaurobius iugorum (L. Koch).
Una 9 sotto i sassi a Casera Tarondùtt, m. 1812 (Ra- vascletto) in Luglio.
Habitat: Tutta la catena Alpina.
18. Amaurobius scopolii Thorell.
Sotto i sassi, a Casera Fleóns di sotto, m. 1600, e Cas.’'^ Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri) in Agosto. Raro.
Habitat: Alpi occidentali.
19. Amatirobius erbtri (Keys.).
Tre 9 bosco fra la Maina e il Buso, m. 900 (Sauris) in Settembre.
Habitat: Francia centrale e mer., e littorale fino in Nor- mandia, Italia (Capri, Napoletano, Lombardia, Lésina), Sviz- zera, Ungheria, Russia meridionale.
Dictyna Su nd evali
20. Dictyna hortensis E. Sim.
3 9 prati di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro) in Agosto.
Habitat: Francia, Spagna, Algeria.
21. Dictyna uncinata Thor.
2 cf e 9 bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa
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Filistatidae
Filistata Latr.
22. Filistata nana E, Sim.
1 cf nei prati di Raviestis sotto il Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto; I 9 sotto i licheni di un tronco di larice a' Peni Thal, m. 1000 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Italia, Canton Ticino, Tunisia.
23. Filistata insidiatrix (Forsk.).
I 9 a F.^’^ Olbe fra le erbe, m. 1500 (Sauris), in Set- tembre.
Habitat : tutta la regione mediterranea, Azzorre, Madera, Canarie.
ECRIBELLATAE
HA.PLOGYNAE
Dy sderidae
Segestria Latr.
24. Segestria senoculata (L.).
29 bosco del Buso, m. 900 (Sauris) Settembre.
Habitat: tutta l’Europa.
25. Segestria bavarica C. Koch.
Per terra, media montagna: M. Zoncolàn, m. i40o(Zuglio) Luglio; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Svezia, Ungheria, S. Uniti del N. America.
ENTELEGYNAE
Gnaphosidae
Drassodes Westr.
26. Drassodes lapidostis (Ulk).
Sotto i sassi, nelle praterie alpestri: Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ravascletto), Luglio; Gaserà Posa, m. 1800 (Prato Gamico), Luglio; Malga Daùda, m. 1700 (Arta), Luglio, Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa^ Algeria, Tunisia, Siria, Isole dell’Atlantico, Cina.
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27- Drassodes fugax (E. Sim.).
2 9 terra fra Malga Clàupa e Malga Daùda (Arta), m. 1700, Luglio.
Habitat: Pirenei, Cevennes, Alpi, Valdaosta.
28. Drassodes villosus (Th.).
Frequente nei pascoli d’ alta montagna sotto i sassi : gruppo del Crostis (M. Crasulina e Picciméde, Casera Taron- dut, Chiadin del Crostis), m. 1812-2000 (Ravascletto), Luglio; Zellonkofel, m. 2200 (Paluzza), Luglio; Col Gentile, m. 2077 (Ovaro), Luglio; Luggauer Sattel, m. 2250, Pietrabianca e Hochalpenspitz, m. 2400, e falde del M. Peralba, m. 2400 (Forni Avoltri), Agosto; Cas.’^^ Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Habitat. Alpi occ., Pirenei, Cevennes, Svizzera, Tirolo, Germania, Svezia.
29. Drassodes ptibescens (Th.).
Frequente, insieme al precedente: M. Vaisecca, m. 2050 (Ravascletto), Luglio; Col Gentile m. 2077 (Ovaro), Luglio; Cas.^^ Bregolina, m. 1800 (Cimolais), Agosto, Forcella Case- rata, m. 1700 (Claut), Agosto: Luggauer Sattel (Luggau), m. 2250, Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri, Agosto.
Habitat: Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Inghilterra, Ungheria.
30. Drassodes signiftr (C. Koch).
Una 9 sotto i sassi a M. Picciméde, m. 2090 (Rava- scletto); in Luglio; e una a Pictrabianca, m. 2400 (Sappada) in Agosto.
Habitat: tutta l’Europa, Asia occidentale. Groenlandia.
Scotophoeus E. Sim.
31. Scotophoetùs blackzvalli (Th.) var. politus (E. Sim.).
I 9 casa, a Mione, m 712 (Ovaro), Agosto.
Habitat: Francia. Il tipo abita tutta 1’ Europa occidentale.
Zelotes Gistel
32. Zelotes pttrmsis (C.,Koch).
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I 9 sotto i sassi, a Casera Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: tutta l’Europa fredda e temperata, Calabria.
33. Zelotes razoumowskyi (Pavesi).
1 9 su un muro, a Ovaro, m 500, in Settembre.
Hab.: Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghil
terra, N. deH’Africa fino al Sahara, Madera, Cina, Tonchino»
Gnaphosa Latr.
34. Gnaphosa badia (L. Koch).
2 9) sotto i sassi delle cime del M. Avanza, m. 2485 Forni Avoltri), e del Col Gentile, m. 2077 (Ovaro), Agosto.
Habitat : Alpi, nelle parti più elevate.
35. Gnaphosa bicolor (Hahn).
I 9 sotto i sassi a Casera Tarónd, m. 1620 (Ravascletto, in Luglio.
Hab.: Francia, Germania, Svizzera, Italia, Ungheria, Svezia.
36. Gnaphosa . leporina (L. Koch).
Sotto i sassi, in alta montagna: Chiadin del Crostis, m. 1850 (Ravascletto), Luglio; M. Forchia, rn. 1850 (Ovaro) Agosto; Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto; Hochal- penspitz, m. 2400 (Sappada), Agosto.
Habitat: Francia, Svizzera, Inghilterra, Transilvania, nelle regioni montagnose.
Pholcidae
Pholcus Walck.
37. Pholcus phalangioides (Fuessli).
Nelle case, a Mione, m. 712 (Ovaro), e a Ovaro, m. 500 in Luglio, .Agosto e Settembre.
Habitat : Europa, Asia, Africa, America.
Theridiidae
Euryopis Menge.
38. Euryopis flavomaulala C. Koch).
I 9 bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa.
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Theridium Walck.
39. TJieridhtm vittatum C. Koch»
Sui fiori, raro : lungo Rio Miozza, m. 700 (Ovaro) Agosto, e a Cas/^ Stua, m. 1600 (Ci»nolais), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa e il Giappone.
40. Theridium ovatum (Cl.).
I $ sui fiori lungo Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto;^ 2 5 terra a Latteis m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa, la regione mediterranea, il Giap- pone e l’America del Nord.
41. Theridium sisyphitm (Cl.).
Comunis.simo, sui fiori e le erbe nel fondo-valle, e nella zona boscosa: M. Zoncolàn, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; prati di Raviestis sotto Mione, m. 650-700 (Ovaro), Luglio- Casali Runchs, m. 700 (Ovaro) Luglio; lungo il Rio Miozza, m. 650 (Ovaro), Luglio: lungo il Degano, m. 800 a Forni Avoltri, Agosto; Valle Fleóns, m. 1300 (Forni Avoltri), Agosto Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agósto; boschi intorno alla Maina, m. 900-1 000, e sotto Cas.^^ Tintina, m. 1500 (Sauris), Settembre.
Habitat: Europa e regione mediterranea.
42. Thtridium umbratic7im L. Koch.
I 9 sull’orlo del bosco d’abeti di Mont di Miezz' m. 1000 (Ovaro), Agosto.
Habitat: tutte le Alpi, Ungheria, Transilvania, Groenlandia.
43. Theridium varians Hahn var. rusticum (E. Sim.).
Piuttosto raro, per terra: M. Vaisecca, m. 1900 (Rava- scletto), Luglio; Pern Thal, m. 1000, e Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Corsica, Spagna, Italia sett., Calabria, Sicilia, Algeria.
44. Theridium simile C. Koch.
Raro: 19^* Laghi del Zouf Pian, per terra, m. 1800 (Cercivento), Luglio; un’altra a Latteis, m. 1300 (Sauris) Agosto.
45. Theridium musivtm E. Sim.
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Riferisco con dubbio a questa specie vari giovani, — e quindi di incerta determinazione — trovati nel fondo-valle e nella zona delle foreste : lungo la Miozza, m. 650, e a M. di Miezz, m, 1000 (Ovaro), Luglio- Agosto; a M. Chiadin sopra Ovasta, m. 1500 (Ovaro), Agosto: lungo il Legano a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; bassa vai di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto.
Hab.: Francia meridionale, Corsica, Spagna, Algeria» Tunisia, Marocco.
Steaioda Sundev.
46. Steatoda hipiinctaia (L.).
Nelle case, a Ovaro, m. 500, e a Mione, m. 712 (Ovaro), Luglio-Agosto; sotto le corteccie, nei boschi di Sauris, m. 900- 1000, Agosto.
Habitat: tutta l’Europa.
TetLtana E. Sim.
47. Teutana grossa (C. Koch).
I 9 prato di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro); Agosto.
Habitat: quasi cosmopolita.
Enoplognatha Pavesi
48. Enoplognatha mandibnlaris (Lucas).
I 9 sulle erbe a Cas.""^ Palac’, m. 1600 (Sauris) in Set- tembre.
Hab.: tutta la regione mediterranea, le Azzorre e le Canarie.
RoberUis O. P. Cambridge.
49. Robertus arundineti (O. P. Cambi*.).
Sui fiori: Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro), Agosto; e bosco del Buso, m. 900 (Sauris). Settembre.
Hab.: Francia, Corsica, Svizzera, Germania, Olanda. Inghilterra, Svezia, Ungheria.
50. Robertus lividus (Blackw.).
Sui cespugli: Bosco Lésis, m. 1200 (Claut), Agosto; Bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Europa, Siberia, Alasca.
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A r g i 0 p i d a c Linyphiinae
Trichoncus E. Sim.
51. Trichoncits sordidus E. Sim.
2 9 sotto i sassi a deirUcciell, m. 1600 (Sauris),
Settembre.
Habitat: Francia meridionale.
Erigone And. in Sav.
52. Erigont meridionalis E. S.
I 9 falde del M. Avanza, m. 2100 (Forni Avoltri), in Agosto.
Hab. : Francia meridionale.
53. Erigone deritipalpis (Wid.).
Sotto i sassi e le corteccie a Peni Thal, m. 1000, e sotto la Maina, m. 500 (Sauris) in Settembre.
Hab.: Europa, Siberia, Africa sett., Siria, Azzorre.
54. Erigone remota L. Koch.
Sotto i sassi in alta montagna: Luggauer Sattel, m. 2200 (Luggau), Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto, Gaserà Razzo, m. 1700 (Sauris), Settembre.
Hab. : Alpi occidentali, Svizzera, Tirolo, Siberia.
55. Erigone cristatopalpus E. Sim.
Frequente sotto i sassi della regione dei pascoli: Cas.ra Suola, m. 1600 (Forni di Sopra), Agosto; Sankt Lorenz Thab m. 1750, e Hochalpenspitz, m. 2200 (Luggau); M.te Avanza^ in. 2485 (F'orni Avoltri), Agosto; Punta deirUccieJl, m. 1700 (Sauris’) Settembre.
Habitat: Alpi occ., Gran. S. Bernardo.
Gongylidiellum E. Sim.
56. Gongylidiellum vivum (Gl.).
Per terra, zona dei pascoli alpini: M.te Vaisecca, m. 1950 (Ravascletto), Luglio, e Malga Glaupa, m. 1700 ( Arta )‘ Luglio.
Hab.: Francia, Gorsica, Inghilterra, Germania.
Oedothorax Bertkau.
57. Oedothorax de^itaUis (Wid.).
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Trachygnatha dentata (Wid.) Culcz. ^
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini: Col Gentile m. 2077 (Ovaio), Agosto; Chiadin di Ghiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; F.lla Dóf, m. 1800 (Claut), Agosto.
Hab.; Europa, Siria, Egitto, Algeria.
Gonatium Menge.
58. Gonatium ruhens (B.).
I e I 9 bosco sotto la Cas.ra Tintina, m. 1500 (Sauris) Settembre.
Habitat: Europa, Stati Uniti.
W alkenaera B.'
59. Walkenaera iucundissima Cl.
1 e 2 9 sotto i sassi a giogo Veranis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto..
Habitat: Inghilterra, Francia.
Tapinocyha E. Sim.
60. Tapinocyha pallens Cl,
2 (-f e 2 9 sotto i sassi a Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Ungheria.
Araeoncus Simon
61. Araeoncus anguineus (L. Koch).
Non raro sotto i sassi, nella zona dei pascoli alpini: Giogo Veranis, m. 20’00 (Forni Avoltri), Agosto; Cas.ra Razzo, m. 1700, e P.ta deH’Ucciell, m. 1700 (Sauris) Settem- bre; sopra Latteis, m. 1500 (Sauris) Settembre.
Habitat : Tirolo. '
Troxochrus E. Sim.
62. Troxochrus scabriculus (Westr.).
19^ M.te Crasulina, m. 2000 (Ravascletto), Luglio, e una a Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Hab.; tutta l’Europa sett.. centrale e orientale.
63. Troxochrus ignobilis (Cl.).
I 9 sotto i licheni d’un tronco di larice a Pern Thal m. 1000 (Sauris) Settembre.
Hab.: Francia, Germania, Inghilterra.
76
Lophocarenuin Menge.
64. Lophocaremim nemorale (B.).
I e 2 9 passo di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra)^ Agosto.
Hab. : Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera, Olanda. Trichopterna Culcz.
65. Trichopterna blackwalli .{C\.).
Lophocarenum hlackivalli (Cl.) E. Sini.
I sotto i sassi nel Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri)- Agosto.
Hab.: Francia, Germania, Ungheria.
Porrhormna E. Sim.
66. Porrhomma errans (B.).
I 9 sotto i sassi nel Chiadin di Chiadénis, m. 2100 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Ungheria.
Oreoneta Culcz.
67. Oreoneta montigena (L. K.).
Porrhomma montigenum (L. K.) E. Sim.
I 9 sotto i sassi nel Chiadin del Crostis, m. 1890 (Ra- vascletto) Luglio.
Hab.: Francia, Svizzera, Italia sett., Tirolo, Ungheria. Centromerus Dahl.
68. Centromerus bicolor (Bl.).
Sotto i sassi, regione dei pascoli alpini: falde del M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri) Agosto, e P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris) Settembre 1921.
Hab.: tutta l’Europa.
69. Centromerus abnormis (B.).
I sotto i sassi a F.lla Dóf, m. 1800 (Claut), Agosto. Hab.: Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra.
70. Centromerus pabulator (Cl.).
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini : F.lla Caserata m. 1700 (Claut), Agosto, falde di M.te Avanza, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Ungheria.
77
71. Centromenis concinuus (Thor.).
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini : Chiadin di Chiadénis, m. 2100, e falde di M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. ; Francia, Germania.
72. Centromerus levitar sis' Sim,).
Sotto i sassi, come il precedente.
Hab.: Francia.
73. Centroìnerus delphinensis (E. Sim.).
Sotto i sassi, pascoli della zona alpina : Passo di Suola m. 2000 (Claut), Agosto; P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab. : Alpi occidentali.
Leptorrhoptrum Culcz.
74. Leptorrhoptrum huthwaiti (Cb.).
Tmeticus huthwaiti (Cb.) E. Sim.
I e 4 2 sotto i sassi a P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab.: Germania, Inghilterra, Ungheria.
Micry't)hantes C. Koch.
75. Micryphantis rurestrìs C. Koch.
Microneta rurestris (C. Koch) E. Sim.
1 2 ^ passo di Suola, m 2000 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab.: tutta l’Europa, Africa sett., Azzorre, Siberia.
Bathyphantes Menge.
76. Bathyphantes concolor (Wid.).
Sotto i sassi, pascoli della zona alpina: Giogo Veranis m. 2200 (Forni Avoltri); Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa.
Ltptyphantes Menge.
77. Leptyphantes frigidus (E. S.).
2 2) sotto i sassi, una a Luggauer Sattel, m. 2300 (Luggau); 1’ altra al P.sso dell’ Oregone, m. 2300 (P'orni Avoltri), Agosto.
Hab. : Alpi occ., presso i ghiacciai.
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78. Leptyphantes flavipes (BL).
Leptyphantes zonatus E. Sim.
I 9 sul Zellonkofel, m. 2200 (Paluzza), Luglio.
Hab. : Alpi occ., Svizzera, Austria.
79 Leptyphantes simoni Culcz.
Leptyphantes mansuetus E. Sim. nec Thorell.
Sotto i sassi, regione dei pascoli alpini: M.te Piccimede, m. 2000 (Ravascletto), Luglio; falde di M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Ungheria.
80. Leptyphantes blackwalli Culcz.
Leptyphantes zebrinus Simon nec Menge.
Linyphia zebrina Cambr.
Una 9 sotto i sassi a M. Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto, e una a Cas.ra Tintina, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Ungheria.
81. Leptyphantes tennis (Blackw.).
Ltptyphantes Unebricola Simon, nec Linyphia tene- bricela Wider.
Sotto i sassi e fra le erbe: zona dei cespugli e delle praterie alpine: Giogo Veranis, m. 2200, e Chiadin di Chia- dénis, m. 2100 (Forni Avoltri), Agosto; Cueste Stentàrie, m. 1700 (Ovaro), Settembre, e Casera Palac’, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera, Ungheria^ Italia sett., Calabria.
82. Leptyphantes cristatus (Menge).
I 9 sulle falde or. di M.te Peralba, per terra, m. 2300 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra^ Svezia.
83. Leptyphantes leprosus (Ohi.).
Un (9 alle falde del M.te Avanza, fra i sassi, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto; 2 e i 9? bosco del Buso»
m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: tutta l’Europa, Siria, Libano, Isola di S’ Elena.
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84- Leptyphantes alacris (B.)
Ascrivo eoa dubbio a questa specie una $ non svilup- pata completamente, trovata a bosco Lésis, m. lOOO (Claut), in Agosto.
Hab. : Alpi Francesi, Svizzera, Trentino, Germania, In- ghilterra.
85. LeptyphanUs sennae sp. nova.
Cephaloth. longit. mm. i, foeminae mm. 1,2; abdom. longit. mm. 1,2; 9 Cephalothorax aeque fere
latus quam longus, antice angustatus, colore rufo, leviter la- teribus infuscato. Oculorum series postica, paullisper recurva; antica autem subrecta. Oculi superi fere inter sese aequales; laterales alitici superioribus panilo maiores; mediis anticis vero duplo fere maiores. Oculi medii superi iiiter se panilo magis eorurn diametro; a lateralibus autem panilo magis distantes. Oculi laterales alitici et postici omiiino conniventes; oculi medii antici ìnter se spatio minore dimidio eorurn diametro; a late- ralibus spatio aequali lateraliuni diametro; a mediis posticis magis quam ipsi inter sese distantes. Oculi medii antici sunt in una macula nigra; oculi laterales et medii postici in pluribus macLilis. Frons aeque alta quam areae ocularis est amplitudo. Chelicera fronte duplo longiora, 0^ lateribus leviter serrata. Sternum panilo longius quam amplius, omnino nigrum. Ab- domen nigrum vittis desuper duabus albis et maculis trinis con- stantibus ornatum, etiamque latera vitta alba maculis Constant praedita. Mamillae sunt nigrae. Pedes et palpi rufi, setis prae- diti, quae duplo salteni longae quam articulorum diametrum sunt.
Pedes cf alitici 9 mm., 9 7 1 secundi paris (cf 8
mm., 9 6 mm.; terbi paris autem cT 5,5 mm., 9 4j5 mm.; postici (9 7 mm., 9 5j5 mnp, longi sunt. Marìs femora omnia seta una, patellae seta una, tibiae setis duabus superis, una infera; metatarsum primi paris setis duabus superis; reliqua me- tatarsa autem seta una armata. Foeminae femur primum seta una praeditum, coetera femora inermia; patella primi paris setis duabus, ceterorum vero una tantum; tibiae oniiies setis duabus
80
supéris, duabus lateralibus et duabus inferis; metatarsa autem seta una superiori praedita.
palpi fetnorum anticorum dimidio loiigi sunt; femur eorum longius quam patèlla cum tibia; pa- tella parallela, seta quadruplo fere longiori quam articulum, armata; tibia incrassata, seta brevi praedita; tarsum autem crassum, basi apophysi externo-laterali praeditum; apophysis ipsa, aeque longa quam tarsum est altum, basi denticulo armata, apice an- gulata.
Epigyne a tuberculo antice rotundato, postica cordiformi, sulco medio praedito constat, praedita antice in sinu, alio parvulo tuberculo. Sulcus atque sinus posterior lutei, ceterae partes brunneae sunt.
Speciem hanc magistro optimo, prof.
A. Sennae, dico.
Inveni eam sub petris in summis mon- tibus, qui Pietrabianca, m. 2400 (Sappada) atque Avanza, m. 2485 (Forni Avoltri), appellantur, mense Augusto.
Linyphia Latr.
86. Linyphia phvygiana C. K.
I 9 terra a M.te Vaisecca, m. 2100 (Ravascletto),
in Luglio; 2 a bosco Flobia, m. 900 (Sauris), in Settembre.
Hab.: Italia (Modenese), Francia, Germania, Svizzera Austria, Svezia, Stati Uniti.
87. Linyphia triangularis (Gl.)
Sulle erbe e cespugli; non supera la zona dei boschi : prati di Raviestis, sotto Mione, m. 600 (Ovaro), Luglio-
Agosto; prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio, lungo la
Miozza, m. 750 (Ovaro), Agosto; a Forni Avoltri lungo il
Degano, m. 800, Agosto; Vallone di S.ta Caterina, m. 1000
(Weiszenbach), Agosto; bassa vai di Suola, m. 1300 (Forn; di Sopra), Agosto.
Habitat: Europa, Siberia.
Leptyphantes Sennae di Gap. Palpo del g visto dairinterno.
la 9.
81
88. Linyphia marginata C. K.
Comune con la precedente: Raviestis sotto Mione, ni. 600 (Ovaro), Luglio; lungo il Rio Darchia, m. 800 (Ovaro), Agosto; a Forni Avoltri, lungo il Legano, m. 800, Agosto; a Malga Pussa, m. 950 (Claut), Agosto; la Maina, m. 950 (Sauris)‘ Settembre.
Hab. : Svezia, Inghilterra, Germania, Francia, Svizzera, Italia settentrionale, Calabria, Stati Uniti.
89. Linyphia emphana Wlk.
Poco comune, nei prati e nei boschi; non supera la zona più bassa delle foreste: Raviestis sotto Mione, m. 700; prat; di Runchs, m. 700, prati di S. Martino, m. 500 (Ovaro), Luglio; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia centrale e sett., Belgio, Germania, Svizzera.
90. Linyphia pettata Wid.
Comunissima, nei prati e boschi; si spinge oltre la zona delle foreste: M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Raviestis sotto Mione, m. 600 (Ovaro), Luglio; Gaserà Palac’, m. 1600, e Forcella Olbe, m. 1500 (Sauris), Settembre; boschi della conca di Sauris, m. 1000-15000, in Settembre.
Hab.: Svezia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Ungheria.
91. Linyphia pusilla Snd.
I 9 bosco d’abeti sopra Ravascletto, m. 1100,
Luglio; un a M. Zoncolàn, m. 1400 (Ravascletto), Luglio.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Spagna, Italia settentrionale, Calabria, Tunisia, Siberia.
92. Linyphia hortensis Snd.
Rara, nei boschi: sotto Malga Daùda, m. looo (Arta), Luglio; bosco del Buso, m. 900-1200 (Sauris), Settembre.
Hab. : quasi tutta V Europa.
93. Linyphia carnica sp. nova.
Foeminae cephaloth. longit. mm. 1,5; abd. mm. 2. Ce- phalothorax longior quam amplior, rufotestaceus, linea nigra subtilissima marginali ornatus. Oculorum series rectae: oculi superi aequales, aequidistantes, maculis nigris positi: inter se dimidio plus quam eorum diametrum distantes. Oculi la-
Mem Soc. Ent,, I, 1922.
6
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terales antici superioribus conniventes, a mediis anticis spatio
dimidio saltem diametro lateralium acquali distantes; medii
antici lateralibus minores, macula nigra una positi, inter se
spatio eorum diametro acquali distantes, a mediis superis
aeque distantes, quam quo distant medii superi inter se. Frons
dimidio brevior quam area ocularis; chelicera autem rufa^
altiera quam frons cum area oculari. Sternum longius quam
amplius, omnino nigrum. Abdomen rufum, perplurimis maculis
albis praeditum, vitta media rufa idest
impunctata, terque ampliata ornatum;
vitta ad tertiam abdominis partem po-
steriorem pervenit, amplifìcatio omnis
maculam nigram continet; postke vitta . 1-/: 4. 4. • r 4- T 4- Linijphia carnica di Gap.
est amplificata atque infuscata. Latera 9 Addome
antice macula fusca, elongata, postea
vittis obliquis duabus, parum distinctis, praedita; vitta obliqua secunda saepe amplificatione posteriore vittae mediae confluens.
Venter atque tertia pars posterior abdominis fusconigra, a parte rufa linea alba distincta; vitta alba autem subtus ma- culam nigram lateralem anticam delimitat. Pedes et palpi rufi, setis instructi, quae non longiores sunt quam diametrum articu- lorum. Pedum anticorum longit. est mm. 4,5, secundi paris 3,5 mm., tertii paris 2,5 mm., posticorum 3,5 mm. Femur primi paris seta superiori et seta laterali; femora secundi et tertii paris seta superiori tantum ornata, femora posteriora inermia. Patellae setis duabus; tibia primi paris setis duabus superioribus, una laterali, duabus aut tribus inferioribus; tibiae reliquae duabus setis superioribus, duabus lateralibus et duabus aut tribus inferioribus praedita; metatarsa seta superiori et seta laterali instructa.
Epigyne aream nigram, transversam, paullisper foveolatam, non valde distinctam, glabram praebet.
Marim non cognosco.
Species haec non rara est super gramina atque in silvis: Gaserà Forchia, m. 1950 (Ovaro), men.se Augusto; apud lacum qui Raibl appellatur, m. 950 (Raibl) mense Septembrili; F.lla
83
Olbe et Casera Palac’, m. 1500 (Sauris), mense Septembrilij atque silva Flobia, m. 1200 (Sauris), mense Septembrili.
Sterno nyp haute s Menge.
94. ^tefuonyphantts bucculentus (Cl.).
Lhiyphia limata (L.), E. Simon.
Abbastanza comune fra le erbe e le pietre, zona dei boschi e delle praterie: Casera Forchia, m. 1900 (Ovaro)> Agosto; M. di Miezz, m. lOOO (Ovaro), Agosto; Giogo Ve- ranis, m. 2000 e Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forn^ Avoltri), Agosto;’ sotto Cas.ra Tintina, m. 1500 (Sauris)»
, Settembre.
Hab. : tutta 1’ Europa, Nord dell’Africa, Siberia e America del Nord.
Drapetisca Menge.
95. Drapetisca socialis (Snd).
I nel bosco sotto Cas.ra Tintina, m. 1600 (Sauris)^ Settembre; i 9 su un muro, a Ovaro, m. 520, Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania.
Bolyphantes C. Koch.
96. Bolyphantes altictps (Snd.).
Abbastajiza comune nella regione dei boschi e un poco più in alto: Cas.ra Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto; Casera Palac’, e For.lla Olbe, m. 1600 e Bosco Flobia, m. 1400 (Sauris), Settembre.
Hab.: PTancia, Svizzera, Germania, Italia (Modenese).
97. Bolyphantes luieolus (B.).
1 9 sui prati di Mont di Miezz, m. 1200 (Ovaro) in Agosto.
Hab.: Francia, Corsica, Germania.
98. Bolyphantes index (Thor.).
Raro: cespugli sotto M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto) Luglio, e a Cas.ra Palac’, m. 1500 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia (Trentino), Francia, Svezia, Siberia.
99. Bolyphantes nigropictus E. Sim.
2 cf’ sui cespugli sotto M.te Scuffia, m. 1400 (Rava- scletto), Luglio.
Hab : Francia, Corsica, Sardegna.
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Tetragnathiiiae
Pachygnatha Sund.
100. Pachygnatha clerclki Sund.
1 9 sulle erbe a Sauris di Sopra, m. 1350, Settembre.
Hab.: Spagna sett., Italia settentrionale, Calabria, Francia^
Belgio, Svizzera, Germania.
Tetragnatha Latr.
101. Tetragnatha chrysochlora (Aud. Sav.)
Abbastanza freq\iente nella zona dei boschi e poco sopra:
lungo il Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto; Valle Fleòns, sotto Cas.ra Valz, m. 1100 (Forni Avoltri), Agosto, Cas.ra P’alac’, m. 1600, bosco del Buso, m. 500, e Bosco Flobia, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia, Corsica, Sardegna, Austria, Germania.
Meta C. Koch
102. Meta segmentata (Cl.)
Frequentissima : M.te Crasulina, m. 2000 (Ravascletto), Luglio; Cuell Pizzul (Zuglio), Luglio, prati di Raviestis sotto Mione, m. 650; di Runchs, m. 700; del Bencul sopra Mione, m. 750; bosco Pilinis, sotto Mione, m. 700; lungo Rio Miozza e Rio Darchia, m. 700-800 ; cespugli sotto Casera Valinia, m. 1300; prati di M.te di Miezz, m. 1200 ; M te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600; in un cortile a Mione, m. 712: (Ovaro), Luglio-Settembre; presso il Degano a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; Valle Fleòns sotto Casera Valz, m. iioo (Forni Avoltri), Agosto; a Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; bosco Lésis, m. 1200 (Claut), Agosto; Casera Palac’ e F.lla Olbe, m. 1500 (Sauris), Settembre; boschi intorno alla Maina, m. 950; bosco Flobia, m. 1200; Cas.ra Tintina, m. 1600 ; cespugli nel greto del Lumie! sotto la Maina, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Portogallo, Francia, Svizzera, Germania, Russia meridionale.
103. Meta menar di (Ltr.)
2 9 della Grotta Corona presso Cavazzo Carnico, m. 600 in Luglio.
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Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Germania, in grotte e cantine umide.
Argiopinae
Argiope Aud. Sav.
104. Argiope briinnichii (Sci.)
29^ Tolmezzo, in Luglio.
Hab. : Italia, Spagna, Francia, Germania, Russia merid., Turchia, Nord dell’Africa, gran parte dell’Asia.
Cyclosa Menge
105. Cyclosa conica (Pai.)
Nei boschi e prati della zona più bassa : Bencul presso Mione, m. 750 (Ovaro), la Maina, m. 900-1000 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Russia merid., etc,
Araneus Cl.
106. Araneus [Epeira) grossus (C. Koch)
29^ Tolmezzo, m. 700, in Luglio.
Hab. : Italia (Basilicata, Trentino, Modenese), P'rancia, Germania, Russia merid.
107. Araneus [Epeira) angulatus Cl.
Comune fino alla zona dei boschi: Luint, m. 600, lungo la Miozza, m. 700 (Ovaro), e a Ovaro, m. 500, Luglio-Set- tembre; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Cate ina (Weiszenbach), m. 1000, Agosto; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Turchia, Russia me- ridion., Italia, Spagna, Algeria, Sonda.
108. Araneus {^Epeira) circe (Aud. Sav.)
I 9 ^ Tolmezzo, m. 300, Luglio.
Hab. : Italia (Pavia, Val Vigezzo, Sicilia, Ustica, Capri) ; Svizzera, Germania, Francia merid., Russia merid., Turchia, Marocco,
109. Aranetis {Epeira) diadematus Cl.
Frequentissima ovunque : Monte Crostis, m. 1600-2000,
Vaisecca, m. 2105, Scuffia, m. 1600 (Ravascletto), Luglio;
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Cucii Pizzul, m. 1400 (Zuglio), Luglio; Prati di Raviestis sotto Mione, m. 600; Luint, m. 600; Mione, m. 712: Bencul sopra Mione, m. 750; prati di S. Martino, m. 500; Staipe Chebie, m. 1300, M.te Avedrugno, m. 1700, Cas.ra Valinia, m. 1500 (Ovaro); e ad Ovaro stes'^o, m. 500, dal Luglio al Settembre; Forni Avoltri, in. 800, Agosto; Valle Flèons, m. 1100-1200, e M.te Navagiùst, m. 1600 (Forni Avoltri), Agosto-Settembre; bassa Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; Val Settimana, m. 800; Sciól di Savalòn, m. 1300; F.lla Caserata, in. 1700 (Claut), Agosto; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Caterina, m. looo (Weis- zenbach), Agosto; M.te Kok, m. 1800 (Malborghetto), Agosto; Rio Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre ; Bosco della Maina e alla Maina, m. 900 e bosco Flobia, m. 1260-1 500 (Sauris), Settembre.
Hab. : Tutta 1’ Europa, Africa sett., Asia sett.
no. Araneus i^Epeira) marmoreus Cl.
Abbastanza frequente nei boschi e fra le erbe : Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Jòf di Mieze- gnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto ; Cas.ra Valz, m. 1200 (Forni Avoltri), Agosto ; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Tutta l’Europa, Siberia.
111. AraneiLs [Epeira) quadratiis CL
I 9 Poludnig, m, 1600 (Malborghetto), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
112. Araneus [Èpeira) ciLcurbitinus Cl.
Comune ovunque : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; M.te Torchia, m. 1900, Cas.ra Valinia, m. 1400, M.te Chiadin sopra O vasta, m. 1600, Cas.ra Tamarott» m. 1800 (Ovaro), Luglio-Agosto; Bosco Lési-s, m. 1000, e F.lla Caserata, m. 1700 (Claut), Agosto; PMla Olbe, m. 1500; Bosco Flobia, m. 1600 ; cespugli nel greto del Lumiéi sotto la Maina, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Tutta l’Europa, Africa sett., Palestina.
113. Araneus [Epeird) ceropegius Wlk.
Abbastanza comune nei prati d'alta montagna: sulla via del Crostis, m. 1750 (Ravascletto), Luglio; Cascia Tamarott, m. 1750 (Ovaro), Luglio; Cas.ra Daùda, m. 1700 (Arta), Luglio; M.te Navagiùst, m. lóoo (Forni Avoltri), Settembre.
Liab. : Italia (Lombardia, Val d’Aosta, Trentino, Sicilia, Calabria), Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia meridionale.
114. Araneus (Eptird) nmhratims Cl.
I in un cortile a Ravascletto, m. lOOO, Luglio; i (-f nel prato di Raviestis sotto Mioue (Ovaro), Luglio.
Hab. : Italia settentrionale, Calabria, Francia, Svizzera, Ungheria, Germania, Russia mer., Algeria, Egitto.
115. Araneus [Zilla) atricus (C. K.)
Frequente ovunque: via del Crostis, m. 1600 (Ravascletto), Luglio ; tutta la conca di Sauris, a Cas.ra Palac’, m. 1600, alla Maina, m. 950, a Cas.ra Tintina, m. 1500, in Settembre; M.te di Miezz, m. 1400, e Cas.ra Tamarott, m. 1850 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia, Francia. Belgio, Germania.
116. Araneus [Zilla) decemnotatus Cl.
Meno frequente del precedente : Pern Thal, licheni d’ un tronco di salice, m. 1000 ; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Agosto; cespugli sotto Casera Valinia,,m. 1400 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Tur- chia, Russia mer.
11 7. Araneus [Singa) semiater (L. Koch)
I 9 ^ Malga Pussa, m. 900 (Claut), Agosto.
Hab. : Europa orientale, Italia, Sicilia, Algeria.
118. Araneus [Singa) rufulus (E. Sim.)
I 9 prati del Bencul sopra Mione, m. 750 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Ungheria, Francia, Germania, Austria.
119. Araneus [Singa) sanguineus (C. Koch)
I 9 terra a Casera Suola, m. 1500 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Roma.
88
Thomisidae
Xysticus C. Koch.
120. Xysticus cristatus (Cl.)
Frequentissimo ovunque : M.te Crostis, m. lóoo, M.te Vaisecca, per terra, m. 2105, e M.te Scuffia, nel bosco d’a- beti e nei prati, m. 1200-1400 (Ravascletto), Luglio; fra le erbe e i sassi a Col Gentile, m. 2077, Forchia, m. 1900, M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600; bosco Sterpét, m. 1000; lungo la Miozza e il Rio Darchia, m. 650-800; prati di Ra- viestis sotto Mione, m. 700: (Ovaro), Luglio-Agosto; per terra ai laghi del Zouf Pian, m. 1850 (Cercivento), Luglio! M.te Zoncolàn; m. 1400 (Zuglio), Luglio ; fra Malga Daùda e Malga Claupa, m. 1800 (Arta), Luglio; a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; bassa Val di Suola, m. 1200-14C0, e P.sso di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto; cima del Trogkofel, m. 2250 (Pon- tebba). Settembre; Cas.ra Palac’, m. 1500, F'orcella Olbe, m. 1500, bosco sotto Casera Tìntina, m. 1400 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Un gheria, Russia mer-id. -
121. Xysticus laterali s Hahn.
Xysticus lanio C. Koch, E. Simon
I 9 sullo Jòf di Miezegnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto,
Hab. : Italia settentrionale, Germania, Austria, Svizzera. Ungheria.
122. Xysticus gallicus E. Sim.
1 sotto i sassi del Chiadin del Crostis, m. 1900, i 9 nei boschi sotto M.te Scuffia, m. 1300 (Ravascletto), Luglio.
Hab. : Francia, Svizzera, Austria.
123. Xysticus kempelenii Thor.
Xystictis limatus E. Simon
2 9 prato di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro) Agosto.
Hab. : Italia (Capri, Pisa), Francia, Germania, Svizzera, Ungheria.
89-
124. Xysticìis luctnosus (B.)
Raro: l (-f per terra presso Casera Losa, m. 1950 (Prato Carnico), Agosto ; i 9 Chiadin di Chiadèiiis
m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; l 9 prati di S. Mar- tino, m. 550 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Belgio, Germania, F'rancia settentr., Inghilterra, Svezia.
125. Xysticiis acerbus Thorell.
Abbastanza frequente, nella zona dei boschi, sotto Ca- sera Valinia, m. 1400 (Ovaro), a Pern Thal, m. 1000, e a bosco del Buso, m. 950 (Sauris), Setterribre.
Hab. : Italia (Valtellina, Pisa, Basilicata, Sicilia), Francia, Belgio, Germania, Austria, Ungheria, Turchia, Russia merid.
126. Xysticus robtistus (Hahn)
I nel prato di S. Martino, m. 500 (Ovaro), Luglio.
Hab.: Italia (Pisa, Capri), Francia, Spagna, Belgio, Sviz- zera, Ungheria, Russia merid.
127. Xystims gortanii sp. nova.
9 Cephaloth. longitudo mm.- 3 ; amplitudo mm. 2.5 ; abdominis longitudo mm. 3.5. Cephalothorax colore rufo, duabus vittis lateralibus brunneis sat latis ornatus, quae pa- rallelae ab oculis lateralibus usque ad tertiam cephalothoracis partem posteriorem perve- niunt. In medio cephalothorace, duae vittae subtilissimae albae, quae intus tertia cepha- loth, parte vittas brunneas marginant, V modo convergentes. Oculorum series supera leviter procurva, oculis omnes triplo mediorum dia- metro inter se distantes; medii lateralibus minores. Oculorum series antica procurva, sed minus quam postica: oculi medii supe- rìoribus aequales ; inter se et a posterioribus triplo fere eorum diametro : a lateralibus anticis duplo saltem distantes. Oculi laterales antici duplo fere maiores quam medii antici, sed paullo maiores quam laterales superi: a lateralibus superis duplo fere eorum diametro distantes. Frons dimidio areae
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ocularis ampia; chelicera duplo fere ampia quam frons. — Sternum paullo longius quam amplius, rufotestaceum. Abdomen desuper bruiineo testaceum; latera et venter autem testacea, a parte dorsali maculis brnnneis nonnullis parvulis delimitata. Antice abdomen fascia testacea longitudinali prae- ditum, tertio antico truncata, angulis posterioribus paullo elongatiSi Segmentum ipsum postico vitta brunnea transversali medio abdomine interrupta, limbaturn. Postice, abdominis pars superior tribus vittis transversalibus testaceis, medio ab- domine paullisper procurvis ornata; inter secundam et tertiam vittam vitta brunnea transversalis, dimidio abdomine troncata, adest. Pedes testaceo-rufì : longitudo anticorum et secondi paris mm. 8 ; tertii paris autern mm. 5.5 ; quarti mm. 6. Femur primi paris tribus aculeis nigris, femora cetera uno tantum aculeo armata ; patellae inermes ; tibiae primi paris duabus seriebus inferioribus aculeorum, una e qu’nque, alia e quatuor aculeis constantibus; ceterae tibiae duabus seriebus inferioribus e tribus aculeis constantibus instructae; metatarsa autem primi et secondi paris duabus seriebus quinque acu- leorum subtus ; lateribus tribus aculeis ; tertii et quarti paris vero duabus seriebus duorum aculeorum subtus, lateribus duobus aculeis armata.
Epigyne area transversa lata, trianguliformi, apice obtuso antice sito constans, duabus foveis parvulis lateralibus.
Mas rnihi non: cognitum est.
Speciem hanc professori Michaelio Gortani, geologo, amico meo optimo dico.
Inveni eam haud raro pratis et silvis : pratis qui Ra- viestis, m. 600-650, et Bencul, m. 750, apud Mione, appel- lantur (Ovaro), mense Julio atque Augusto; atque silva super Artam posita, m. 1000, Julio mense.
Oxyptila E. Simon.
128. Oxyptila randa E. Sim.
Attribuisco con dubbio a questa specie una giovane fem- mina, trovata in un prato presso Malga Daùda (Arta) in Luglio.
Hab. : Alpi France'si, Germania.
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129- Oxy\<tila nigrita (Thor.)
Nei prati e nei boschi : M.te Scuffia, m. 14OO (Rava- scletto), Luglio ; lungo la Miozza e nei prati del Rencul, m. 700-750 (Ovaro), Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto.
Hab. : Spagna, Italia (Basilicata), Francia, Svizzera, Ger- mania, Danimarca.
Heriaeus E. Sim.
130. HeriaeiLs hirstitus (Wlk.)
I e I 9 Isella bassa Val Raccolana, m. 800
(Raccolana), Settembre.
Hab. : Spagna, Italia (Piemonte, Liguria, Basilicata), Francia, Germania.
Misumena Latr,
13 1. Misumena vatia (Gl.)
Comunissima fin verso i 1200 metri ; prati di Raviestis, m. 600-700, e del Bencul, m. 750, presso Mione, di Runchs, m. 700, di S. Martino, m. 500, lungo il Rio Darchia, m. 700; a M.te di .Miezz, m. 1200, sopra Ovasta, m. 1200 (Ovaro), Luglio-Settembre; a Forni Avoltri, m. 800, e in Valle Fleòns sotto Cas.ra Valz, m. iioo (Forni Avoltri), Agosto; a bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto; nella bassa Val Pontebbana, m. 800 (Pontebba), nel bosco P'iobia, m. 1200 (Sauris), in Settembre.
Mentre le femmine corrispondono perfettamente al tipo descritto dal Simon, i maschi hanno una colorazione alquanto diversa: lo sterno e le anche sono fulve; fulvi pure tutti i fe- mori e le patelle; invece nel mezzo del ventre vi è una larga macchia 'oscura. Dato che tutti i maschi da me raccolti pre- sentano queste particolarità di colorito, mi pare si possano considerare come una varietà, che chiamerò pallipes mihi.
Hab. : Tutta V Europa.
Thomisus Wllc..
132. Thomisus onustus Wlk.
I 9 prato Raviestis, sotto Mione, m. 600; una lungo il Rio Darchia, m. 700 (Ovaro), Luglio-Agosto.
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Hab : Tutte le regioni Mediterranee, Russia merid., Asia Minore, Transcaucasia, Cina.
Diaea Thorell —
133. Diaea dorsata (F.)
I 9 su un cespuglio a M.te Scuffia, m. 1400 (Rava- scletto). Luglio.
Hab.: Italia (Piemonte, Pavia, Calabria), Germania, Francia, Svizzera, Ungheria.
ThanatìLs C. Koch.
134. Thaiiatus formicinus (Cl.)
Non molto frequente, nei prati e boschi, in media e alta montagna : M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600 (Ovaro), Agosto; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre; cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto.
Hab. : Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Italia setten- trionale.
Tibellus E. Simon.
135. Tìbdliis propinqiius E. Sim.
I 9 sui fiori presso il lago di Raibl, m. 950 (Raibl) Settembre. -
Hab. : Italia (Pisa (?)), Francia, Spagna.
Philodromiis Wlk.
136. Philodromns lividus E. S.
I 9 bosco di Pilinis presso Mione, ni. 700 (Ovaro), p Agosto.
Hab. : Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera.
137. Philodromns aureolus (Cl.)
Raro, nei boschi e nella zona dei cespugli: M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Cuéste Stentarie, m. 1700 (Ovaro), Luglio; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab. : Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Belgio, Ger- mania, Ungheria, Russia merid.
138. Philodromns constellatns E. Sim.
Boschi e prati di media montagna : strada del Crostis m. 1600 (Ravascletto), Luglio; Cuell Pizzul, m. 1400 (Zuglio),
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Luglio ; bosco sotto Gaserà Tintina, m. 1 500 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Italia (Roma, Basilicata, Sicilia), Corsica.
Clubionidae
Sparassus Wlk.
139. Sparassus spongitarsis (Djjf.)
1 9 nel Bosco del Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia centrale , meridionale e insulare , Istria^ Francia.
Micrommata Latr.
140. Micrommata virescens (Cl.) var. ornata Wlk.
2 9 bosco del Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Siria.
Clubiona Latr.
141. Clubiona erratica C. K.
I 9 sotto ai sassi, Casera Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Francia, Germania.
142. Clubiona subtilis C. Koch
Frequente sili fiori, nella media montagna : Rio Miozza, m. 700; bosco Sterpét, m. 1000, Mont di Miezz, m. 1200 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Corsica, Ungheria.
143. Clubiona diversa Cb.
I $ sugli .alni sotto Casera Valinia, m. 1400 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Un- gheria.
144. Clubiona terrestris Westr,
I 9 terra, presso Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Italia sett., Calabria.
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145- Clubiona compia C. Koch
I su un muro a Ovaro, m. 550, Agosto.
Hab. : Italia (Trentino, Pavia, Roma, Capri), Francia, Germania, Svizzera.
146. Clubiona corticalis (Walk.),
I 9 casa a Ovaro, m. 550, Agosto.
Hab. : Italia (Trentino, Basilicata, Calabria), Corsica, Francia, Germania, Svizzera.
Chiracanthium C. Koch.
147. Chiracanthium erronenm Cb.
I 9 sulle erbe a bosco Lésis, m. lOOO (Claut), Agosto^
Hab. : Francia, Belgio.
Anyphoena Sund.
148. Anyphoma acctninata (Wlk.).
Rara: lungo Rio Darchia, m. 750, e a Mont di Miezz, m. 1000 (Ovaro), Agosto; Valle Fleòns sotto Casera Valz. m. LOGO (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Italia settentrionale e insulare, Calabria, Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Palestina.
Liooranum L. Koch.
149. Liocramim rupicola (Wlk.)
I 9 sui cespugli lungo Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Corsica, Germania, Svizzera. Agelenidae Coeloits Walck.
150. Coelotes pastor E. Sim.
Frequente dai 1400 m. in su, fra le erbe e le pietre : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio;- M.te Zoncolàn, m. 1400 (Zuglio), Luglio; M.te Forchia, m. 1950 (Ovaro), Agosto; Casera Suola, m. 1500 (Forni di Sopra), Agosto; Cima del Pramaggiore, rn. 2495 (P'orni di Sopra), Agosto; F.lla Dof, m. 1800 (Claut), Agosto ; S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau), Agosto; Casera Razzo, m. 1700, e P.ta deir Ucciell, rn. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia. Il Simon dice che questa specie abita
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sopra i 1800 metri; come si vede, da noi discende alquanto più in basso.
151. Coelotes atropos (Wlk.).
I 2 sotto i sassi nel Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ra- vascletto, in Luglio.
Hab. : Italia (Piemonte, Lombardia, Calabria), Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Inghilterra, Ungheria. Secondo il Simon, si trova sempre nei boschi, mai nelle praterie alpestri, dove invece ho trovato il mio esemplare.
Tegenaria Latr.
152. Tegenaria parietina (Fourcr.).
I in una casa a Tolmezzo, m. 320, Settembre.
Hab.: Spagna, Italia, Francia, Svizzera, Germania, Inghil- terra, Ungheria, Russia merid., Turchia.
153. Tegenaria domestica (Cl.) nec Simon.
Tegenaria ferruginea (Panz.), Simon.
Nelle case, Ovaro, m. 550, Luglio.
Hab. : Europa.
154. Tegenaria derhamii (Scop.)
Tegenaria domestica E. Sim. nec Clerk.
19^ Cuell PizzLil, nei prati, m. 1400 (Zuglio), Luglio; una sotto i sassi a S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau) ; roccie a M.te Avanza, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Cosmopolita. — Ordinariamente si trova nelle case e cantine.
155* Tegenaria silvestris L. Koch.
I 9 cortile, a Mione, m. 712 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Austria.
156. Tegenaria campestris C. Koch.
Abbastanza frequente nei boschi intorno a Sauris, m. 900- 1200, Settembre.
Hab,: Francia, Belgio, Germania, tutte le Alpi, Italia.
157. Tegenaria capra E. Simon
Riferisco con molto dubbio a questa specie un giova nis- .simo maschio, trovato nel bosco d’abeti a m. Scuffia, m. 1200 (Rayascletto), Luglio. -
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Agelena Walck.
158. Ageleiia labyrinthica (Cl.)
Comune nei boschi e prati di montagna media : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio, prati di Raviestis m. 700 (Ovaro), Agosto, prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio, prati di Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Un- gheria, Turchia, Russia merid. Simon dice che questa specie si trova nelle praterie alpine almeno fino ai 1800 m.: da noi non r ho mai trovata sopra i 1400.
159. Agelena similis Kys.
Comune, con la precedente : M.te Scuffia, m. 1400 (Ra- vascletto), Luglio ; prati di Raviestis sotto Mione, m. 700, e prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio- Agosto.
Hab.: Spagna, Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Ungheria, Russia merid., Turchia.
Hahnia C. Koch.
160. Hahnia petrobia E. Sim.
I 9 terra, bassa Val Settimana, m. 800 (Claut), Agosto.
Hab. : Alpi Francesi.
161. Hahnia bressica E. Sim.
I 9 erbe, lungo il Rio Darchia, m. 750 (Ovaro),
Agosto.
Hab. : Francia, Germania.
162. Hahnia muscicola E. Sim.
Sotto i sassi a Cas.ra Razzo, m. 1700, e nel bosco del Buso, m. 950 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia, Tirolo.
Lycosidae
Lycos a Latr.
163. Lycosa (Tarentula) pulvernlenta (Cl.)
Frequente nei boschi e nei pascoli alpini: M.te Valsecca‘
m. 2000, e Chiadin del Crostis, m. 1850 (Ravascletto), Luglio; Casera Forchia, m. 1750 (Ovaro), Agosto; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau) Agosto.
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Hab. : Spagna, Italia settentrionale, Sicilia, Francia, Ger- mania, Russia merid., Algeria, Siria.
164. Lycosa (Tarentzila) cuneata (CI.)
Rara, con la precedente: M.te Scuffia, m. 1400, e Cas.ra Vaisecca, m. 1950 (Ravascletto), Luglio ; M.te Zoncolan, m. 1400 (Zuglio), Luglio.
Hab. : Italia (Lombardia, Piemonte, Trentino, Emilia, Pisa), Francia, Svizzera, Germania.
165. Lycosa (Tarmtula) trabalis (Cl.)
Frequentissima, con le precedenti: prati di Runchs,
m. 700, Raviestis, m. 600, M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600, Cas.ra Forchia, m. 1800 (Ovaro), Luglio- Agosto ; sotto Malga Daùda, m. 1000 (Arta), Luglio ; Forcella Case- rata, m. 1700 (Claut), Agosto; F.lla Olbe, m. 1600, bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Russia meridionale.
166. Lycosa ( Tarentula) alpicola E. S.
I 9 prati di Cas.ra Forchia, m. 1900 (Ovaro)^
Luglio.
Hab. : praterie alpestri nelle Alpi Francesi.
167. Lycosa (Tarentula) nemoralis Westr.
Nei boschi e praterie alpine; sotto M.te Scuffia, m. 1200 (Ravascletto), Luglio, sotto Casera Vaisecca di Sopra, m. 1700 (Ravascletto), Luglio ; lungo la Miozza, m. 650 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia (Lombardia, Calabria), Francia, Svizzera; Germania, Belgio, Ungheria.
\6%. Lycosa (Tr odiosa) cinerea (F.)
Comune ovunque: M.te Crasulina, m. 2105 (Ravascletto), Luglio ; bosco Pilinis sotto Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto ; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; Malga Bussa, m. 950 (Claut), Agosto.
Hab.: Italia (Lombardia, Piemonte, Dalmazia, Sardegna, Sicilia, Calabria), Francia, tutta l’Europa, specialmente meri- dionale.
Mem. Soc. Ent.. I, 1922.
7
98
169. Lycosa (Tr oc ho sa) terricola Thorell.
Nei boschi, non frequente: sopra Arta, m. lOOO, Luglio, Latteis, m. 1300; il Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. ; Tutta V Europa, Africa settentr., Turchestan.
170. Lycosa (Tr odiosa) ruricola (de Geer).
I 9 pi'esso Luint, m. 600 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa, gli Stati Uniti.
171. Lycosa (Pirata) knorrì (Sci.).
3 9 lungo la Settimana, sotto Malga Bussa, m. 900 (Claut), Agosto.
Hab. : Italia (Pisa), Francia, Germania, Svizzera, Russia meridionale.
Pardosa C. Koch.
172. Pardosa torrmtum E. Sim.
29^ M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600 (Ovaro),
Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Calabria.
173. Pardosa cursoria L. Koch.
Praterie di alta montagna, poco comune: M.te Vaisecca, m. 1800-2050 (Ravascletto), Luglio, M.te Chiadin di Ovasta, m. 1600 (Ovaro), Agosto.
Hab.: Italia (Veneto, Lombardia, Emilia, Basilicata,
Calabria), Francia, Svizzera, Austria.
174. Pardosa montkola (Cl.).
Frequente nelle praterie alpestri : M.te Forchia e Col Gentile, m. 1900-2050 (Ovaro), Luglio- Agosto; Cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto ; Giogo Veranis, m. 2000 e M.te Navagiust, m. róoo (Forni Avoltri), Agosto-Settembre; Punta deir Ucciell, m. 1800 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Un- gheria, Russia merid.
175. Pardosa palustris (L.).
Frequentissima nei boschi e nelle praterie alpestri : M.te Scuffia, m. 1200-1400; Lago Tarònd di Crasulina, m. 850 (Ravascletto), Luglio ; bosco Sterpét, m. 1000, Cuéste Sten- tàrie, m. 1700; Casera Forchia, m. 1 800 ; Col Gentile
99
m. 2000 (Ovaro), Luglio-Agosto ; Gaserà Fleòns di sotto, m. 1560, e Chiadin di Chiadènis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; Malga Claupa, m. 1700 (Aita), Luglio; passo di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), Agosto ; Gaserà Stua, in. 1600 (Gimolais), Agosto; forcella Dòf, m. i8oo (Glaut), Agosto; Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto.
. Hab. : Francia,- Svizzera, Germania, Belgio, Ungheria.
176. Pardosa bif asciata G. Koch
I 9 Runclis, m. 700 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Francia, Svizzera, .Germania, Belgio, Italia (Lom- bardia, Modenese).
177. Pardosa patitaris E. S.
Rara, nelle praterie alpestri : M.te Scuffia, m. 1400 e M.te Vaisecca, m. 2090 (Ravascletto), Luglio ; M.te Ghiadin di Ovastà, m. 1600 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Gorsica.
178. Pardosa vittata (Kys.).
I 9 terra, lungo Rio Miozza, m. 650 (Ovaro),
Agosto, e' cima del Pramaggiore, . m. 2495 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab.: Italia, Francia merid., Svizzera, Dalmazia.
179. Pardosa proxima G. K. var. poetica.
Gaserà Razzo, m. 1700, e bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Svizzera, Germania, Siria.
180. Pardosa lugabris (Wlk.)
I 9 P^*" terra a Gaserà Stua, m. 1600 (Gimolais),
Agosto.
Hab. : Italia settentrionale, Galabria, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Ungheria, Russia merid., Tripoli.
18 1. Pardosa morosa (L. Koch).
Frequente nella zona dei boschi e dei cespugli: M.te Scuffia, m. 1200-1400 (Ravascletto)^ Luglio; bassa Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Gaterina, m. 1000 (Weiszenbach), Agosto; bassa Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre ; la Maina, m. 950 ; Sauris di
100
Sopra, m. 1400, Casera Tintina, m. 1600 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Spagna.
182. Par dosa amentata (CI.)
I 9 terra a Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto, 2 e I 9 ^ Malga Pussa, m. 950 (Claut), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
183. Pardosa hortensis (Thor.)
I ^ al Jóf di Miezegnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto; I 9 ^ bosco Flobia, m, 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia settentr., Calabria, Sardegna, Svizzera, Belgio, Francia, Germania.
184. Pardosa ferruginea (L. Koch)
Abbastanza comune ovunque: sotto M.te Scuffia, m. 1000 (Ravascletto), Luglio ; prati di Runchs, m. 700, Cas.ra Va- linia, m. 1400, M.te Avedrugno, m. 1750, bosco Sterpét, m. 1000 (Ovaro), Luglio- Agosto; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto ; bosco di Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; P.ta dell’ Uccidi, m. 1800 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia centrale.
185. Pardosa nigra (C. Koch)
I 9 nell’alta Val di Suola, m. 1800 (Forni di Sopra), Agosto ; i 9 ^ Cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto;
I (f sulla cima del Pei alba, m. 2690 (Forni Avoltri).
Hab. : Francia, Svizzera, Italia (Lombardia, Valdaosta), M.ti Tatra, Siria. Secondo Simon e de Lessert abita sopra i 2000 metri : come si vede, da noi discende alquanto più in basso.
186. Pardosa wagleri (H.)
I (f fra le erbe a Casera Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Austria, Italia (Mo- denese).
101
Salticidae
Heliophanus C. Koch.
187. Heliophanus flavipes (H.)
Sui fiori e cespugli nella montagna media: M.te Scuffia, m. 1400; Mione, m. 700, prati Bencul, m. 750, e Raviestis, m. 700, presso Mione, bosco Sterpét, m. lOOO, lungo Rio Miozza e Darchia, m. 700-800 (Ovaro), Luglio-Agosto ; Ga- serà Palac’, m. 1 500 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia (Lombardia, Roma, Basilicata, Calabria, Ustica, Capri, Sicilia), Francia, Svizzera, Belgio, Germania^ Ungheria, Russia merid., Turchestan.
188. Heliophanus metallicus C. K.
I 9 sui fiori in Raviestis, presso Mione, m. 650 (Ovaro) Agosto.
Hab.: Italia, Francia, Germania, Russia merid.
189. Heliophanus cupreus (Wlk.)
I (rf sulla cima del Pramaggiore, m. 2495 (Forni dì Sopra), Agosto.
Hab. : Italia settentr., Roma, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia merid.
190. Heliophanus aenus (H.)
I 9 sulle erbe nella bassa Val Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre.
Hab. : Italia (Lombardia, Piemonte, Calabria, Sicilia), Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Russia merid.
Evophrys C. Koch.
19 1. Evophrys erratica (Wlk.)
19^ Cas.ra Rumai, m. 1420 (Ravascletto), Luglio ;
I 9 ^ Luint, m. 600 (Ovaro), Luglio ; i 9 ^ Pern Thal, m. 1000 (Sauris), Settembre.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
192. Evophrys sulphurea (C. Koch)
Strada sulla cresta di M.te Pozzóf, m. 1700 (Ovaro), Luglio; muro presso Ovaro, m. 500, Luglio.
Hab. : Francia, Corsica, Sicilia, Grecia.
193 Evophrys finitima (E. Sim.)
19^ Mione, in un cortile, m. 712 (Ovaio), Agosto.
Hab.: Spagna, Italia (Lombardia, Veneto, Emilia, Roma, Sicilia), Svizzera, Francia, Siria,
194. Evophtys testaceozonata spec. nova.
9 Cephalothoracis long. mm. 1.8 ; abdominis vero mm. 2. Pars cephalica omnino nigra, pars thoracica testaceo- rufa, nigrolimbata. Cilia alba, barbae quoque albae.
Oculi antici conniventes, medii lateralibus duplo saltem
maiores ; linea ad limen eorum posticum tangens, laterales
dimidio resecat. Laterales antici ab oculis secundae
serici spatio eorum diametro acquali distantes;
oculis secundae serici lateralium anticorum parte
quinta, oculorum tertiae serici tertia autem parte
aequales. Oculi tertiae serici ab oculi.-ì secundae
spatio eorum diametro acquali; inter se spatio oc-
tuplo distantes. Frons aeque alta quam dimidium
oculorum anticorum mediorum diametrum. Che-
licera rufa, duplo longiora quam frons est alta. Evophrys tes- 1 .0 1 taceosonata
Sternum elongatum, tertia parte fere longius quam di Gap. 9
amplius, nigrum, pilis albis praeditum. Abdomen brunneo - testaceum, pilis albis vestitum ; tertia parte antica zona testacea transversa, pilis constanti, leviter procurva, medio linea fusca interrupta, ornatum. Venter testaceum, mamillae brun- neae. Pedes et palpi testacei, pilis albis vestiti : pedum anti- corum longitudo mm. 2,4 ; secundi paris mm. 2, tertii paris mm. 2.1 ; posticorum autem 2.8 mm. Remora omnia aculeis tribus, testaceis, longioribus quam diametrum articulorum, armata; patellae inermes. Tibiae primi et secundi paris duabus seriebus inferioribus duorum aculeorum ; tertii paris aculeo singulo inferiori, duobus lateralibus ; quarti tribus aculeis in- ferioribus, duobus lateralibus praeditae. Metatarsa primi et secundi paris duabus seriebus inferioribus duorum aculeorum; tertii et quarti ^verticillo terminali 3-4 aculeorum et uno aut duobus aculeis mediis instructa.
Epigyne e fovea satis ampia, lutea, constans.
108
Mas mihi non est cognitum.
Speciei huius 4 9 prato qui Raviestis appellatur,
apud Mione, m. 650 (Ovaro), mense Augusto.
Sitticus Simon
195. Sitticus longipes (Can.)
19^* Cima Chiadin, fra i sassi, m. 2300 (Claut), Agosto.
‘ Hab. : Le cime più elevate delle Alpi.
196. Sitticus pubescens (F.)
Abbastanza frequente ovunque nei luoghi soleggiati : P.ti di S. Martino, m. 500; Luint, m. 600, Casera Tamaròt sulle roccie, m. 1750 (Ovaro), e ad Ovaro, m. 500, Luglio- Settembre; la Maina, m. 500 (Sauri?), Settembre.
Hab. : Tutta V Europa.
197. Sitticus rupicola (C. Koch) '
M.te Kok, m. 1800 (Malborghetto), Agosto, e a Cas.ra Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto,
Hab.: Francia, Germania, Svizzera, Trentino, Galizia.
198. Sitticus floricola (C. Koch)
Non raro, ovunque: Cas.ra Torchia, m. 1750, e Luint, m. 600 (Ovaro), Luglio; Casera Valz, m. 1200 (Forni Avoltri), Agosto; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Italia (Trentino, Lombardia, Napoletano), Sviz- zera, Germania, Francia, Galizia, Ungheria, Russia merid.
Marpissa C. Koch
199. Marpissa muscosa (Cl.)
1 9 terra, presso Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto.
Hab.: Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Russia merid.
Phlegra E. Simon
200. Phlegra cinertofasciata (E. Sim.)
I per terra, Mione, m. 712 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Francia.
Pkilaeus Thorell
201. Philaeus chrysops (Roda)
Abbastanza frequente nei fondo valle, sui muri soleggiati:
104
Luint, m. 600; P.te di S. Martino, m. 550, segherie Aplis, m. 500 (Ovaro), Luglio-Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Norvegia, Un- gheria, Russia mer., Turchia, Siria, Tunisia.
Evarcha Simon
202. Evarcha falcatus (Cl.)
Hasarius falcaUts E. Simon, 1876; , non *9 • Hasarius arcuatus E. Simon, 1876: 9 » gT-
Nei boschi, piuttosto raro: Casera Stua, rn. 1600 (Cimo- lais). Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto ; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Un- gheria, Russia mer.
SCORPIONES
Ischnuridae
Euscorpius Thorell
203. Euscorpius carpathiciis (L.)
Comune ovunque, sotto i sassi, alla base dei muri : Ca- sera Tarondùt, m. 1812, e Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ravascletto), Luglio; Ovaro, m. 500, Luglio; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Spagna, Sicilia, Sardegna, Corsica, Turchia.
204. Euscorpius italicus (Herbst.)
I (9 in una casa, a Mione, m. 712 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia mer., Italia sett., Turchia.
Conclusioni
Considerando V elenco ora presentato, mi sembra che possano scaturirne alcune conclusioni generali sulla fauna carnica, non prive d’ interesse, nonostante il numero non grande di specie citate. Vediamo intanto come la fauna aracnologica Carnica sia di un tipo piuttosto settentrionale. Rare infatti sono le specie meridionali, che non oltrepassano ordinariamente verso Nord l’ arco alpino {Dictyna horteiisis E, Sim., Filistata insidiatrix (Forst.), Theridium varians
105
rusticìLm (E. Sim.), TheridUim musivum E. Sim., Enoplognatha mandibularis (Lue,), Erigane meridionalis E. S,, Tibellus propinquus E. Sim., Philodromns livìdns E. Sim., Philodromus consUllatus E. S., Sparassns spongitarsis (L. Duf.), Pardosa vittata (Kys.)), laddove sono circa tre volte più numerose le specie che nelle Alpi raggiungono il loro limite meridionale di distribuzione {Liobumim limbalum L. Koch, Platybnnus bncephahis (C. Koch), Oligolophus moria (F.), Obisium alpi- num (L. Koch), Gnaphosa leporina (L. Koch), Theridiurp, ìimbraticum (L. Koch), Erigane remota L. Koch, Walekenaera iucundissinia (Cb.), Tapinocyba pallens (Cb.), Troxochrns scabriculus (Wstr.), Troxochrns ignobilis (Cb.), Trichopterna blackwallì (Cb.), Centromerits pabnlator (Cb.), Centromerus concinnus (Thor.), Leptoxrhoptrum huthwaiti (Cb.), Lepty- phantes cristatus (M.), Leptyphantes alacris (B.), Linyphia emphana Wlks., Linyphia pettata Wid., Bolyphantes index Thor., Xysticus galltcus E. Sim.. Xysticfjs luctnosns (B.), Oxyptila nigrita (Thor.), Clubiona diversa (Cb.), Pardosa ferruginea (L. Koch), Sitticus rupicola (C. Koch)). Tale carat- tere settentrionale della fauna aracnologica appare anch'è con- siderando il numero di specie rappresentanti le varie famiglie: caratteristico specialmente è il fatto che la numerosissima fa- miglia dei Salticidae, che ha nei paesi caldi il massimo numero delle sue specie, è qui rappresentata da sole i6 ; mentre le Lilly phiinae, proprie in gran parte dei climi freddi, sono rappresentate da ben 48 specie. Numerose sono pure le specie proprie alla catena Alpina, quali Prosalpia bibra- chiata L. Koch, Oligolophus glacialis (C. Koch), Amaurobms iugorum (L. Koch), Amaurobius Scopolii Thor., Gnaphosa badia (L. Koch), Erigane cristatopalpus E. àim., Araeoncus anguinetLS L. Koch, Centromerus delphinensis (E. Sim.), Leptyphantes frigidus E. Sim., Coelotes pastor E. Sim., Hahnla petrobia E. Sim., Lycosa (Tarentula) alpicola E. Sim., Sitticus longipes (Can.) ; quattro poi (Leptyphantes sennae, Linyphia carnica^ Xysticus gortanii, Evophrys te stacco zonata) sono nuove per la scienza.
106
Ma un’ altra considerazione possiamo fare, osservando i limiti altimetrici delle varie specie, e cioè che la fauna arac- nologica conferma pienamente quanto ci dicono la fauna dei coleotteri e la flora ; ossia che i limiti altimetrici delle specie sono sensibilmente abbassati rispetto a quanto avviene in altre parti delle Alpi. Questo fatto risulta evidente considerando le specie di media montagna e quelle abitanti contempora- neamente la pianura e i monti, che in Gamia non si spingono tanto in alto quanto in altre regioni : p. es. Amaurobius fe- nestralis (Stroem.), Ageleria labyrinthica (Gl.) e Agelena si- milis Kys, che non superano mai i 1400-1500 m., menti e altrove si innalzano al disopra dei 1800 m. ; Pardosa amen- tata (GL), che arriva fino ai 1600 m. mentre altrove supera i 2000, Sitticus rupicola (G. K.) che- giunge fino ai 1800 m., invece che fino ai 2200 m., Pardosa bifascìata G. K. e Ar- giope brilnnichii (Sci.) che si trovano solo nelle parti piu basse delle vallate, mentre arrivano, in Francia, la prima, quasi ai 2000, l’altra ai 1200 m. Nè tale fatto è meno evi- dente, considerando le specie glaciali o comunque particolari all’alta montagna, quali Prosalpia bibrachiata L. Koch, Eri- gone remota L. Koch, Leptyphantes frigidus E. Sim., Cde- lotes pastor E. Sim., Pardosa ferruginea (G. Koch), Pardosa nigra (G. Koch), Sitticus longipes (Gan.), le quali discendono ben 200-400 m. più in basso della loro altezza minima nelle Alpi occidentali e centrali. — Questo interessante fenomeno è dovuto certo, in buona parte, ai molti vincoli diretti ed indiretti che legano la microfauna alla flora ; ma in parte è certamente connesso a cause fisiche quali 1’ umidità, la nubi- losità, la natura chimica del suolo, la sua permeabilità, la sua sfaldabilità, le quali possono avente sugli animali un’influenza diretta.
Tale questione è assai importante, ed è pure del mas- simo interesse la conoscenza più esatta dei rapporti della fauna carnica con la fauna delle regioni contermini. È evi- dente che a risolvere compiutamente tali problemi non basta il materiale da me finora raccolto : infatti le mie ricerche fu-
107
rono compiute nelle peggiori condizioni possibili, poiché la siccità ostinata, eccezionale per la Gamia, aveva letteralmente bruciati i pascoli alpini. Chi rifletta a tutto ciò, si convincerà come sia anzitutto necessario procurarsi con ampie ricerche continuate durante diversi anni, un abbondante materiale fau- nistico, e vedrà come la Gamia sia stata finora a torto trascurata dallo zoologo. Io ho la ferma convinzione che questa regione, già nota al geologo come feconda di ottimi risultati, non d irà se studiata accuratamente, minori soddisfazioni allo stu- dioso della fauna, e mi auguro quindi che ad essa si rivolga l’attenzione dello zoologo e dell’entomologo in ispecie.
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108
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65 - Id. id., Études scorpiológiqties, « Atti Soc. ìt.'Sc. Nat. »,
Milano 1876.
Firenze, Luglio 1^22.
D. VITO ZANON.
Missionario Giuseppino.
Contributo alla conoscenza
DELLA FAUNA ENTOMOLOGICA DI BeNGASI.
Coleotto**!.
Per formarsi un adeguato concetto della fauna coleot- terologica del paese è necessario conoscerne succintamente la topografìa, il clima, la flora.
La regione di Bengasi va divisa in tre zone tra loro di- stinte per posizione, per vegetazione e pur anche per clima.
La zona litoranea è formata da una striscia di sabbie più o meno estesa, buttate dal mare e dai venti e che for- mano in alcune località, come ai Sabri, al Palmeto, a Mona- stir, a nord della città, delle dune più o meno elevate, che però non avanzano oltre entro terra a causa delle palme ivi piantate e dei venti del sud. Questa zona è a clima preva- lentemente mediterraneo perchè battuta maggiormente dai venti del mare: in certe epoche dell’ anno ed in certi giorni havvi tra essa e la zona interna una notevole differenza di umidità, di calore, di vento. In questa zona nelle vicinanze della città, dalla parte della Giuliana vi sono lagune salate, e saline che danno ottimo sale, mentre dalla parte del Palmeto (nord-est della città) vi sono lagune salmastre formate dal confondersi dell’ acqua del mare con quella dolce del sotto- suolo, che ivi affiora talora con polle d’acqua viva, come ad Ain-Es-Selmani (Sorgente di Solimano). Sempre nella zona sabbiosa, a io km. a sud di Bengasi trovasi il villaggio d^ Gariunes, dove pure ho cacciato qualche volta ; più a sud, a 26 km. da Bengasi, trovasi Bu-Sceriba sbocco a mare del nostro presidio e il villaggio arabo di Ghemines situato a 6 km. entro terra.
113
A circa 15 km. a nord dì Bengasì trovasi Koefia, ed a 18 km. da Bengasi trovasi Sidi Kalifa, villaggi che si pro- lungano fino al mare, ma il cui centro trovasi più entro terra in zona rocciosa.
Parallela alla zona sabbiosa di Bengasi segue una zona di arenaria più o meno compatta che va fino al sobborgo della Berka (circa 3 km. dalla città). A Sìdi-Husseìn, villag- gio intermedio, essa presenta delle alture (antiche dune) al- cune delle quali sono, state spianate dopo T occupazione Ita- liana per la bonifica delle lagune adiacenti alla città e pel passaggio della linea ferroviaria Bengasi-Benina-Regima: altre sussistono ancora in parte, come alla Mefluga, ove è piantata la Stazione Radio-Telegrafica della R. Marina, come la col- lina su cui posa la Batteria Orientale.
A questa zona di origine talassogena ed eolica relativa- mente recente, segue la regione della terra rossa e della roc- cia calcare, ove sorgono le più belle oasi, fra cui il Fuehat o Foahed (che significa porte della città) a km. 6 a S.-E. di Bengasi, coi suoi bei giardini e la nostra Missione, le Due Palme con doline carsiche in vicinanza, (fra cui Auà-Zarda, pressa il forte Luhesci), il Giok-Kebir (ossia la Grotta del Lete, famosa nell’ antichità) a 12 km. a est di Bengasi, con numerosi giardini infossati, piantati entro doline carsiche: ed attorno a tutte queste oasi, che formavano le antiche Espe- ridi, c’è il deserto roccioso, la steppa desertica, senza una casa, senza un albero. Nella stessa zona a circa 2 km. a sud del Fuehat trovansi altri giardini isolati fra cui uno impor- tante perchè ha un caseggiato annesso, detto Sciallabi-el-Bebas, ora Scavone e casa Mei. Pure a sud trovasi la bella oasi con villaggio arabo e Ridotta del Guarcià, collegata colla Berka, da cui dista 7 km., a mezzo di una Decauville. Più a sud nella pianura deserta trovansi gli ultimi nostri presidii militari Soluk (circa km. 60 da Bengasi) e Tilimun (km. 70 circa da Bengasi). Ad est di Bengasi s’ alza 1’ altipiano sul cui ciglio trovasi il Presidio Er-Regima (km. 30 da Bengasi) collegato ad essa con ferrovia, con due stazioni intermedie Lete e Benina.
Mem. Soc. Ent.. I, 1922.
tl4
Di zone alberate nella zona di Bengasi, vi è mancanza assoluta, eccetto i bei palmeti lungo la spiaggia e i giardini della Berka, ove trovansi oltre la palma, numerosi olivi, mandorli, albicocchi, fichi; fuori delle oasi del Fuehat, del Guarda, del Giok ove sono pure magnifici agrumi, non in- contri un albero. La regione è a carattere steppico: verso l’altipiano di Regima anch’ esso nudo affatto di vegetazione arborea (Gebel-el- Abid) incontri dei cespugli di Zizyphus lotus e di Crataegus oxyacantha. Per vedere dei boschi, o meglio delle macchie, bisogna andare nell’altipiano di Tocra, Merg, Cirene (Gebel Akdar = montagna verde) ove trovansi Juni- perus phoeniceay Cupressus horizontalis, cambi ed olivi selva- tici, Cisttis salviaefolius e parviflorus, Pistacia lentiscus e Arbutus tinedo. Sebbene abbia avuto occasione di far qualche gita nell’ altipiano di Tocra e di Merg, non ho avuto però comodità di farvi delle caccie, e di più la stagione estiva non ne era molto propizia.
La vegetazione erbacea nella pianura di Bengasi è di breve durata: al sopraggiungere delle pioggie in Novembre, la zona della terra rossa, brulla ed arida per otto mesi dell’ anno, si riveste in quindici giorni tutta di verde; forma magnifiche praterie di erba più o meno alta, a seconda della profondità dello strato di terra sovrapposto alla roccia, od a seconda che il terreno è più o meno infossato, e quindi riceve più o meno acque di scolo. In fin d’ aprile però è tutto seccato, e non sopravvivono che poche specie xerofile. — Nella zona sabbiosa la vegetazione si risveglia più tardi e si prolunga invece a tutto l’autunno, perchè vi prevalgono le piante aio- file che vivono di acqua salmastra, colà abbondante e ne immagazzinano per la durata dei calori estivi.
All’abbassarsi della temperatura, dopo i caldissimi e forti Ghibli di Settembre, collo spuntar che fanno in Ottobre le prime piante a rizoma, a radice profonda e vivace, od a bulbo, si risveglia pure la vita dei coleotteri. Buona parte di essi erano rimasti allo stato di letargo estivo profondamente interrati entro nicchie di terra impastata, od entro le spacca-
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ture delle roccie, o sotto la corteccia degli alberi da frutto delle oasi, o sotto le grosse pietre. Al sopraggiungere delle pioggie, quando tutta la natura è in festa, seguono gli ac- coppiamenti e la riproduzione. In molti casi si hanno più generazioni favorite dal clima mite, dal pascolo abbondante anticipato e prolungato; è questa la ragione per cui in certi anni si hanno abbondanti invasioni di questa o di quell’altra specie, talora con grande pregiudizio delForticoltura. A volte queste invasioni sono autoctone e rimangono ove nacquero, altre volte sono emigranti e giungono nelle - oasi ordinaria- mente trasportate dal vento caldo ed impetuoso di Maggio. I venti caldi meridionali di Settembre non portano invasioni di insetti perchè pochissime sono le specie che in quelFepoca sono ancor vive o deste.
Dopo i grandi calori prodotti dai Ghibli di Maggio, cessa man mano la frequenza dei coleotteri, mentre altre poche specie si susseguono più resistenti ai caldo, o nate sul posto, o portatevi dal vento del sud: e le vedi percorrere imperter- rite le zolle infuocate dal sole di bel mezzogiorno; mentre altre se ne stanno appostate, mezzo Intontite, entro una buca, Q sotto un gran sasso, per aspettar di uscirne verso sera ed incominciar la vita notturna in cerca di preda, quando l’aria è fresca ed umida, quasi sempre priva di vento.
I coleotteri di Be'ngasi hanno in generale aspetto mo- desto; sono molto poche le specie dalle elitre bronzate appa- riscenti. La bella Tttracha euphratica mena vita notturna e di giorno sta entro buchi scavati nel margine della salina della Giuliana. Il bel buprestide Julodis onopordi var. siti- fensis vive in mezzo ai campi di orzo: qualche Chrysomela, le goffe e tozze Meloe confondono il loro verde metallico colle erbette tra cui si trascinano nella stagione delle pioggie; alcune Cicindele saltano sulle sabbie in riva al mare d’estate: si può dire che son quasi tutte qui le- bellezze coleotterolo- giche del paese. Gli altri rappresentanti di questo grande ordine sono per lo più neri, più o meno splendenti, mentre altri hanno il colore della terra rossa di cui si infarinano per confondersi con essa.
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Mi sembra di essere scusabile se in questo mio elenco di coleotteri di Bengasi, non figurano moltissime altre specie che richiedono caccie particolari, come quella al setaccio. Esse avrebbero potuto fruttare un materiale ricchissimo e prezio- sissimo per la scienza; ma le raccolte entomologiche erano solamente le mie ricreazioni: essendo sopracarico di altri non pochi nè lievi doveri. Non feci che raccogliere quanto mi capitava fra mano durante i lavori in campagna, in giardino, o nelle brevi gite nelle vicinanze della Missione coi miei pic- coli allievi negri e beduini, avendo di mira piuttosto lo stu- dio dell’entomologia agraria locale, come la più praticamente utile per me e per gli altri.
Ho voluto poi lasciare qua e là nell’ elenco la designa- zione della località che trovasi indicata nel cartellino di cia- scun insetto giacente nella mia raccolta, sebbene spesso ri- sulti che essa non è la sede ordinaria di quella specie. Questa indicazione denota un fatto puramente accidentale, dovuto il più delle volte al vento. Non è da farsi meraviglia, se in una regione eminentemente ventosa capita di cogliere sopra un flore, un insetto che ha costumi limicoli o sotterranei.
La data segnata indica la prima cattura: ho lasciato di indicare le seguenti catture e la quantità degli esemplari, non essendo ciò necessario al mio scopo, accontentandomi di ri- ferire qua e là se l’insetto è comune o raro.
Non occorre qui riportare le varie cause che ritardarono la pubblicazione di questo elenco, che avrebbe potuto esser pronto fin dal 1920. Ad ogni modo non mi rattristo se altri più competenti di me hanno potuto già dare altri contributi alla conoscenza della fauna Libica.
Un primo esame delle specie da ane raccolte è stato fatto da me con 1’ ajuto del Prof. Fiori. Di esse ho potuto man- dare soltanto una parte al Museo Civico di Storia Naturale di Genova e il Signor Agostino Dodero, Conservatore Ono- rario di questo istituto, si è compiaciuto di verificare e di correggere le precedenti determinazioni. Le specie da lui ri- studiate sono precedute da un asterisco.
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Sento il dovere di esprimere i sensi della mia sincera gratitudine a questo valentissimo entomologo, che con cure premurose ha reso questo mio modesto lavoro presentabile al pubblico e mi compiaccio in pari tempo di ringraziare il Dott. Ferdinando Solari per la parte che vi ha preso assumendosi lo studio dei Curculionidi, di cui è distinto conoscitore.
Ordo — Coleoptera.
Fam. Cicindelidae ,
(. Cicindela litorea Forsk, Spiaggia della Giuliana, Luglio I9i5* comune.
2. Cicindela melancholica F. Numerosa negli orti da Mag- gio ad Agosto; di giorno corre lungo i canaletti d’irri- gazione predando bruchi ed insetti in mezzo agli ^or- taggi. E quindi utilissima all’orticoltura - — Maggio 1915.
3. Cicindela aulica Dej. Spiaggia della Giuliana — Agosto 1915, comune.
4. Cicindela lunulata F. Spiaggia della Giuliana — margine della Sebka-el-Bunta — Giugno 1915, comune.
5. Tetracha euphratica Dej. Vive entro buchi scavati nella sabbia in margine alle saline della Giuliana: piuttosto rara — Maggio 1915. In quest’epoca fu per la prima volta raccolta dal carissimo amico e compagno di caccia^ l’allora Tenente, ora avvocato Giorgio Umani di An- cona. In seguito ne raccolsi altri esemplari, sempre però nello stesso mese.
Fam. Carabidae.
6. "^Calosoma Maderae F. Comune negli orti e nella steppa da Marzo a Maggio. È utilissimo all’ orticoltura perchè di- strugge una grande quantità di insetti , specialmente allo stato di larva, da Novembre a Febbraio. Allo stato adulto però è ghiotto di api arrampicandosi sui fiori per predarle. Nei miei primi esperimenti di bachicoltura a Bengasi (1915) mi recava non poco disturbo pene- trando nella bacheria e divorando gran quantità di ba-
colini. Nell’anno 1918 si verificò una vera invasione, non portata dal vento, ma autoctona perchè fin dall’in- verno si videro numerosissime larve attraversare persino la strada dalla Berka al Fuehat. Contemporaneamente v’era grande abbondanza nella steppa di bruchi di Ocnogyna loewii di cui esse si cibavano.
7. *ScarÌteS iaevigatus Fabr. Maggio 1916. Giuliana, luoghi
sabbiosi, comune.
8. Bembidion laetum Brulle. Fuehat, nell’orto — Aprile 1916.
9. Bembidion testaoeum Duft. Fuehat, caccia notturna alla lampada — Aprile 1918.'
10. *TachyS bistriatus Duft. Fuehat, neU’orto — Aprile 1918.
11. *TachyS parvulus var. curvimanus Woll. Fuehat, nell’orto
— Aprile 1918.
12. *LÌCÌnus aegyptiacus Dej. Fuehat. Comunissimo — Aprile
e Maggio, nella steppa, nelle case, negli orti: di giorno sta sotto i sassi, la sera va in caccia e vola. Nell’Aprile 1915 ve ne fu un’invasione venuta dal sud col vento caldo detto Ghibli. Esso con le due specie di Laemo- stenuSj di cui più sotto, minacciarono seriamente il mio primo esperimento di bachicoltura divorando gran quan- tità di bacolini: per liberarmene (poiché penetravano dalle più piccole fessure) mettevo dei sacchi umidi agli angoli del salone: sotto questi essi si rifugiavano durante il giorno, e così ne era facile la caccia. Anche il riccio ne divora gran quantità. — Aprile 1915.
13. *Ditomus sphaerocephalus Oliv. Fuehat — Luglio 1916,
comune, sotto le pietre.
14. Carterus cephalotes Dej. Fuehat, steppa — Maggio 1916, comune, sotto le^pietre.
15. *CarteruS asiaticus Chaud. Tilimun -- Maggio 1919, raro,
sotto le pietre.
16. *AcÌnopus grassator Coq. Fuehat, steppa — Marzo 1916,
poco comune, id.
17. Acinopus megacephalus Rossi. Fuehat, — Marzo 1916, steppa, e Tilimun — Maggio 1919, id.
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18. Ophonus rotundatus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
19. Ophonus syriacus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
20. *Harpalu$ litigiosus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi —
Aprile 1916, comune.
21. Egadroma marginata Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
22. "^Amara Cottyi Coq. Fuehat, steppa, comunissima. NelTA- prile 1916 ve ne fu un’invasione proveniente dal sud.
23. Amara brevis Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — A- prile 1916, comune.
24. ’^Amara rufescens Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi . —
Aprile 1916, comune.
25. Pterostichus barbarus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Maggio 1916 e Novembre 1917.
26. Sphodrus leucophthalmus Linn. Fuehat, comune negli orti e nella steppa — Aprile 1915. Ha gli stessi costumi del Calosoma Maderae^ e ripeto quanto dissi per questo con cui andò commisto nell’invasione del 1918 e dan- neggiò i miei bachi nel 1915.
27. *Laemostenus complanatus Dej. Fuehat, abbondante —
Aprile 1915.
28. *Laemostenus picicornis Dej. Fuehat, abbondante — Aprile
1915. Questo col precedente erano commisti nell’ inva- sione del 1915 insieme al Licinus sopra citato, col quale un occhio poco pratico lo può confondere. ‘ Nel- l’invasione prevaleva il Licinus.
29. Calathus mollis Marsh. Fuehat, steppa e orti, comune Aprile 1916.
30. ’^Metabletus sagitta Reitt. Fuehat, negli orti — Aprile 1916, sotto le pietre.
31. ’^Microlestes Abeillei var. Brisouti Holdh. Fuehat, sotto i
sassi vicino alle pozze di acqua piovana — Dicembre
1916, e negli orti lungo i rigagnoli — Aprile 1917, comune.
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32. Dromius crucìfer Lue. Fuehat. — Maggio 1916. Fu da me colto mentre si nutriva delV A spidiotns hederat sul- l’olivo.
33. Demetrias atricapillus var. erythrocephalus Buy ss. Fuehat — Maggio ed Agosto 1918. Raccolto come il precedente.
34. *Cymlndis sitifensis ab. laevistriata Lue. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
Fam. Dytiscidae.
35. *Hydroporus (Deronectes) Cerìsyi Aubé. Ai Sabii, Dehehin, nelle pozze di acqua salmastra — Dicembre 1919.
36. *Agabus conspersus Marsh. Fuehat nelle vasche di irri-
gazione dei giardini — Marzo 1916.
37. ’^CymatopteruS fuscus Linn. Fuehat, nella melma delle va- sche di irrigazione dei giardini — Aprile 1916.
Fam. Siaphylinidae,
38. Omalium oxyacanthae Grav. Fuehat — Aprile 1916.
39. *TrogophloeUS corticinus Grav. Fuehat — Aprile 1916.
40. Oxytelus plagiatus Rosh. Fuehat — Maggio 1916.
41. *Platystethus cornutus Grav. Fuehat — Dicembre e Marzo
1916 e 1917.
42. *Platy8tethus arenarius Geofìf. Fuehat — Aprile 1918.
43. *BledÌUS furcatus var. haedus Bandi. Fuehat — Ottobre
1918 caccia notturna alla lampada e Aprile 1919 alla Giuliana, ove trovasi numerosissimo entro il fango della riva dello stagno chiamato Sebka-el-Bunta.
44. ’^Bledius unicornìs Germ. Giuliana, insieme al precedente
— Aprile 1919.
45. *Astenus melanurus Kuster. Fuehat — Luglio 1919.
46. Lithocharis ochracea Grav. Fuehat — Maggio 1916.
47. *LeptacÌnuS bathychrus Gyll. Fuehat — Aprile e Maggio
1916.
48. Xantholinus glabratus Grav. Fuehat — Novembre 1915.
49. Xantholinus relucens Grav. Fuehat — Aprile, Marzo, Agosto 1916.
50. Eulissus fulgidus Fabr. Fuehat — Marzo 1916.
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51. *CafÌUS xantholoma Grav. Giuliana — Agosto 1920.
52. *RemuS sericeus Holme. Giuliana — Agosto 1920.
53. *PhÌlonthuS concinnus Grav. Fnehat — Aprile 1916.
?4. *Philonthus bimaculatus vai . nitidicollls Lac. Fuehat — Aprile 1916.
55. *PhÌlonthuS fimetarius Grav. Fuehat — Aprile 1916.
56. *PhÌlonthus sordidus Grav. Fuehat — Aprile 1916.
57. *PhÌlonthus longicornis Steph. Fuehat — Maggio 1919. 53. *Staphylinus (Ocypus) ophthalmicus Scop. Fuehat — Mag- gio 1916, sui cadaveri di cavallette.
59. Staphylinus fulvipennis Er. Fuehat — Maggio 1916. Staphylinus fulvipennis var. confusus Baudi. Fuehat — Maggio 1916.
60. Creophilus maxillosus L. Fuehat — Maggio 1916, sui